“Abbiamo bisogno di vuoto, di spazi, di momenti in cui poter riflettere. Vogliamo poter scegliere”. Il concetto del “troppo di tutto” e “dell’assenza di assenza” è stato tradotto da Stefano Davidson, artista figurativo genovese, nella seconda esposizione mondiale di NON, questo il titolo, in programma fino al 2 ottobre a Firenze, alla Chiesa di San Jacopo in Campo Corbolini (Via Faenza), mostra curata da Riccardo Tartaglia, dopo il successo ottenuto a Roma. Il NON si propone quale ultima frontiere delle arti visive e plastiche, ambendo tuttavia ad espandere la propria influenza ad ogni forma di arte esistente.
L’esposizione - In mostra, all’interno della chiesa, 12 NON opere autenticate con l’impronta digitale impressa con il sangue dell’autore e dedicate al tema della mancanza di assenze nel mondo cosiddetto civile, con l’intento di sensibilizzare e non dimenticare che – a tutt’oggi – gran parte della popolazione vive quotidianamente l’assenza sulla propria pelle.
La nota dell’artista - “Tutto è nato andando ad una inaugurazione di un mega centro commerciale a Roma – spiega l’artista Stefano Davidson a Sienalibri.it -, dove c’era tutto quello che si può immaginare ed acquistare. Ecco, io sono rimasto colpito dall’unica vetrina rimasta invenduta. Vuota”. Insomma per Davidson quello attuale è il mondo del superfluo, della pubblicità, dell’effimero, dell’abbondanza laddove non c’e ne sarebbe tutto questo bisogno. Contemporaneamente dice “un milione di persone soffrono per la mancanza d’acqua, 950 milioni non hanno il cibo, 2 miliardi di senzatetto, 200milioni di disoccupati, e – sottolinea -, ci sono un numero incalcolabile di persone che soffre per la mancanza di libertà”. Da qui la mostra – provocazione di opere NON opere, ovvero un niente griffato con il suo sangue. “Sono dati agghiaccianti – aggiunge Davidson –, che uniti ai contenuti del NON, possono far capire ancora di più il motivo per cui da questa parte del mondo c’è bisogno di un po’ di assenze visto che queste consentirebbero probabilmente la formazione di qualche presenza dove il confine tra i due concetti è davvero questione di vita o di morte”.
Info - La mostra fiorentina è organizzata dall’Istituto internazionale Lorenzo De’ Medici, ed accompagnata da un catalogo “NON”, sottotitolo “La non essenza o, meglio, l’essenza di assenza”, un manifesto in italiano, inglese, francese e spagnolo, e la descrizione delle 12 opere NON.
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