Estate, vacanze, viaggi. Ho deciso di aprire questa nuova rubrica con un’intervista a
On the road, la libreria di viaggio che si trova a Firenze, in via Vittorio Emanuele II, 32 A/R, angolo piazza Giorgini. Oltrepasso la soglia e ho quasi la sensazione di aver varcato un confine, quello tra il mondo routinario della città e il “non luogo” del viaggio, del sogno, della meta tanto ambita. Mi vengono incontro le copertine variopinte delle guide turistiche, enogastronomiche, di mille pubblicazioni e case editrici su viaggi che nemmeno avrei potuto immaginare e lì, in quel raccolto angolo di mondo, una volta di più ho l’esatta percezione di quanto sia immenso il globo terrestre e di quante vite, regioni e mentalità arrivi a comprendere. Mi perdo a leggere i titoli e così balzo dal Congo al Polo Nord in un passo, poi con un romanzo tra le mani finisco in Giappone e un istante dopo mi ritrovo a Praga, intenta come sono a scorrere le pagine di una pubblicazione sulla città; poi vedo i fenicotteri rosa in Camargue e, proprio mentre sto per avviarmi con
Tabucchi e il suo Notturno in India, mi si fa incontro
Martina Castagnoli, la libraia.
Ha il fisico abbronzato e scattante di chi è avvezzo a percorrere lunghi tratti a piedi, gli occhi grandi di chi ama esplorare nuove mete e il sorriso stanco di chi lavora 6 giorni su 7 per dieci giorni di ferie all’anno. Mi stringe la mano con un gesto diretto e cominciamo a parlare. In lei c’è un miscuglio di emozioni contrastanti: a tratti disappunto per una professione portata avanti seriamente ma non senza difficoltà, a tratti entusiasmo e orgoglio per il mestiere che ama. A volte si incupisce, pensando a quanto sia complesso fare il libraio oggi, a volte sorride spensierata quando pensa alle sue passioni, i libri e i viaggi, al suo rapporto con i clienti, alla soddisfazione di avere un’attività propria.
Perché hai deciso di aprire una libreria di viaggio?
«Perché amo viaggiare, l’ho sempre amato e appena ho a disposizione un po’ di tempo, anche pochissimo, scappo all’estero, persino verso mete molto lontane e dunque costringendomi ad autentici tour de force, pur di vedere, conoscere, esplorare. Io facevo la scenografa del cinema, solo successivamente ho deciso di aprire questa libreria, forse anche per poter continuare a viaggiare tutti i giorni, quando invece devo lavorare e stare a Firenze… ma entrare qui equivale a vivere un po’ altrove».
Quanto è difficile oggi aprire una libreria indipendente?
«Il difficile non è aprire una libreria, ma riuscire a restare aperti! Fare il libraio non è il lavoro da sogno che molti pensano e soprattutto non si incentra solo sul bel rapporto con il pubblico dei lettori. Magari fosse così! Fare il libraio è un lavoro duro che ne include molti altri: c’è la parte amministrativa e contabile, c’è il rapporto con rifornitori e grossisti, l’organizzazione di eventi, la comunicazione mirata sui Social, lo studio e la ricerca di nuovi autori e titoli per un’offerta differenziata e, inoltre, l’aggiornamento costante e approfondito su cosa accade ogni giorno. La mia è una libreria di settore e devo essere sempre molto aggiornata su questioni di politica estera, sui temi ecologici e ambientali, sulle iniziative culturali che coinvolgono il territorio e le varie città. Non è un lavoro semplice e bello come molti pensano, richiede tanto tempo e tante abilità e troppo spesso ed erroneamente è scambiato per il mestiere ideale… ma di ideale c’è poco: c’è molta praticità e ovviamente la necessità di mettere insieme il pranzo con la cena. Perché un lavoro che richiede così tanta dedizione dovrebbe per forza anche portare dei frutti che, invece, in questo settore maturano con molta lentezza e spesso non arrivano proprio. E allora cosa fare? Lavorare, impegnarsi, dare di più e inevitabilmente il tempo a disposizione per me, i miei viaggi, è sempre meno… purtroppo».
Hai parlato di rapporto col pubblico: come si fa a diventare il “libraio di fiducia”, il “libraio amico”, punto di riferimento?
«Io parlo con i miei clienti, ma soprattutto li ascolto. Se non si conosce un cliente non è possibile consigliargli il libro adatto per lui: ciascuno ha il suo e io non mi permetterei mai di consigliare a due persone lo stesso libro, anche se partissero per la stessa meta. Il punto è che le persone non ascoltano più oggi: nessuno ha voglia e tempo di fermarsi ad ascoltare e di cercare di capire chi ha davanti. Io mi fermo e ascolto. Quando qualcuno viene a comprare un libro per un viaggio imminente gli chiedo cosa lo spinge a partire per quel paese, cosa pensa di vedere e quali sono i suoi interessi e poi… poi spesso domando anche qual è il suo lavoro, per capire meglio cosa sia più giusto proporre: un diario di viaggio? Un romanzo? Una guida ragionata? Una lettura critica?».
Viviamo in un periodo molto complesso per la cultura e il settore editoriale è da tempo in crisi, spesso la piccola editoria è assai danneggiata dall’onnipresenza dei grossi gruppi editoriali. Qual è il tuo rapporto con i piccoli editori?
«Ottimo! La mia libreria è specializzata nei viaggi, quindi non sempre la grande editoria fornisce i titoli adeguati: nella piccola editoria invece c’è molta varietà in termini di collane, tematiche e autori e quindi sui miei scaffali ci sono tante piccole case editrici che hanno ottimi autori e titoli veramente affascinanti, coinvolgenti, piacevoli. Quando vado dal grossista o scelgo sul catalogo, mi lascio catturare dalle emozioni che determinate opere mi suscitano: l’offerta che riservo al mio pubblico deve essere la più variata possibile, ma anche assai originale. Spesso poi mi metto in contatto con gli editori, conosco e ospito gli autori per presentazioni, io stessa metto in relazione realtà editoriali affini… il mio lavoro è anche questo, almeno per come lo intendo io!».
Quali sono i libri di viaggio più richiesti o che consiglieresti?
«Un autore che amo consigliare è
John Williams, perché mi piace moltissimo, per le atmosfere che riesce a creare; autori che non tramontano mai e sono sempre molto richiesti sono invece
Bill Bryson e
Norman Lewis; infine, uno dei libri di viaggio che vendo sempre e molto è "Autostop con Buddha" di
Will Ferguson perché il Giappone è sempre molto amato… forse perché tutti abbiamo bisogno della lentezza e della serenità interiore che quella terra riesce a ispirare ormai da tempo immemorabile».
E il tuo sogno? Qual è il tuo sogno segreto?
«Il mio sogno? Fare la libraia sei mesi l’anno e i restanti sei… viaggiare!».
La saluto e la ringrazio. Esco e varco di nuovo la soglia/confine: Firenze è ancora lì, la mia mente è altrove, persa chissà dove, forse vaga avventurosa sulle Ande o si riposa tra i fiordi svedesi.
Libreria On the road -
FIRENZE
via Vittorio Emanuele II, 32 A/R angolo Piazza Giorgini
tel. 055471461
www.ontheroadlibreria.it
info@ontheroadlibreria.it