10/12/2009
Stefano Bisi ha imbastito questo “Stradario massonico di Siena” (con una nota di Luigi Oliveto, primamedia editore, pp. 110, euro 12) con spirito di perfida e divertita provocazione. È come se avesse voluto dire: “Fate tante discussioni su chi appartiene o è appartenuto a questa o quella Loggia, mai io vi dimostro che camminate da mattina a sera per le strade della Massoneria”. E di vie intitolate a persone che in varie epoche e con diversi intendimenti hanno fatto parte del mondo – dei mondi – della Libera Muratoria ne ha elencate un bel po’: accompagnando il tutto con dense schede biografiche e con un originale corredo di foto. Perché il giovane Alessandro Vagheggini non si è limitato a fotografare in chiave informativa, ma ha adottato ottiche e angolazioni che consentono di scoprire in prospettiva inedita strade percorse talvolta con sbadata frettolosità, e qui davvero irriconoscibili. Dunque una guida utile e istruttiva, che induce a più d’una riflessione. La prima che mi viene in mente non la svolgo ma non la posso neppure tralasciare. Questa mania ottocentesca e celebrativa di dare un nome più o meno celebrabile alle vie cancellando la toponomastica storica è stato un vero e proprio delitto. Quanto erano più belli e sonanti i nomi che individuavano una città viva di mestieri e caratteri: Pantaneto, Diacceto, Maestri, Murella, Stufa secca, Sapienza. Taluni per fortuna sono rimasti o recuperati e a suo tempo si è provveduto a far apporre sotto il nome recente una piccola targa col nome più antico. Ora sarebbe il caso di bloccare definitivamente ogni aggiunta e eventualmente sbizzarrirsi – con un’indispensabile sistematicità – fuori le mura. Svarioni, anche recenti, non mancano. Fatto è che soprattutto all’indomani dell’unificazione del Paese si accentuò la volontà di fare della toponomastica uno strumento di pedagogia politica e di assunzione eroica degli Italiani che avevano ben meritato.
Che in questa prospettiva siano stati molti i Fratelli assurti all’onore della targa non sorprende di certo. Fu Gramsci a definire, in un celebre discorso alla Camera, la Massoneria come il “partito della borghesia”, cioè la compagine che era riuscita a dare disciplinata coerenza alla classe dominante fautrice dell’unificazione laica e civile dell’Italia. E la sua definizione – si sa – fu contrastata da Benedetto Croce che preferì degradare la Massoneria – le Massonerie – a serbatoio di un “ceto medio impiegatizio e commerciale”: etichetta, a dire il vero, riduttiva e sociologica. Piuttosto anche i nomi sparsi per le vie senesi fanno capire che il sodalizio fu molto articolato e comprensivo di variegate opzioni ideali. Ecco allora che al duro Nino Bixio si affianca il martire Cesare Battisti, allo scienziato Enrico Fermi il rivoluzionario Carlo Pisacane, all’irredentista Nazario Sauro l’antifascista Giovanni Amendola. Ma – ed il terzo punto che tocco di sfuggita – di particolare interesse codesto Stradario è quando si sofferma sugli eroi del Pantheon locale, che magari solo qui hanno avuto una via che ne ricordi vita e immerse. C’è il sindaco Luciano Banchi del quale conosciamo vita morte e miracoli grazie alla bella biografia di Giulia Barbarulli: lui che ebbe la soddisfazione di annunciare dal balcone di Palazzo Pubblico l’avvenuta conquista di Roma figurarsi se non meritava l’iscrizione all’album dei privilegiati! Quanto a Mario Bracci, destinatario del bel viale che conduce al Policlinico (per il quale tanto si batté) è uno dei casi in cui Stefano – . lo ammette del resto – c’è andato largo. Non è affatto documentata la sua appartenenza massonica. Aver avuto buoni rapporti con massoni illustri – Giuseppe Bianchini e Wolfango Valsecchi – non autorizza disinvolte assimilazioni. Del resto un discorso analogo va fatto per Mazzini o per Cavour, ad esempio. In compenso figurano a pieno titolo in questo piacevole labirinto: Paolo Mascagni, Emilio Pasquale Gallori, Dario Neri, Silvio Gigli, Paolo Cesarini.
Paolo Mascagni si staglia come un eroe giacobino, che non ha finora riscosso la popolarità dovuta. Varrebbe la pena rileggersi il discorso che in suo onore pronunciò Pellegrino Bertini celebrandolo nel corso della festa letteraria del Liceo il 16 marzo 1874. Lo dipinse con toni drammatici nel momento in cui, il 28 giugno 1799, fu fatto prigioniero dalle bande in provenienza da Arezzo del “Viva Maria!”: “Una folla di contadini armati di picche, di tridenti, di bastoni, ferocemente imprecando gli si scaglia addosso. La vita dell’uomo grande è in pericolo: uno di quei ribaldi alza la sua sciabola per colpirlo nel capo; e se un generoso popolano, il fabbro Pettini di Siena, non arresta in tempo il braccio del sicario, Mascagni non è più”. Se si pensa che oggi c’è chi intitola premi ai poveri energumeni del “Viva Maria” c’è da rabbrividire d’indignazione.
