Golem. I cinque mercanti francesi

Giuseppe Burschtein

30/12/2011

Quando si apre la porta della Bodleian Library all’Università di Oxford lo scricchiolio è d’ordinanza. Un cigolio rigoroso e ordinato come la combinazione di una cassaforte. Due grandi portali di legno scolpito che dischiudono il profumo antico della carta misto ad una fragranza conosciuta ma indescrivibile che potrebbe essere l’odore del sapere. Lì sono custoditi gran parte dei testi che conservano la storia del Regno Unito e della Repubblica d’Irlanda. Una teca posta sotto una grande finestra colorata contiene “Gli annali di Innisfallen”; una cronaca dell’Irlanda medievale scritta dai monaci dell’Abbazia di Lough Leane, si pensa fra il XII e il XV secolo. L’opera, oltre che rappresentare un punto di riferimento per la storia di quella parte di mondo, documenta la prima presenza ebraica nell’isola e narra: “Arrivarono dal mare cinque ebrei per portare dei doni al Re Tairdelbach di Limerick”. Era il 1079 e l’Irlanda era divisa in piccoli regni e martoriata fra lotte interne e invasioni vichinghe. I cinque ebrei erano mercanti francesi, si dice di Rouen, e non si è poi saputo che fine abbiano fatto, ma è certo che riuscirono a sbarcare vicino a Waterford. Negli anni a venire l’Irlanda sarebbe diventata uno dei porti sicuri per i “giudei” espulsi dal Portogallo da Isabella d’Aragona e per secoli gli ebrei d’Irlanda avrebbero convissuto ben integrati con la comunità cristiana e le mille ritualità celtiche a tal punto che nel 1555 un tale William Annays di fede ebraica, sarebbe stato eletto Sindaco della città di Youghal nella contea di Cork e – riporta la storia – avrebbe amministrato con cura, onestà e imparzialità. A metà del ‘600 proprio di fronte al Castello di Dublino viene costruita la prima Sinagoga di rito Sefardita e un bagno rituale. Poco fuori le mura viene costruito un piccolo cimitero. Intorno, nascono le comunità di Belfast, Cork, Limerick, Lurgan, Waterford. Sono pellettieri, fabbri, mercanti di piume e di chincaglierie, sarti, ottici e maniscalchi e sono il primo nucleo di una comunità di qualche migliaio di anime pie.

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