Cosa sarebbe la letteratura senza l’amore? Da sempre i grandi autori hanno tratto la loro ispirazione dal sentimento che maggiormente distingue gli uomini dagli altri animali. La celebrazione delle emozioni e delle sensazioni che scaturiscono dalle relazioni di coppia ha permesso ai poeti e agli scrittori di scandagliare l’animo umano dando vita a personaggi indimenticabili e componendo brani di grande vivacità e raffinatezza, caratterizzati da profonda introspezione psicologica. Tuttavia non è difficile suppore che questa forza espressiva attinga in larga parte dalla realtà stessa, ossia da i grandi amori in cui spesso gli stessi letterati si trovavano coinvolti. L’opera di Marialaura Simeone, “Amori letterari” (Franco Cesati), indaga proprio questa materia tanto delicata, quanto curiosa, ma lo fa aggiungendo una contrainte, ovvero ricercando le storie d’amore che hanno visto coinvolte coppie di scrittori. Sembra un’indagine fin troppo circoscritta, ma non è così e lo si comprende subito anche solo sfogliando questo colorato volume, ospitato nella collana Ciliegie nel 2017.
Pagina dopo pagina, saltano agli occhi nomi tra i più grandi, non soltanto della nostra letteratura, ma persino di quella internazionale: Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, Mary e Percy Shelley, Alberto Moravia e Elsa Morante, Rainer Maria Rilke e Lou Andreas-Salomé, Paul Verlaine e Rimbaud, Alda Merini e Giorgio Manganelli e molti, molti altri ancora. Stralci di lettere e foto d’epoca restituiscono intatti la forza dei sentimenti e la passione amorosa, insieme a note, appunti, frasi scritte magistralmente seppure destinate, almeno nell’idea iniziale, a un pubblico estremamente ridotto rappresentato talvolta dal proprio amato stesso, talora da un amico o un confidente o persino da se stessi, come avviene nel caso di Anaïs Nin, che annota scrupolosamente nel suo diario, all’indomani dell’incontro con Henry Miller: «Ho conosciuto Henry Miller, ho visto un uomo che mi piace… Un uomo che è attraente, non autoritario ma forte, un uomo umano che ha sensibile coscienza di ogni cosa. È un uomo la cui vita dà l’ebbrezza… È come me.» (p. 59).
Sono spesso autentiche dichiarazioni di felicità quelle che si susseguono in questo libro, raccolte e commentate insieme al racconto puntuale delle passioni che avvincono gli scrittori e divengono un modo diverso e nuovo per avvicinarsi allo stile degli autori stessi e comprenderne più a fondo le tematiche letterarie. E così Ted Hughes scrive al fratello dell’appagante rapporto con Sylvia Plath, dimostrando una volta di più, casomai ce ne fosse bisogno, che l’amore non è solo attrazione fisica e brucianti pulsioni, ma anche stima e partecipazione reciproche: «La mia vita in questi ultimi tempi è splendida, meravigliosamente guarita rispetto a com’era prima. […] Non hai idea di che vita felice facciamo io e Sylvia o forse ce l’hai. Lavoriamo, facciamo passeggiate, ripariamo a vicenda quello che scriviamo. Lei è uno dei migliori critici che io abbia mai conosciuto e comprende perfettamente la mia immaginazione e anch’io credo di comprendere la sua.» (p. 70). Una lettura accattivante, intensa, pulsante di vita vissuta come solo le grandi storie d’amore sanno regalare.