Non mancano probi artisti come lo scultore Emilio Pasquale Gallori, che è stato accoppiato dalle parti dei Cappuccini addirittura con Michelangelo e nella scritta dell’autobus della linea 1 è unito – bella ventura! – a Strozzi, protagonista leggendario dell’Assedio che strangolò la Repubblica. Alcuni nomi evocano personalità più vicine ai nostri giorni e che molti hanno conosciuto direttamente e con ammirato affetto ricordano: Dario Neri, imprenditore, editore e artista sommo; Silvio Gigli, che frequentò affiliato alla Loggia romana che annoverava il principesco Totò; Paolo Cesarini, che visse con elegante distacco di cronista funesti riti ideologici e illusorie imprese di guerra. Quando tornò in patria., nella sua “piccola patria”, ci si trovò quasi sperso. Non era più la Siena del suo cuore, confessava. “Perduti – scrisse in una dolente pagina – soprattutto i lunghi silenzi e i modesti passanti. C’è sempre folla brulicante e vestita di colori scellerati che non si addicono ai lastrici e ai mattoni severi”. Aveva un amore sperticato per le ombre e la sobrietà delle vie di una volta. E per il loro nomi che sorgevano da una storia collettiva. Ora Stefano Bisi invita a percorrerle riformulando implicitamente un abusato proverbio: “Tutte le strade portano in Loggia”.
Leggi anche:
Siena e suoi tanti volti…desiderati
Quel racconto che sprigiona l’immagine
L’ambigua continuità, quattro libri sul Rinascimento
Winston Churchill a Siena
Vittorio Mariani, un architetto tra dimenticanze e distruzioni
Maltrattate le architetture del ’900
Siena: immagine e realtà nel secondo dopoguerra
Le nostre origini nella sfera dei miti
“Toscana rituale”, quando la storia diventa spettacolo
Scrivi le tue impressioni e i commenti,
verranno pubblicati il prima possibile!
Fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani, costruendo un sentimento di appartenenza nazionale. Le migliaia di sagre e festicciole, che esaltavano le storie di città e...
Si sarebbe portati a immaginare questa nuova opera di Riccardo Nencini (“Muoio per te”, pp. 312, € 20, Mondadori, Milano) come un sequel di “Solo”, il romanzo...
“Il Ponte”, la rivista fondata da Piero Calamandrei (1889-1956), cominciò a uscire nell’aprile del 1945. Dare uno sguardo al suo passato è la necessaria...
Il governo non navigava in acque tranquille quando fu deciso di incaricare Ambrogio Lorenzetti di concepire e dipingere un grande affresco nella sala dove si riunivano i Nove al potere,...
Con un saggio che unisce l’impeto polemico del pamphlet all’analisi di casi significativi nella creatività artistica Daniela Brogi (“Lo spazio delle donne”,...
Ripensare a dieci anni dalla morte Antonio Tabucchi (Pisa, 24 settembre 1943 - Lisbona, 25 marzo 2012) invita a rintracciarne tracce e confessioni per resuscitare momenti di un rigoglioso...
La relazione tra elementi di biografia e esiti di scrittura è tema controverso, destinato a non chiudersi mai definitivamente. La positivistica scuola storica, non limitatamente...
Il libro fu presentato in pompa magna al teatro Gerolamo di piazza Beccaria. Faceva gli onori di casa Domenico Porzio, direttore editoriale della Rizzoli, che era riuscita ad accaparrarselo...
D’accordo, un libro è un libro. Ma che sia apparso in una città semideserta per i timori suscitati dal coronavirus e si possa sfogliare un’opera che la esalta...
Scrivere una biografia storicamente fondata di figure elevate al grado di santità è compito quanto mai arduo. Paolo Nardi (Caterina Benincasa e i «Caterinati»...
Fu uomo dalla duplice vita Fausto Socini (o Sozzini, o Socino, nato a Siena nel 1539, morto a Lusławice, non lontano da Cracovia, nel marzo 1604). Tra i protagonisti della Riforma,...
Ha scelto Pisa come case study e s’è tuffato dentro la città, ha girato per i dintorni, ha intervistato notabili e cittadini, studenti e bottegai per ricavarne un...
Sabato 23 novembre alle 17, al Teatro Costantini di Radicofani (SI) torna La Posta Letteraria OFF, la rassegna invernale del festival internazionale del libro della Val d’Orcia a cura...
Radicofani il 22/11/2024 - Redazione
“Alfabeto al Femminile”, scritto da Valentina Cappelletti e Cristina Pelissero, un viaggio poetico e intenso attraverso storie vere che raccontano la forza, le lotte e le esperienze...
Campi Bisenzio il 22/11/2024 - Redazione
Sabato 23 novembre, nell’ambito del Festival Musei del Sorriso, promosso dal Sistema Museale Territoriale della Provincia di Lucca, di cui la Villa Museo Giacomo Puccini di Torre del Lago...
Torre Del Lago il 22/11/2024 - Redazione
Un'opera che esplora il legame tra ambiente e sostenibilità in un contesto così significativo come Pisa, sede del primo orto botanico d'Europa e della prima facoltà...
Pisa il 22/11/2024 - Redazione