05/01/2011
I processi della globalizzazione provocano disorientamento, corrodono o vanificano confini consolidati, e per contraccolpo suscitano fanatismi identitari, spingono alla ricerca di nobili ed esclusive discendenze, di antenati fuori dal comune e al riparo da puntigliose contestazioni. Talvolta si rispolverano per vanità i miti di fondazione costruiti per spiegare le antiche origini. Invece sarà il caso di sottoporli a vaglio scientifico, di riscontrare assonanze e prenderli in esame come preziosissima letteratura buona per far capire molto, oltre ogni verosimiglianza, proprio per la sua ingegnosità, fantastica ma orientata. Oggi, d’altronde, ha acquistato nuovo risalto la dimensione città, così peculiare della storia italiana, con gli irriducibili contrasti tra centri vicini e le rivalità insormontabili che resistono ai secoli. “Fin dai primordi – scrisse Carlo Cattaneo in un saggio memorabile del 1858 – la città è altra cosa in Italia da ciò ch’ella è nel’oriente o nel settentrione. L’impero romano comincia entro una città, è il governo d’una città dilatato a comprendere tutte le nazioni che circondano il Mediterraneo. La fede popolare derivò la città di Roma dalla città d’Alba; Alba dal Lavinio, Lavinio dalla lontana Troia; le generazioni dei popoli apparvero alla loro mente generazioni di città”. La strenna che quest’anno offre la Monte dei Paschi cade a puntino. Omar Calabrese fa osservare che per sua natura “il mito ha un carattere fondativo” e che assolve una funzione essenziale: “Colloca in un tempo fuori dal tempo – o senza tempo storico – la questione delle origini, utilizzando le tecniche del racconto leggendario”: Si tratta di “leggende eziologiche”, che intendono spiegare, appunto, le cause, le modalità delle nascita del nuovo insediamento. I miti di fondazione vanno accettati per quello che sono. Già Tito Livio – annota Maurizio Bettini, in un altro dei quattro saggi introduttivi di respiro generale – aveva fatto tesoro di un criterio che lo esentava dal sottoporre a verifica critica “racconti più confacenti – scriveva – alle poetiche narrazioni fantastiche che non alle schiette testimonianze”. Questi due punti sono da tenere ben presenti nel leggere con la calma dovuta, un po’ alla volta, la bella strenna: Miti di città, magnificamente realizzata da Salvietti & Barabuffi su progetto di Catoni Associati e curata, oltreché da Bettini e Calabrese, da Maurizio Boldrini e Gabriella Piccinni. Sono stati coinvolti molti altri autori che sarebbe complicato citare tutti. Una menzione almeno per Giulio Rebecchini, Lionello Puppi, Marcello Flores, Antonio Prete, Monica Granchi e Antonio Tabucchi. Si è voluto offrire “un libro – precisa Boldrini nell’introduzione – che fosse direttamente collegato alla produzione scientifica”e in grado di gettare uno sguardo pluridisciplinare su ambiti non abbastanza frequentati. È molto istruttivo passare in rassegna i discorsi che hanno investito alcuni luoghi esemplari per cavarne un atlante di figure e di storie che si rivela squadernare un mucchio di elementi comuni. È una cura salutare contro le risse di sapore leghista ed è anche una dimostrazione di quanto abbia pesato, su scala europea, l’eredità della cultura classica e gli schemi che ho originato. I favolosi racconti erano carichi di una significatività che avvalorava istituzioni, culti, riti, usanze entrate nel calendario degli abitanti e modellava la loro mentalità, s’intrecciava con il dipanarsi delle stagioni, obbligava a cerimonie religiose e pubbliche onoranze. Le leggende sulle origini, propagandate con fierezza nell’epoca aurea dei Comuni suonavano anche come manifesti di indipendenza: “Furono le ambizioni politiche – scrive Piccinni –, fu la consapevolezza del presente, di ‘chi siamo’ o di ‘chi vogliamo essere’ che portarono con sé la ricerca (l’invenzione) di ‘chi siamo stati’”. Discendere per qualche via dai troiani o dai loro figli romani voleva dire immedesimarsi nell’epopea dell’assedio, sentirsi affratellati in un Comune-Polis. Basterà scrutare da presso i due casi toscani che il volume racchiude – Firenze e Siena: monografie di analogo taglio son riservate a Bari, Bologna, Genova, Mantova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Siracusa, Torino-Asti, Treviso, Venezia e Verona – per rendersi conto di quanto sia stato importante il lavorìo attorno ai miti. A Siena, a un certo punto, fu istituito un legame tanto diretto con Roma da inventare la fondazione della città a opera di Senio e Aschio, i nipoti di Romolo che per sottrarsi alle ire dello zio Remo erano scappati portando via dal tempio di Apollo il sacrario della lupa. Ed ecco un frenetico moltiplicarsi di lupe in affreschi e su colonne, in piazze e palazzi, a onorare la prestigiosa discendenza. Firenze sorge sulla rovine di Fiesole e perpetuò il nome di Fiorino, un “martire laico”, che incarnò l’eroica e sfortunata opposizione alla violenza distruttrice. E la nuova città sarà chiamata Floria, perché vi nascevano fiori e gigli e si popolava con stupefacente velocità del fior fiore della gente romana. Firenze, come molte città, sorge per integrazione tra popoli diversi e in conflitto. Essa ha due anime: l’anima buona proviene da Roma, quella aspra e feroce da Fiesole. Sergio Raveggi sottolinea quanto sia sintomatica e infondata l’attribuzione a Carlo Magno di una parte essenziale nella rifondazione della città guelfa. Chi mai avrebbe potuto svolgere un ruolo del genere se non il campione delle difesa del papato e un sì valoroso combattente contro gli infedeli? Roba inventata di sana pianta, che Giovanni Villani non si peritò a mettere per iscritto. Queste civiche “fiabe italiane” testimoniano quanto sia rozza l’ossessiva esaltazione delle radici, riscoperte e esibite per lumeggiare i fondamenti ideali di un popolo. In un saggio da rileggere (“Contro le radici. Tradizione, identità, memoria”, 2001) Maurizio Bettini chiarì assai bene che la tradizione in realtà si apprende. La greve metafora geologica delle radici – classiche perlopiù – fa credere che l’identità venga dalla terra. Niente di più fuorviante. I miti di fondazione ci invitano, semmai, a scrutare la mutevolezza delle nuvole, a sognare gesta di dei e di eroi, e un bestiario magico sopravvissuto fino ai nostri giorni.
