Stelle nere. Il giallo di Maria Letizia Grossi che racconta la guerra in Siria

Marialuisa Bianchi

10/10/2023

Un romanzo giallo accurato e di attualità sulle problematiche della guerra e dei migranti che consiglio caldamente. “Stelle nere” (Giunti) di Maria Letizia Grossi è ambientato a Firenze e non solo perché tocca terre lontane e devastate. La guerra in Siria è un conflitto difficile da raccontare e riassumere. L’autrice ha tentato di evidenziare i passaggi chiave, gli interessi – mutevoli – e gli equilibri di forze attraverso lo schema del giallo. Per farlo ha dovuto semplificare. L’intenzione è quella di offrire lo sfondo del conflitto fornendo alcuni elementi chiave per la comprensione della vicenda. Uno scenario drammatico, ma già dal titolo abbiamo chiara l’idea che nella terza indagine della commissaria Bardi, nonostante il buio bisogna coltivare la speranza. Anche questa volta c’è un delitto che si innesta in un contesto più ampio, attento al sociale e alle relazioni di genere.
A proposito delle ferite e del dolore inferto dagli uomini. A un certo punto la suocera in sogno ribadisce alla pittrice: Le ferite vanno suturate. Non puoi rimanere vittima per sempre. Anche il tuo tempo è inceppato. Fammi restare, posso aiutarti a capire… Capire non significa giustificare. Capire il fondo oscuro che è in tutti noi non significa perdonare chi lo riversa sugli altri con la violenza. Ho gridato: “Vattene!”. Allora lei è uscita dalla finestra, ma è rimasta appollaiata su un cornicione, sembrava una civetta triste. Mi sono svegliata a metà notte, respirando con affanno. Al mattino ho pensato che mia suocera morta era come Nada, scappata dal Qamar, senza un posto dove stare. Così ho deciso di andare a cercare la moglie del mio ex marito, che sarebbe sbarcata la mattina dopo.
 
Questo passo ci immerge nella storia, sappiamo che c’è una guerra, in Siria, persone che muoiono, che scappano e donne maltrattate e uccise. Dalla seconda metà del 2013 la guerra entra in una nuova fase che vede la comparsa e l’ascesa dell’ISIS, segnando al contempo la definitiva frammentazione dell’Esercito Siriano Libero che si sfalda creando decine di piccoli gruppi armati. Ecco i temi che fanno di questo romanzo qualcosa di più di un giallo tradizionale. Del resto, anche negli altri libri la commissaria Bardi si presenta come una paladina contro il male. E come si reagisce al male? Con la cura e l’accudimento dell’altro che siamo anche noi, in un discorso globale sulla terra e i suoi abitanti. Prendersi cura è riconoscere la comune fragilità. Per questo l’ospedale degli Innocenti è l’emblema di questo romanzo Quale luogo di accoglienza dei bambini abbandonati fu il primo in Europa e nel mondo, oggi è un punto di riferimento per la promozione dei diritti di bambine e bambini, sede anche dell’Unicef.  
 
Nel romanzo si nota oltre alla notevole capacità di scrittura, un’analisi approfondita dei personaggi, soprattutto quelli femminili e descrizione dei luoghi. Una Firenze non solo per turisti, dove si avverte l’armonia fra la bellezza dei luoghi e la bellezza prodotta dall’arte, come nel dipinto di Paolo Uccello. Attraversarono il quadrato Cortile degli Uomini, passarono in quello rettangolare e stretto delle Donne e guardarono in su: la loggia era a misura di bambini, con la balaustra e le colonnine basse, infondo giocattoli e minuscoli arredi testimoniavano la presenza dei piccoli ospiti. l’edificio, infatti, divenuto Centro nazionale di documentazione e analisi sull’infanzia e l’adolescenza, ospitava adesso ben due asili nido, una scuola materna e tre case-famiglia. Infilarono rapidamente le scale e passarono davanti a uno degli accessi al Museo, da cui si intravedeva la pala dell’Adorazione dei Magi del Ghirlandaio. La commissaria le rivolse uno sguardo breve e ammirato. Altri luoghi fanno da sfondo alle vicende, quali il corridoio vasariano e monumenti rinascimentali, in un itinerario più aperto che non vuole essere turistico ma far emergere la bellezza della città.
 
“Niente futuro” dice una delle protagoniste intervista dalla commissaria e tra il presente e il passato non riesco a trovare corrispondenze. Quello che vedo nei telegiornali della guerra e quello che mi ha raccontato Alain non riesco a farlo coincidere coi miei ricordi. Mi sono rimasti in mente soprattutto i profumi: i gelsomini, l’odore di arak nella casa dei miei suoceri vicino al porto, l’odore di vento salato e di catrame. Sembrava tutto senza l’ombra di un dolore. Non era vero, c’era una dittatura, c’erano la censura, il carcere per chi si opponeva, i morti, ma erano cose che stavano al di sotto. In superficie le immagini del quotidiano erano più forti, prevaleva la luce. Invece orami sento affondata, come i qamarawi. La differenza è che io posso risalire la riva, guardare dalla terraferma, come Noè, le file degli annegati. I qamarawi stanno sotto un diluvio senza recessione delle acque.
 
Le strade e i monumenti della città di Firenze sono la mappa conosciuta che rassicura, perché ci fa vedere luoghi in cui siamo radicati o che ci hanno accolto. Ma tutto può assumere tonalità allarmanti, divenire estraneo e terribile, a causa della violenza del delitto, in attesa che della scoperta della verità per ricomporre il puzzle. Ugualmente accade in caso di guerra e, in un mondo globalizzato, la guerra diffonde le sue conseguenze anche fuori dall’orbita, diviene paurosamente vicina. Così la guerra giunge a Firenze, attraverso la catena delle immigrazioni e gli effetti drammatici, quali le problematiche sociali e politiche. Lo spauracchio del diverso, sempre presente nelle nostre culture. I personaggi principali del giallo sono travolti da queste tematiche, che puntellano la trama. Niente può essere più come prima, quando intere popolazioni sono sradicate ed esposte ad ogni abuso. Eppure, gli esseri umani condividono attitudine alla contemplazione e alla pace. Le stelle del deserto hanno una segreta corrispondenza con il cielo del crepuscolo sopra Firenze, offuscato dalle luci artificiali. Il cielo era così stellato, era un cielo così limpido che, dopo averlo guardato, senza volerlo veniva da chiedersi se sotto un cielo del genere potessero vivere uomini stizziti e bizzosi. Dediti alla guerra, dice Dostoevskij ne Le notti bianche che, come sappiamo, esprime anche il concetto che la bellezza salverà il mondo. Quindi le stelle così belle e luminose possono indicare la via della salvezza.
 
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Marialuisa Bianchi

Marialuisa Bianchi

Molisana d’origine, si è laureata in storia medievale a Firenze, dove vive. Ha insegnato Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha appena pubblicato per i tipi di Mandragora Storia di Firenze. La preziosa eredità dell’ultima principessa Medici che ha reso grande il destino della città. Precedentemente il romanzo storico Ekaterina, una schiava russa nella Firenze dei Medici e, nel 2021, La promessa di Ekaterina (edizioni End). Ha esordito con un libro...

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