È uscita la seconda edizione del volume “L’arse argille consolerai” (ETS, 2018) a cura di Nicola Coccia che riporta foto e documenti inediti di Carlo Levi, durante la dura esperienza del confino per arrivare al periodo vissuto nella soffitta in Piazza Pitti prima della Liberazione. Il volume, uscito in prima edizione nel 2015, è il frutto di una ricerca che si è svolta nell’arco di ben sei anni, a partire dalla prima visita tenutasi ad Aliano nel 2008. Sono stati presi in esame registri dell’Opera del Duomo e carte dell’Archivio Diocesano; sono state analizzate le carriere degli studenti nell’Archivio dell’Università di Firenze e consultati documenti delle conservatorie di Firenze, Pescia e dell’Archvio della Camera di Commercio di Firenze; si è reso necessario lo studio e la ricerca degli Archivi di Stato di Matera, Roma, Firenze, Torino, le carte della Casa editrice Einaudi e dell’Archivio storico del Comune di Firenze per avere precise informazioni su luoghi e persone. Per raggiungere una fluidità narrativa e ordinata cronologicamente, sono stati riportati all’interno del testo i materiali raccolti in forma integrale – piuttosto che ricorrere a fredde riproduzioni fotografiche – ed è stata centrale, durante la fase di raccolta delle fonti, anche la ricerca e il confronto con persone che hanno conosciuto Carlo Levi e hanno offerto testimonianze vivide della sua personalità.
Un volume contraddistinto da una così ampia e multiforme ricerca, presenta delle caratteristiche di esaustività non comuni, ma anche una scorrevolezza descrittiva e narrativa che rende l’esperienza di lettura oltremodo piacevole. L’opera di Coccia non ripercorre solo e soltanto la vita di Carlo Levi, ma diviene anche un modo per sistematizzare e restituire intatto il ritratto di un’epoca, permettendo al lettore di mettere a punto i fatti, le storie e le vite di varie personalità del mondo dell’arte, della letteratura o dell’attualità dell’epoca che entrarono in contatto con lo scrittore e artista. La figura di Carlo Levi viene quindi restituita con tutto il fascino che la caratterizzava, attraverso la forza evocativa di immagini e documenti inediti, ma anche grazie allo spessore delle sue esperienze, delle persone e dei luoghi che hanno costituito il suo milieu artistico e culturale.