Golem. Fritti da un secolo e mezzo

Giuseppe Burschtein

02/05/2011

É una di quelle cose che avevo sempre sentito dire ma non avevo mai trovato una fonte attendibile che lo confermasse. Un po’ bella storia alla quale cedere, un po’ bufala metropolitana dalla quale stare alla larga. Come quando dicono che i jeans sono stati inventati a Genova, che la Coca-Cola nasce come medicinale o che un pezzo di ciccia dentro una piramide si mantiene meglio che all’interno di qualunque altra figura solida. Mah. Non si sa mai se credere o no. Stavolta però la conferma arriva da un’ampollosissima istituzione britannica: la “Federazione Nazionale dei Friggitori di Pesce” che detta “National Federation of Fish Friers” suona di sicuro più solenne. Il fatto è che quest’anno si festeggiano i 150 anni di “fish and chips”. La quintessenza dell’alimentazione britannica a base di merluzzo fritto nella pastella e patatine fritte, diventato negli anni un’inequivocabile icona della cultura gastronomica di Sua Maestà. Un accostamento magico e fortunato, figlio di un assemblaggio culinario di diverse origini. Tuberi fritti nell’olio vegetale di antica tradizione francese o forse fiamminga e tranci di pesce indorati lasciati sfrigolare galleggiando come un nuotatore che si abbandona al riposo. E proprio loro, i “friggitori in polpe e parrucca”, hanno ribadito che il “pescado frito” pare che sia arrivato in Inghilterra nel XVI secolo grazie a un gruppo di profughi ebrei sefarditi spagnoli e portoghesi che fuggivano dagli orrori terribili dell’Inquisizione. La patente di autentico “pesce fritto alla maniera ebraica” si dice invece che sia arrivata addirittura dal Presidente americano Thomas Jefferson, che durante una visita ufficiale in Gran Bretagna, nei primi dell’ Ottocento, ebbe a commentare. Dunque “fish and chips”, un piatto semplice e straordinario, che non può essere relegato a semplice “cibo da strada” e che affonda le sue radici nella tradizione millenaria europea. Un profumo di storia che attraversa i secoli, da Rembrandt, a Dickens, alle Yeshiva sefardite iberiche e che torna oggi dopo 150 anni a dar gioia a chi lo assapora. E in Gran Bretagna accade quasi un milione di volte al giorno.

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