Leggi anche:
Siena e suoi tanti volti…desiderati
Quel racconto che sprigiona l’immagine
L’ambigua continuità, quattro libri sul Rinascimento
Tutte le strade portano in Loggia
Winston Churchill a Siena
Vittorio Mariani, un architetto tra dimenticanze e distruzioni
Maltrattate le architetture del ’900
Siena: immagine e realtà nel secondo dopoguerra
“Toscana rituale”, quando la storia diventa spettacolo
Scrivi le tue impressioni e i commenti,
verranno pubblicati il prima possibile!
Fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani, costruendo un sentimento di appartenenza nazionale. Le migliaia di sagre e festicciole, che esaltavano le storie di città e...
Si sarebbe portati a immaginare questa nuova opera di Riccardo Nencini (“Muoio per te”, pp. 312, € 20, Mondadori, Milano) come un sequel di “Solo”, il romanzo...
“Il Ponte”, la rivista fondata da Piero Calamandrei (1889-1956), cominciò a uscire nell’aprile del 1945. Dare uno sguardo al suo passato è la necessaria...
Il governo non navigava in acque tranquille quando fu deciso di incaricare Ambrogio Lorenzetti di concepire e dipingere un grande affresco nella sala dove si riunivano i Nove al potere,...
Con un saggio che unisce l’impeto polemico del pamphlet all’analisi di casi significativi nella creatività artistica Daniela Brogi (“Lo spazio delle donne”,...
Ripensare a dieci anni dalla morte Antonio Tabucchi (Pisa, 24 settembre 1943 - Lisbona, 25 marzo 2012) invita a rintracciarne tracce e confessioni per resuscitare momenti di un rigoglioso...
La relazione tra elementi di biografia e esiti di scrittura è tema controverso, destinato a non chiudersi mai definitivamente. La positivistica scuola storica, non limitatamente...
Il libro fu presentato in pompa magna al teatro Gerolamo di piazza Beccaria. Faceva gli onori di casa Domenico Porzio, direttore editoriale della Rizzoli, che era riuscita ad accaparrarselo...
D’accordo, un libro è un libro. Ma che sia apparso in una città semideserta per i timori suscitati dal coronavirus e si possa sfogliare un’opera che la esalta...
Scrivere una biografia storicamente fondata di figure elevate al grado di santità è compito quanto mai arduo. Paolo Nardi (Caterina Benincasa e i «Caterinati»...
Fu uomo dalla duplice vita Fausto Socini (o Sozzini, o Socino, nato a Siena nel 1539, morto a Lusławice, non lontano da Cracovia, nel marzo 1604). Tra i protagonisti della Riforma,...
Ha scelto Pisa come case study e s’è tuffato dentro la città, ha girato per i dintorni, ha intervistato notabili e cittadini, studenti e bottegai per ricavarne un...
IV edizione della fiera del libro “Livorno Librexpo 2025”, patrocinata da Comune di Livorno, Provincia di Livorno e Regione Toscana, che si terrà dal 2 al 4 maggio 2025 nell’area...
Livorno il 23/12/2024 - Redazione
Una rassegna di incontri, film e spettacoli, dal 22 gennaio al 17 aprile, dal titolo “Tracce di invisibili” per parlare di diritti umani, migrazioni, inclusione,...
Firenze il 23/12/2024 - Redazione
La vita straordinaria di Francesco Rasi, dedicata alla creazione artistica, sarà al centro della conferenza-concerto “Francesco Rasi: tenore, poeta e compositore” che...
Arezzo il 23/12/2024 - Redazione
Un modo diverso di concludere l’anno, con l’Astrolibro per gli adulti e la Boîte à fables per i più piccoli. È quello che propone la Biblioteca comunale...
Siena il 20/12/2024 - Redazione