Golem. Il cibo dalle antiche radici

Giuseppe Burschtein

21/05/2011

Colpisce che l’inquisizione in Portogallo sia durata quasi 300 anni. Colpisce ancora di più pensare che sia terminata solo nel 1821. Addolora che migliaia e migliaia di ebrei, con le loro tradizioni, riti, storie e vite siano per la gran parte scomparsi da quelle terre dorate e che coloro che decisero di rimanere non ebbero alternativa all’autodafè che la conversione. Per tre secoli l’ebraismo rannicchiato nel cuore dei “conversos” trova rifugio in uno spicchio di mondo della Serra de Estrela. E lì, arroccati sui monti, provano a mantenere vivo, giorno dopo giorno, il genoma in sospensione di un ebraismo obbligato al silenzio. Ma il susseguirsi delle generazioni e le regole sempre più criptiche diluiscono anche le fedi più solide e l’ebraismo dei portoghesi sprofonda per secoli in uno stato di cristallizzazione presente ma sempre più profondo; evidente ma costretto come il corpo di un insetto immobilizzato dall’ambra. Solo da pochi anni quel Dna spirituale ha incominciato a riemergere, inarrestabile. Un fuoco che arriva dai meandri più lontani del “germen” del ricordo, che ripercorre il tempo a ritroso e che spinge a riprendere la storia da dove era stata deviata. La voglia di rimettersi in pari con Dio e col passato per Jose Baez, che ha un caseificio in quella zona bella, riprende con la produzione di un formaggio di latte di capra per il quale ha sentito la necessità di richiedere una certificazione “kasher”, ovvero prodotta secondo le regole alimentari ebraiche. Non che la sua azienda ne avesse bisogno a fini di commercio, visto il decoroso successo raggiunto nel tempo, ma piuttosto qualcosa dentro di lui lo ha spinto a ritrovare radici antiche, anche se mediate da un semplice prodotto caseario. Qualche giorno fa il telefono del Rabbino della comunità di Porto, Daniel Litwak, ha squillato e Senor Baez ha introdotto la richiesta più desueta degli ultimi cinquecento anni. Da tanto infatti, il Portogallo non richiedeva un “bollino” di Kasherut. Immediatamente si è fatto vivo un produttore di vino e poi di olio e l’ebraismo lusitano ha ripreso la strada maestra.

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