Dante Alighieri

La divina commedia in italiano di oggi. Paradiso

€ 32,00

Casa Editrice: Libreria Editrice Fiorentina

Anno: 2021

N. Pagine: 650

Formato: 15x21

A cura di Nino Giordano e Fabrizio Maestrini
Dante Alighieri ha creato un'opera la cui vitalità perdura attraverso i secoli. La lingua in cui è scritta ne rappresenta il punto di forza; ed è la nostra lingua. Occorre, però, che per molti lettori essa non finisca per essere un inciampo, un rallentamento nella fruizione del testo, ma l'opportunità di poter volare alto, più di chi ignori l'italiano; perché il mondo lontano che Dante dischiude dinanzi al nostro sguardo ci è familiare.Questo volume vuol promuovere la conoscenza della terza cantica, nella sua spiritualità, profondità, bellezza: è essa il vertice poetico-dottrinale, il coronamento e la ragion d'essere di quanto la precede. Dante intendeva rivolgersi a vasti strati della popolazione e ci è riuscito. Se, oggi, non in tanti leggono il poema per intero,dipende dal timore di perdersi. Ecco l'utilità di una guida; come fosse Dante a smussare per noi certe difficoltà attinenti al piano linguistico. Fatto il primo passo ci si può relazionare alla Commedia,al Paradiso, secondo le possibilità sottese a un testo medioevale: è soprattutto allegorico e figurale (E. Auerbach), così come lo si può intendere alla stregua di un grande romanzo autobiografico moderno, il primo (E. Sanguineti).Si tratta comunque di una narrazione, che è autobiografia oltretutto di un'epoca e di una nazione. Recepirla in quanto tale,implica che le parole che la sottraggono alla sublime veste poeticasiano ben congegnate, rispettose della narrazione stessa. Il poema, infatti, sviluppa una trama che vuol essere chiara. Capirla vale da precondizione: a seguire si associano l'impegno interpretativo ulteriore, la riflessione, l'emozione. Perché la Commedia è un'unità:va oltre i più famosi picchi poetici ed emotivi, spesso trattati come frammenti, preziosi, di un'opera d'arte perduta. Ai lettori potremmo dire: “non vogliate negar l'esperienza” di confrontarvi con così grande testimonianza del valore della mente umana. Un'opera che ci è insieme vicina, il 70% del lessico dantesco fa parte della lingua viva, e lontana: alla quota di parole e costrutti ormai in disuso, si sommano certe asperità del testo poetico. Ciò basta a far sì che a più del 60% degli italiani acculturati, e per la stragrande maggioranza degli studenti, la Commedia risulti di difficile comprensione. Come insegnanti abbiamo sperimentato quante difficoltà abbiano le nuove generazioni, anche nell'acquisire il senso, nella sua portata universale, del capolavoro dantesco. La “Commedia in Italiano d’oggi” nasce dall’esigenza che il messaggio, il concetto sia dato in consegna al lettore affiancato alla forma perfetta, poetica, affinché egli abbia subito modo di “entrare” in tale forma, che ha corde dalle molteplici risonanze e infiniti richiami. Il Paradiso è la più difficile delle tre cantiche, la più illuminante, rispetto al pensiero del poeta cristiano: è porto definitivo del gran mar de l’essere”, e richiesta di “un supplemento di vista”, per noi lettori (scrive Filippo La Porta, in Come un raggio nell’acqua). L'impegno editoriale che consta della “traduzione” del testo di Dante si prefigge di far condividere l'itinerario dottrinale, morale, umano di colui che possiamo ben ritenere profeta di speranza. Questo nostro libro, che va al di là del facilitare quei lettori pigri che vogliano velocizzare il contatto con Dante, intende, invece, essere uno strumento per accompagnare un percorso di conoscenza che veda “il fruitore-lettore” muoversi in piena libertà. E sia stimolato a procedere in spazi ampi di ricerca, personale e interdisciplinare, anche giovandosi di inquadramenti, spiegazioni, approfondimenti che correlano questa pubblicazione.
 
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Nacque in Firenze nel quartiere di S. Martino da donna Bella, prima moglie di Alighiero di Bellincione ed ebbe al fonte di S. Giovanni il nome di Durante, abbreviato familiarmente in Dante. La stirpe degli Alighieri era un ramo della nobile casa degli Elisei, decaduto e impoverito, tanto da vivere scarsamente delle rendite fondiarie. Ma Dante fu fierissimo della nobiltà del suo sangue,... Vai alla scheda autore >

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