Le indomabili. Per una coscienza femminile più consapevole

Marialuisa Bianchi

31/05/2022

Coraggiose, sfacciate, anticonformiste, sprezzanti del pensiero omologato e della cultura patriarcale. Sono “Le indomabili” (Edizioni Piemme) raccontate da Daniela Musini, artista poliedrica, legata soprattutto al teatro, che ci racconta le vite di 33 donne che la Storia ha reso protagoniste o meglio, che hanno combattuto strenuamente per assurgere a questo ruolo. Avevano dalla loro parte talento, intelligenza, capacità di precorrere i tempi, ma soprattutto una determinazione fuori dal comune. Personalità diverse tra loro eppure per tanti aspetti simili. Poche sono le figure sconosciute, anzi direi nessuna.

Una grande carica di coraggio e la forza di accettare colpi duri dal destino. Grandi amori, sensualità, clamore, applausi ma anche dolori smisurati, perdita dei figli o dei compagni, abbandono. Queste donne hanno combattuto la loro battaglia, spesso consolandosi nell’alcool e nelle droghe, sempre ponte a rinascere dalla cenere, qualità che ha premesso loro di diventare protagoniste, di fare la differenza, ottenere qualcosa di più. La memoria collettiva, la gloria, il successo? Verrebbe da pensare “Fu vera gloria?” parafrasando Manzoni. Sicuramente hanno pagato un prezzo altissimo, ma sono nella memoria di noi tutti, hanno fatto la storia dell’arte, della scienza (Marie Curie, Rita levi Montalcini, Ipazia di Alessandria), del costume (Coco Chanel), del teatro (Eleonora Duse) o della danza (Isadora Duncan), del cinema (Anna Magnani), ribelle, selvatica e dotata di un talento unico, con i suoi antichi fantasmi che la tormentano “insieme alla fame d’amore e alla sindrome dell’abbandono”.  Questa signora che rientra a casa costeggiando il muro dell’antico palazzetto patrizio, è un’attrice romana: Anna Magnani, che potrebbe essere anche un po’ il simbolo della città. Lei si volta e con una risata appena abbozzata guarda la telecamera e dice in romanesco «Che sso’ io?». E Fellini prosegue nella similitudine sfrontata: «Lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra e buffonesca». E lei, con un lampo ironico negli occhi: «A Federi’, ma va a dormi’, va!» E a Fellini che da dietro la telecamera le chiede: «Posso farti una domanda?», lei risponde: «Nun me fido. Buonanotte» e chiude il portone. È l’inquadratura finale del film “Roma” e la sua ultima apparizione sulle scene. Indimenticabile Nannarella.

Veramente difficile scegliere fra le tante figure raccontate, le personalità, o meglio dire le grandi donne che in questa mia recensione sono ulteriormente da scegliere per fare qualche esempio. Alcune hanno combattuto a favore di ideali che le hanno travolte (Eleonora Pimentel o Giovanna d'Arco). Comunque tutte con le loro difficoltà e particolarità, con una carica di coraggio e determinazione enorme. “Per Rita, come per altri intellettuali e studiosi ebrei, la situazione si fa di giorno in giorno più difficile e pericolosa. Non potendo frequentare università e istituti di ricerca, lei, che non demorde mai, s’ingegna a ricreare un piccolo laboratorio nella sua camera da letto. «Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva. Bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi»: è una sua frase che contiene un principio e un’esortazione ai quali non verrà mai meno, commenta la nostra autrice a intendere che questo può riassumere uno dei principi del libro.

Con uno stile scorrevole a tratti più elaborato, Musini racconta le vite senza nascondere gli aspetti problematici o scandalosi e sono tanti, esaurendo le molte curiosità. Pagine dense di aneddoti e dettagli interessanti, in un arco di tempo amplissimo da Agrippina a Jacqueline Kennedy Onassis. Cosa accomuna queste donne eccezionali? La capacità di fronteggiare l’esistenza che le ha poste in situazioni difficili, con dolori insopportabili per la maggior parte di noi; la fierezza, il disinteresse per l’opinione pubblica che spesso le ha condannate e anche messe al bando; l’amore sempre presente e potente; la passione per artisti che le tiranneggiavano come, Frida Kahlo per Diego Rivera, o amori tossici come quello che travolse Isadora Duncan e Sergej Esenin, o amore per il sapere come per Ipazia. Con alcune figure si nota maggiore affinità, direi i personaggi più recenti del cinema e del teatro, meno convincenti le figure storiche del passato, tra scene di vita simili e una scelta di aggettivi piuttosto insolita e non sempre funzionale. Personalità travolgenti e passionarie, per raccontarne una storia diversa, con un taglio teatrale, infatti Daniela Musini ha allestito i suoi recital/concert dannunziani e i suoi monologhi dedicati a Eleonora Duse e Maria Callas in Italia e all’estero. Oltre alla stesura di quindici testi teatrali, ha scritto saggi e biografie fra cui Le Magnifiche.

"Le Indomabili" sono state sempre ribelli e coraggiose, rivoluzionarie che non hanno avuto paura di infrangere tabù e sovvertire consuetudini. Vivendo controcorrente hanno lottato e spesso trasgredito regole, convinte delle proprie scelte o per realizzare sogni inimmaginabili, perseguire ideali, ma soprattutto affermare la propria identità, in un mondo in cui alle donne è richiesto il decimo della fatica per realizzare cose che agli uomini sono dovute. Hanno lasciato un’orma profonda e precisa nel proprio campo, ma soprattutto ognuna di loro ha tracciato percorsi nuovi e disegnato una mappa di valori e di diritti, creando così le basi per una coscienza femminile più consapevole, più indipendente, più libera. Hedy Lamarr attrice e inventrice, la più bella del mondo, può riassumere tutte le altre. Lei aveva una bellezza straordinaria e il genio inventivo.
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Marialuisa Bianchi

Marialuisa Bianchi

Molisana d’origine, si è laureata in storia medievale a Firenze, dove vive. Ha insegnato Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha appena pubblicato per i tipi di Mandragora Storia di Firenze. La preziosa eredità dell’ultima principessa Medici che ha reso grande il destino della città. Precedentemente il romanzo storico Ekaterina, una schiava russa nella Firenze dei Medici e, nel 2021, La promessa di Ekaterina (edizioni End). Ha esordito con un libro...

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