Presidenti. La storia riletta con il linguaggio universale dello sport
17/10/2017
Nello stesso periodo in cui a far clamorose è la Legge Fiano che punta al blocco di vendita di oggettistica richiamante il fascismo, esce in Italia il libro “Presidenti” (Giuntina) del giornalista Adam Smulevich che punta a raccontare storie che il periodo mussoliniano ha volutamente oscurare. La storia di Raffaele Jaffe, l'uomo che regalò a Casale un incredibile scudetto alla vigilia della Grande Guerra, si mischia così a quella di Giorgio Ascarelli, il fondatore del Napoli in una annata rimasta nella memoria per tante felici intuizioni fra la tifoseria partenopea, senza dimenticare Renato Sacerdoti, il presidente che per primo fece assaporare ai tifosi della Roma il sogno tricolore. Il lettore si immerge così nel periodo del fascismo in Italia per lasciarsi travolgere dagli effetti delle legge razziali, che colpì donne, uomini e personaggi del mondo dello sport, che rese indesiderati in tanti, con allontanamenti dai luoghi pubblici e dai propri posti di lavoro. Un libro intenso perché nelle tre storie diverse riesce a tessere la tela di vita privata e ambiti pallonari, non dimenticando il trait d'union di abitudini e costumi che caratterizzarono vent'anni della storia Italia, con Ascarelli che era già morto da tempo quando le leggi razziali entrarono in vigore ma ciò non gli evitò una feroce ritorsione postuma mentre Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti al cristianesimo, furono messi ai margini dalle loro rispettive società. Il libro di Smulevich - linguaggio asciutto, essenziale, che punta al sentimento del vocabolo e della contestualizzazione degli eventi e non alla drammaticità del periodo-, ricostruisce le storie, non accontentandosi di ripercorrere cronologicamente fatti e situazioni. È uno sguardo d'insieme a una stagione di scelte e responsabilità, in ogni senso, perché l'orrenda pagina del pregiudizio e della violenza fascista riguardò con effetti protratti fino ai giorni nostri. Smulevich sceglie di rileggere quella pagine attraverso il linguaggio universale dello sport, per contribuire ad aprire nuove strade, e a rafforzare la sfida di una memoria realmente consapevole.
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