Le dittature serrano i cuori
L’omicidio di Giovanni Becciolini e la furia fascista della notte di San Bartolomeo
Al cimitero di Trespiano sulla tomba di Giovanni Becciolini è scritto: “Ucciso nell’adempimento di un alto dovere di fraterna solidarietà in un triste ritorno di oscura barbarie da questa tomba che ne racchiude le spoglie mortali ammonisce i viventi che le dittature serrano i cuori ad ogni nobile sentimento e che solo nella libertà e la serenità e la gioia del vivere la certezza nel divenire delle genti”. Becciolini era repubblicano, massone e antifascista e venne trucidato a Firenze nella “Notte di San Bartolomeo” il 3 ottobre del 1925. La sua vicenda umana ha segnato in maniera profonda la moglie Vincenza Di Mauro e il figlio Bruno, costretti a fuggire dall’Italia e a rifugiarsi in Francia e in Svizzera. Le loro vite sono un romanzo, “il Romanzo dei Becciolini”. Il 2025 è l’anno del centenario di quella notte dell’Apocalisse, come la definì Vasco Pratolini, in cui vennero colpiti a morte anche l’avvocato Gustavo Console, l’imprenditore Gaetano Pilati e quattro operai di cui non si conoscono neppure i nomi. Ricordare quello che avvenne serve per non dimenticare.
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