26/03/2012
Il vecchio treno a vapore ha attraversato l’Europa da est a ovest. Dalla stazione principale di Praga alla costa olandese. Il porto di Hoek van Holland, dove la bocca spalancata di un traghetto giallo lo attende per adagiarlo sulle coste inglesi, è l’unica macchia di colore in una giornata piovosa di inizio di questo settembre. Destinazione Londra. A bordo, qualche centinaio di passeggeri davvero speciali. Seduto su una poltroncina damascata da treno degli anni ’20 c’è un signore di cento anni. Sir Nicholas Winton. Distinto e dallo sguardo attento come ha solo chi conosce i segreti di quella longevità. Il viaggio è lo stesso di quell’estate del ’39 e come sempre anche quell’estate iniziò dopo la primavera. Winton allora è un brillante agente della borsa di Londra, trentenne aitante, che vuole concedersi, come di moda fra le persone moderatamente agiate, una vacanza in Svizzera. Marzo: le truppe tedesche invadono la Cecoslovacchia. In Europa si diffondono notizie devastanti. Per gli ebrei di Praga sta per iniziare la fine. Nicholas Winton decide di cambiare rotta e punta su Praga dove lo colpiscono le centinaia e centinaia i bambini improvvisamente privati del loro presente e senza alcuna possibilità di futuro. Li aiuta, sta loro vicino, fonda e gestisce a sue spese un’associazione dal geniale scopo: affidare i piccoli ebrei cecoslovacchi alle famiglie britanniche. Un lavoro frenetico di qualche mese, tanto durerà l’operazione “kindertransport”, per mettere in sicurezza 669 bambini. Con l’autunno, sapevano tutti, i problemi sarebbero aumentati e si doveva correre. Il treno, quella mattina del 1 settembre del ’39 partì immerso nel vapore e nella speranza. I piccoli, col muso a punto interrogativo, non avevano la minima idea di quale sarebbe stata la loro destinazione. Né, se avrebbero mai rivisto le proprie famiglie. Passarono la guerra riparati dalla corona britannica e dal calore delle case che li avevano ospitati. Alla fine del conflitto Mr. Winton fece un gran lavoro per ricongiungerli, ove possibile, con i parenti sopravvissuti e poi, con la sobrietà estrema che contraddistingue le persone di grande valore mantenne la storia chiusa nella propria memoria. Per cinquant’anni. Fino a quando gli storici riuscirono a rimettere insieme le tessere del mosaico. Oggi quei 669 bambini sono genitori, nonni e bisnonni. Viaggiano con quel funzionario di banca che divenne Sir su un treno sta per entrare nella pancia di una balena gialla che li porterà dritti nel ricordo della vita riconquistata.
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