Traduzione di Martha Canfield
«Crediamo che il futuro vada in avanti e che il passato sia dietro di noi. Abbiamo l’idea che possiamo cambiare o definire il futuro con le nostre azioni nel presente e che il passato sia immutabile. Non ci chiediamo mai se certe azioni nel presente possano trasformare il passato».
Bogotà, anni '80. Josué è un sopravvissuto della Shoah, emigrato in Colombia con la moglie Leah per rifarsi una vita e crescere la loro nuova famiglia. Ormai anziano, viene rapito e Suo figlio Samuel decide di seguire direttamente le trattative con i sequestratori. Dove sia finito Josuè, l’eccezionale protagonista di questo coinvolgente romanzo, è un mistero che rimane fino alla fine come una ferita aperta. Mentre Samuel e la cugina Ester riflettono sulle possibilità – difficili e ambigue – di salvarlo, percorrono le molte stanze della casa che costituiscono una vera e propria Wunderkammer creata da Josué con l’intenzione di dimostrare che l’umanità, malgrado tutte le violenze e le nefandezze della storia, ha lasciato un’importante eredità che merita di essere recuperata. Azriel Bibliowicz dimostra in Briciole di pane che la guerra – dalla Shoah alla violenza colombiana – si trasmette di generazione in generazione ed è compito dei figli riscattare dalle ceneri il valore indiscutibile della vita dei genitori.