Arrivo alla Stazione di Pistoia e comincio a percorrere viale XX Settembre verso il centro: la libreria Les Bouquinistes è in via dei Cancellieri numero 5 e un tempo avrei trovato
Sergio Salabelle ed
Elena Zucconi ad attendermi; tuttavia oggi troverò solo Elena perché Sergio ci ha lasciati mesi fa. Mentre cammino mi ricordo di lui e dei suoi modi gentili, del filo invisibile che lo legava ad Elena anche quando si trovavano in punti disparati della Libreria e che, ne sono certa, tuttora li lega ben stretti, lei tra i libri, lui lassù, tra le stelle. Un vento lieve accompagna i miei passi, in questo scorcio di ottobre che ha il profumo dell’autunno e il sole caldo dell’estate: è così bella questa cittadina vivace, con le sue vie caratteristiche, i suoi scorci ideali, l’eleganza formale dei palazzi e il brio dei dehors dei caffè. Mi avvio per via dei Cancellieri, scorgo già l’entrata di Les Bouquinistes e, come sempre quando ci vado, penso a quanti grandi scrittori e poeti italiani si siano avvicendati al suo interno:
Cavazzoni,
Albani,
Mari,
Franzosini,
Frabotta e tanti altri. Varco la soglia e scorgo Elena intenta a parlare con un cliente; mentre aspetto che finisca, mi guardo intorno: i manifesti disegnati da
Enrico Anzuini, in arte
Tirez sur le Graphiste, appesi tutt’intorno ricordano, casomai ce ne fosse bisogno, i tanti eventi che si sono succeduti in questi anni. Intorno a me i libri, saggi ammaliatori, mi osservano ammiccando dagli scaffali e per me, lettrice forte, è veramente difficile resistere al loro silenzioso e persistente invito. Un attimo ancora e poi Elena mi è accanto: il volto incorniciato da una folta chioma bionda, gli occhi dolci, il sorriso di chi guarda il dolore in faccia e non si arrende alla durezza della vita. Inizia lei a parlare ed è un fiume in piena: “Io non saprei proprio cosa dire in un’intervista, Serena. Tu insisti a volermela fare ma io non so davvero cosa potrei raccontarti…”.
No, ma guarda che di solito le domande le faccio io…
Sì, lo credo… ma cosa posso dirti della libreria? Non sapevo nemmeno se continuare, senza Sergio. Per mesi mi sono trovata come sospesa. Ma non volevo arrendermi all’idea di chiuderla, anche di fronte alle richieste di amici e lettori che la frequentavano. Pochi giorni fa poi ho saputo che avrei ottenuto un incarico lavorativo e l’ho accettato. Questo mi permetterà, tra le tante cose, di continuare a mandare avanti Les Bouquinistes più tranquillamente. Non sono la prima libraia che ha un altro lavoro.
Sì, lo so, anche altri librai che ho intervistato mi hanno raccontato di dover ricorrere a più lavori per poter continuare a fare quello che amano… Dispiace saperlo, indubbiamente, perché quello del libraio sembra proprio il lavoro più bello del mondo
Si dice spesso che è il lavoro più bello del mondo senza sapere la realtà. È bello ma con grosse difficoltà, non solo economiche. Molti aspetti riguardano calcoli e conteggi e con i libri usati poi c’è tanto lavoro in più. I volumi vanno controllati, puliti, catalogati uno a uno. Non basta passare un codice a barre da uno scanner - che da noi non c’è -, serve una descrizione dettagliata che va dallo stato di conservazione alla presenza di una dedica a tanti altri particolari. Ci si deve occupare di aspetti diversi, soprattutto se si organizzano presentazioni con gli autori. Il grande nemico da combattere è il disinteresse verso la lettura e una svalutazione verso tutto quello che è cultura. Non c’è solo Amazon a far paura: chi compra libri li compra ovunque. In libreria però ci si incontra, ci si confronta, si può fare amicizia. Sarei persa senza gli amici che ho conosciuto qui. Forse è la magia dei libri, non lo so, ma è lì che sono nate molte delle mie amicizie più care. L’hai visto il film La casa dei libri?
