Kent Haruf, lo scrittore del non è mai troppo tardi

Paolo Ciampi

29/03/2017

Ecco, è andata così: da parecchio tempo tengo in bella vista il cofanetto di Kent Haruf con la trilogia ambientata nella cittadina immaginaria (ma così vera) di Holt. È in cima alla mia pila di letture da fare, prima o poi, solo che non l'ho mai iniziata. Sarà che aspetto un momento speciale per pagine speciali, da cui mi aspetto emozioni pari a quelle che mi hanno riservato altri grandi americani in questi anni, che so, Raymond Carver oppure Elizabeth Strout, oppure John Williams, tanto per dire.

Eppure due giorni fa di Kent Haruf ho preso “Le nostre anime di notte” (stessa casa editrice, NN), che è l'ultimo suo romanzo, scritto quando era già molto malato. Ieri l'ho cominciato e non l'ho mollato più fino all'ultima pagina. Mi ci sono tuffato e sono rimasto nell'acqua di queste parole fino all'ultimo. Chi l'avrebbe detto, la storia di due anziani vicini di casa che hanno perso entrambi i loro coniugi. Due solitudini fino al giorno in cui lei bussa alla porta e domanda come se fosse la più naturale delle cose: vuoi dormire con me? Solo per parlare.

Ecco, comincia così, questo racconto lungo o questo romanzo breve, fate voi. Non vi dirò come va a finire - o vi dirò solo che persino nel finale resiste una commovente fiducia nella capacità della parola - ma c'è un'idea che vi entrerà dentro e forse non vi mollerà più, grazie a queste pagine. Può essere sintetizzata in una frase fatta, ma prima... prima penso a Kent Haruf che combatte contro il tempo che la malattia gli sta lasciando per arrivare in fondo a questo romanzo che probabilmente non farà in tempo a vedere pubblicato. E poi penso a Louis e Addie, i due vedovi, al tramonto di vite che non lasciano andare rassegnati, ma che provano a riacciuffare. Benché tutto congiuri contro di loro, il buon senso come le convinzioni dei rispettabili cittadini di Holt.

Mi immagino l'urgenza che ha presidiato gli ultimi mesi di Kent, la sua lotta per arrivare a raccontare questa storia. E mi immagino che la storia non potesse che essere questa, una storia per urlare contro tutti e tutti questa frase fatta: non è mai troppo tardi. Perché è alla fine che Louis e Addie cercano di rimettersi in gioco. E' alla fine che Kent trova l'ispirazione per questa storia. È dalla fine che io ho cominciato a conoscere Kent.
 
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Paolo Ciampi

Paolo Ciampi
Giornalista e scrittore fiorentino, Paolo Ciampi ha lavorato per diversi quotidiani e oggi è direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione Toscana Notizie. Si divide tra la passione per i viaggi e la curiosità per i personaggi dimenticati nelle pieghe della storia. Ha all’attivo oltre venti libri con diversi riconoscimenti nazionali e adattamenti teatrali. Gli ultimi, in ordine di pubblicazione, sono L’uomo che ci regalò i numeri (Mursia) che racconta i viaggi e le scoperte del matematico Leonardo Fibonacci, "L’Olanda è un fiore. In bicicletta con Van Gogh", finalista del Premio Albatros – Città di Palestrina, e due libri che raccontano cammini, "Tre uomini a piedi" (Ediciclo) e "Per le Foreste sacre" (Edizioni dei Cammini). Con Tito Barbini è uscito per Clichy con "I sogni vogliono migrare". E' molto attivo nella promozione degli aspetti sociali...
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