L’anno della morte di Kurt, un romanzo di formazione alla rovescia

Simona Trevisi

07/12/2018

Gruppo più rappresentativo del movimento grunge, I Nirvana sono riusciti, in soli cinque anni di vita, a entrare nell'olimpo del rock diventando il simbolo del disagio e dell'apatia di un'intera generazione. Quando, nel 1994, il frontman del gruppo Kurt Cobain si suicida, portando ad estreme conseguenze la sua autodistruzione, si consacra per sempre al culto dei fans. Da qui parte il romanzo di Silvia Roncucci “L’anno della morte di Kurt” (La Ruota Edizioni) che vede come protagonisti i senesi Duccio e Sara, fans oltreoceano di Cobain, compagni di classe e amici che, nel corso della narrazione, vediamo muoversi tra il 1994 e 2014. Li osserviamo mentre sono all’ultimo anno del Liceo Classico – sovrastati dalle aspettative altrui e con l’ansia di dover decidere che cammino verso la maturità intraprendere – e, con un balzo temporale di 20 anni, li ritroviamo in età adulta, ognuno frutto delle proprie (non) scelte. Entrambi sembrano perseguire quel fatalismo tanto cantato da Kurt Cobain, l’uno scegliendo di scappare dalla sua città e da una situazione famigliare contorta, l’altra decidendo di assecondare i desideri della madre.

Ecco allora che, nel 2014, Duccio fa il professore di musica nel New Jersey e ha trovato nell’insegnamento e nei suoi ragazzi una ragione di vita. Ma è sempre tormentato, non riesce ad instaurare relazioni durature, soprattutto con le donne, ha azzerato qualsiasi rapporto con la sua famiglia che ritiene responsabile di tutti i suoi problemi. Venti anni prima ha scelto di non affrontare determinate questioni che, anche a distanza di tempo e nonostante i chilometri e l’oceano nel mezzo, continuano a riproporsi accompagnate dall’inquietudine delle cose irrisolte. E così Duccio sembra aver fatto suoi gli interrogativi di Kurt Cobain che, nel brano “Radio Friendly Unit Shifter” contenuto nell’album “In utero” del 1993, si chiede: What is what i need | What is wrong with me | What do I think I think | Hate your enemies | Save, save your friends | Find, find your place | Speak, speak the truth. Che cosa è quello di cui ho bisogno? Che cosa ho che non va bene? Che cosa penso di pensare? Odia i tuoi nemici. Salva, Salva i tuoi amici. Trova, Trova il tuo posto. Di', Di' la verità. La Sara quarantenne, invece, è la vedova facoltosa di un professore con il quale si è sposata da giovane, in un certo senso per non deludere le aspettative materne. Ha saputo vivere positivamente questa situazione, al di là del chiacchiericcio e delle malignità della gente, utilizzando la fortuna ritrovatasi tra le mani per seguire il desiderio – già espresso negli anni della scuola – di lavorare nel teatro e di dedicarsi a chi ha bisogno.

I due non si sono più né visti né cercati dopo il diploma ma ci pensa il karma a farli incontrare di nuovo. Duccio torna con i suoi alunni a Siena, tappa di una gita in Italia. Ed è l’occasione per confrontarsi con Sara, incontrare la madre, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, sputare un po’ di veleno sulla zia Paola, forse l’unica figura di riferimento nella sua famiglia imperfetta. Inizia così per lui un percorso di rinascita interiore che lo porterà a comprendere che qualcuno che si preoccupasse per lui, seppur a modo suo, l’aveva sempre avuto. Quello di Silvia Roncucci appare quindi come un romanzo di formazione alla rovescia, dove il protagonista maschile non matura con l’avanzare dell’età ma anzi tornando mentalmente indietro nel tempo per risolvere questioni irrisolte. Le figure femminili, invece, seguono un percorso se vogliamo lineare, sono più consapevoli, fanno errori ma cercano un modo per uscirne affrontando il problema, senza fuggire. Sullo sfondo una Siena raccontata senza fronzoli, in modo disincantato; resa proprio come appare agli occhi di viene da fuori e si ritrova in una città bellissima con le sue contraddizioni, che accoglie il visitatore tra le vie e piazze senza tempo “aprendo un cuore più grande” (Cor magis tibi Sena pandit).
 
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Simona Trevisi

Simona Trevisi
giornalista, nata a Bergamo, è laureata in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 collabora con la società primamedia per conto della quale gestisce le attività e gli eventi curati da Toscanalibri.it.
 
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