Una buona dose di comparazione non farà male ai senesi che vogliano capire meglio come e quando la loro città abbia assunto le forme più visibili e quotidiane della sua struttura. Marc Bloch, il più grande storico del Novecento, scriveva che non c’è “conoscenza autentica senza una certa gamma di comparazione” e che sommamente giovevole è istituire un confronto tra realtà diverse eppur dotate di affinità. Tenendo ben a mente questo sanissimo principio Monica Busti ha sfornato un libro che è il frutto di annose e meticolosissime ricerche, tese a studiare, come suona il titolo, “Il governo della città durante il ventennio fascista” (Deputazione di storia patria per l’Umbria, Perugia 2010). E il sottotitolo chiarisce subito che le pagine della ricerca hanno per oggetto tre città: “Arezzo, Perugia e Siena tra progetto e amministrazione”. Si tratta a parere dell’autrice di tre città medie, che plausibilmente tipizzano modelli urbani legati ad un passato da rispettare e sospinte verso una modernizzazione prudente, ma non pigra. E tutte e tre hanno avuto durante il ventennio fascista arricchimenti notevoli.
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