Il Palio di Siena, una Festa italiana: respirare il Palio è respirare la vita

Simonetta Losi

26/08/2019

È stata in cima alle classifiche nazionali la prima edizione. È in cima alle classifiche nazionali anche la seconda. “Il Palio di Siena – una festa italiana” (Laterza) di Duccio Balestracci è il libro protagonista di questa estate. E parla di noi. Molto è stato detto su questo volume, a metà fra il saggio e la narrazione: un rigore scientifico assicurato dalla conclamata professionalità di storico dell’Autore, unito alla sua capacità comunicativa e alla sua verve, ben nota a chi, come me, ha avuto la fortuna di seguire i suoi corsi all’Università degli Studi di Siena e a chi lo apprezza da anni nella sua attività di giornalista. Insomma: siamo di fronte a uno storico e scrittore di grande livello. Siamo di fronte a un senese e contradaiolo passionale - del Nicchio - che ha sul Palio capacità di analisi e anche uno sguardo dall’interno, viscerale.
 
Questo equilibrio tra passione e ricerca, tra amore per il Palio e rigore storico, tra impeto e metodo scientifico fanno de “Il Palio di Siena – una festa italiana” un volume che entusiasma tutti, senesi e non senesi: perché parla alla mente e al cuore. Perché mostra il Palio nella sua autenticità, senza infingimenti, senza retorica, con una ricchezza di informazioni che trabocca da ogni singola pagina. Questa appassionata autenticità e questo rigore sono alcuni degli ingredienti essenziali e vincenti di un grande e meritato successo, che giunge dopo quello de “La battaglia di Montaperti”, altro tema in forte relazione, storica e affettiva, con la Città. Di questi tempi è molto facile far diventare il Palio un fenomeno mediatico, una spettacolarizzazione da consumare sui social: molto difficile farlo diventare un best seller. Leggere implica un impegno e una riflessione. Per questo mi sento di dire che questo libro, già entrato d’obbligo fra i volumi più importanti che siano stati scritti sul Palio – per citarne alcuni, il Grassi, il Cecchini - Neri e “La terra in Piazza” di Alessandro Falassi, che Balestracci opportunamente e affettuosamente pone come citazione iniziale – fa tanto bene al Palio e meriterebbe una trasposizione video.
 
Fa bene al Palio perché, con uno sguardo intimo - quello del senese e contradaiolo - e insieme distaccato – quello rigoroso e colto dello storico – rende giustizia alla Festa, la descrive e la fa sentire profondamente; la pone nel posto che le spetta, come Festa di una città, ma anche come patrimonio nazionale. Anche in un libro e documentario del 2004, “Visioni di Palio” – altra importante, miliare realizzazione editoriale sulla nostra Festa, a cura di Sergio Di Pasquale Luci, Anton Giulio e Siretta Onofri, Senio Sensi – si esprime il concetto di Palio come Festa italiana: “Per il Palio di Siena – ha detto e ha scritto il celebre scrittore Andrea Camilleri, recentemente scomparso - ho questa sorta di affetto ed attaccamento. Ho assistito una volta e ne sono rimasto contagiato per tutta la vita. In quella corsa ho visto e vissuto, come in altre occasioni non capita, l’Italia: Se prendiamo le contrade e le consideriamo come delle regioni, o come potevano essere gli stati italiani prima dell'unità fra di loro, se noi pensiamo a quanta abilità agonistica è necessaria, ma nello stesso tempo quale e quanto lavorio di furberie, di accordi sottobanco, di piccole corruzioni, di genialità di trovate, cominciamo ad avere un ritratto dell’Italia e dell’italiano estremamente concentrato, che culmina in quella corsa, in quei minuti strepitosi, nella Bellezza. Altra componente italiana. Si dice: ma questo attaccamento a un evento in fondo provinciale, che addirittura spezzetta una piccola città come Siena in tante contrade – le piccole patrie ancora più ridotte in piccolissime patrie – oggi che siamo davanti all'Europa, non è anacronistico? Non credo.
 
La patria, le patrie, la civiltà, la storia e le storie di un popolo. Attraverso la grande ricchezza delle informazioni e dei documenti emergono in tutta evidenza la complessità del Palio e della cultura della Città. Il lettore senese si meraviglia e si entusiasma per i tanti eventi sconosciuti o poco noti raccontati e si trova a fare continue connessioni e associazioni: con la realtà che vive e che conosce, con il proprio retroterra culturale. Il non senese, di fronte a un volume non agiografico, riesce a comprendere che “Il Palio di Siena non è una corsa di cavalli. È una festa che è stata molte feste, è il rito di una città e la memoria storica di una civiltà della quale due volte l’anno mette in scena la concezione del mondo”. Sono le parole di Alessandro Falassi, quelle riportate nella citazione: quasi il titolo, il filo conduttore della ricerca di Duccio Balestracci. Il cerchio si chiude. “Il Palio di Siena – una festa italiana”, dirompe, appassiona tutti. Perché è la Festa delle Feste. Perché chi respira il Palio respira la Vita, in tutti i suoi aspetti.
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Simonetta Losi

Simonetta Losi

è nata a Siena il 18 febbraio 1963. E' laureata in Lettere e lavora come collaboratore ed esperto linguistico all'Università per Stranieri di Siena. All'attività di insegnamento accompagna quella di aggiornamento e formazione professionale per docenti di italiano all'estero. E' giornalista pubblicista e collabora a varie testate.

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