Sì, è bellissimo… mi è piaciuto tanto, mi sono anche commossa perché…
A me invece non è piaciuto. Erano altri tempi ovviamente, il film è ambientato alla fine degli anni Cinquanta, ma racconta solo una parte un po' edulcorata del lavoro di un libraio. Tenere aperta una libreria oggi è un’affermazione di coraggio, è una lotta continua e serrata contro una “non cultura” che dilaga. La libreria è un luogo importante e divertente da frequentare. Non parlo solo della mia ovviamente. Una città senza librerie è una città povera. Sai come dovrebbe essere vissuta secondo me?
Come un posto pieno di cose belle? Come un luogo magico? Come…
Una libreria deve essere pensata come un posto dove ritrovarsi, curiosare, confrontarsi e dove imparare perché nessuno sa tutto quanto. Una volta abbiamo organizzato un incontro dedicato a
Tommaso Landolfi. Prima di iniziare una persona ci ha chiesto quando sarebbe arrivato l’autore. Sergio con gentilezza ha risposto che l'autore era morto da qualche tempo ma che avremmo incontrato il curatore del volume. Ha invitato la persona a sedersi e a scoprire un libro che non conosceva. Che bello non conoscere ancora Landolfi e avere la possibilità di leggerlo per la prima volta! In libreria si dovrebbe andare anche per quello, spinti dalla curiosità. Les Bouquinistes è nata per dar vita a un luogo dove si va alla scoperta di qualcosa che non si sa, che ancora non si conosce. Anche per questo è importante la scelta che il libraio indipendente porta avanti sul catalogo che offre. Escono tantissimi libri ogni giorno e noi abbiamo sempre cercato di scegliere con attenzione. Non si può tenere tutto. Non credi?
Beh sì, mi sembra giusto, questo è un bel modo di fare il libraio
Del resto Les Bouquinistes nasce proprio da questo, dal desiderio di diffondere quella stessa passione che univa fortemente me e Sergio, la passione per i libri che è stato un modo come un altro per vivere il nostro matrimonio. E poi indubbiamente il nome è legato alle bancarelle di Parigi e alle nostre lunghe passeggiate nella capitale francese: non a caso all’inizio tenevamo solo l’usato, poi abbiamo deciso di aprire anche ai libri nuovi, ma di qualità, scelti con cura.
Elena… ho la sensazione che l’intervista sia già stata fatta senza che tu te ne rendessi conto. E quindi, se non hai niente in contrario, ti rivolgerei un paio di domande prima di concludere: quali sono i libri che consiglieresti ai nostri lettori?
Ce ne sono tantissimi! Il libro del mio cuore è
L'assistente inaffidabile di
Maurizio Salabelle (Bollati e Boringhieri, 1992). L’autore era il fratello di Sergio e il libro è straordinario, lo dico anche se sono di parte. Adesso è fuori catalogo, ma all’epoca vinse il premio Giuseppe Berto. È la storia di un ragazzo che scrive un romanzo mentre lavora nel negozio di cappelli dello zio. Il linguaggio è così personale da rendere l’autore immediatamente riconoscibile. Un altro libro che amo invece è
La passeggiata di
Robert Walser (Adelphi, 1976), un inno alla vita, alla gioia di stare al mondo e di godersi la natura che ci circonda. Un libro più recente che mi ha appassionato è
Leggenda privata di
Michele Mari (Einaudi, 2017), un'autobiografia incredibile per i mostri che la popolano, per il linguaggio che usa; un libro che non sapevo di stare aspettando prima di leggerlo. Oddio, quanti te ne posso dire?
Questa vita tuttavia mi pesa molto di
Edgardo Franzosini (Adelphi, 2015) che è bello già dal titolo. È una biografia di un artista, uno scultore che trascorreva ore e ore allo zoo per studiare gli animali che modellava direttamente dal vivo. E poi ce ne sono sicuramente altri, ma a caldo, in questo momento, mi viene da dire questi. Domani potrebbero essere cambiati, chissà!
E qual è il tuo sogno di libraia?
Beh… lo abbiamo già realizzato… poi ovviamente si può sempre ampliare!
Perché? Quale era?
Il nostro sogno era avere
Michele Mari in libreria e lo abbiamo ospitato un anno fa!
E come vorresti ampliarlo?
Continuando a ospitare scrittori che si distinguono, che con i loro libri fanno la differenza.
La lascio al suo entusiasmo e alla sua voglia di fare e, salutandola, ho la certezza che sì, la sua libreria continuerà a fare la differenza!
Les Bouquinistes
Via dei Cancellieri 5, Pistoia.
Cell. 328 743 2522
lesbouquinistes@libero.it
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