Anche stavolta non ho resistito e siccome sono venuta a Pisa, una gita in Piazza dei Miracoli non sono riuscita a evitarla: mi piace così tanto questa piazza ariosa, con i monumenti raccolti sul fazzoletto di prato verde. La Torre poi è lì, talmente decisa nella sua pendenza da indurmi ogni volta l’idea che sia il resto del mondo – e non lei - ad essere storto, ad aver ceduto di fronte ad una realtà scomoda da accettare. Mi lascio la Piazza dei Miracoli alle spalle e cammino per poco più di ottocento metri, diretta verso Borgo Stretto n.37, nel cuore pulsante di Pisa. Oggi vado ad incontrare
Rimedia Deffenu, libraia insieme ad altre due socie della Libreria Ghibellina. L'insegna del negozio si annuncia in distanza, col suo fondo verde e i caratteri grandi e dorati: la libreria si trova sotto i portici del Borgo ed è lì che nella bella stagione si tengono anche le presentazioni dei libri e gli incontri con gli autori. Entro e subito vengo rapita dal fascino retrò di un negozio che ha una lunghissima storia. Rimedia mi viene incontro: i modi diretti e gentili, pochi convenevoli e sento già che tra noi si è instaurata una bella sintonia.
Rimedia quando è com’è cominciata la storia della Libreria Ghibellina di Pisa?
In effetti questa è probabilmente la libreria più antica di Pisa, visto che già appare in alcuni scatti dell’Ottocento. Inizialmente apparteneva alle sorelle Bemporad, ma in seguito fu acquistata da Carlo Baraccani, libraio nipote dei Fogòla di Pontremoli, che aveva aperto varie librerie a Pisa. Purtroppo le attività di Baraccani andarono via via diminuendo e ben presto l’unica attività che rimase aperta fu proprio la Libreria Ghibellina. Tuttavia anch’essa andò poco a poco in crisi, rischiando di fallire e fu allora che entrammo in gioco noi, o per meglio dire la mia socia e maestra, Paola Bertini. Paola, libraia “vecchio stampo” per antonomasia, conosciuta in tutta Pisa per la sua lunga e gloriosa carriera in mezzo ai libri, è stata a lungo direttrice della libreria Feltrinelli, dove io stessa lavoravo e nella quale l’ho incontrata, imparando da lei cosa significhi fare la libraia. Nel 2009 Paola era andata in pensione dal suo lavoro di direttrice di negozio e nel 2013, sentendo della crisi della Libreria Ghibellina, mi propose di rilevarla, per salvarla così da un sicuro fallimento. Accolsi la proposta di Paola e mi licenziai da Feltrinelli: fu una scelta oltremodo coraggiosa, visto che in quel periodo ero incinta di due gemelli, ma non me ne sono mai pentita perché la Libreria riprese poco a poco quota e ora è tornata agli antichi splendori. Poi nel 2015 si è unita in società a me e Paola Bertini anche Maria Minutillo.
Una libreria dalla storia lunga e complessa, quindi. Vista la tua lunga esperienza, cosa puoi dirmi sul mestiere di libraia? Quali sono gli aspetti positivi e negativi che lo contraddistinguono?
Gli aspetti positivi sono moltissimi, perché, per chi ama la lettura, fare il libraio è il mestiere più bello del mondo... Come dico sempre, è come dare a un calciatore il pallone! Ovviamente, rispetto ai calciatori, si guadagna un po’ meno! Fare il libraio significa principalmente avere la passione di leggere, essere un lettore instancabile, perché in effetti solo così si riescono a consigliare libri giusti ai propri clienti. Ovviamente ci sono anche aspetti negativi, in gran parte dettati, a mio avviso, dalla distribuzione e dai problemi che l’eccessivo accentramento nel sistema comporta. Spesso i ritardi nelle consegne comportano a noi librai l’impossibilità di rispondere nei tempi giusti alle richieste dei clienti e conseguentemente un danno considerevole per noi e per gli editori.
Cosa significa fare il libraio oggi e soprattutto essere amici dei propri clienti, divenire il loro libraio di fiducia?
Significa riuscire a trovare un giusto mezzo tra l’aspetto intellettuale e culturale del nostro mestiere e quello commerciale, cosa non facile, per la verità, ma conseguibile mantenendo una dimensione umana del proprio lavoro. Spesso noto, soprattutto tra i librai più giovani, un uso massivo dei social network per promuoversi: ebbene io credo che i social network siano un ottimo strumento, ma non siano bastevoli per ottenere una clientela affezionata. Il mestiere del libraio presuppone attenzione per i propri clienti, consigli di lettura dati ad hoc, a quattrocchi, dopo aver ascoltato le richieste del lettore e magari dopo essersi fatti un’idea di chi si ha davanti. Il libraio è un lavoro che si basa moltissimo sui rapporti interpersonali e non solo sull’interazione social.
Vuoi dirmi che dovremmo tornare a un modo di lavorare più a misura d’uomo, più...
Più vecchio stampo… proprio come mi ha insegnato Paola. Il libraio è un mestiere complesso per la rete di rapporti che si deve intessere, con i lettori, certo, ma anche con gli editori, gli agenti, i distributori, ecc. Inoltre è un lavoro da non fare stando fermi: si tratta di tenere costantemente in ordine la propria libreria, di aggiornarla, di togliere i libri dagli scatoloni e metterli sugli scaffali, di realizzare le vetrine giuste. Non si può pensare di fare un lavoro simile, stando seduti solo dietro a un computer: sia io, sia Maria, sia Paola siamo tutto il giorno in movimento, tra gli scaffali da riordinare, i clienti da servire, i pacchi da disimballare. Il libraio non è un mestiere sedentario né tanto meno di isolamento: se lo si vuol fare bene, bisogna mettersi in movimento!
Com'è il rapporto con i piccoli editori?
Noi ci serviamo dai distributori (Messaggerie, Mondadori, Alt, Ali e Giunti), poi ci sono casi selezionati in cui abbiamo rapporti diretti con gli editori, ma solo perché alcuni editori di qualità non hanno distribuzione. Nonostante questo, abbiamo comunque rapporti particolarmente affezionati con Sellerio, NN, SEM per cui realizziamo i venerdì del mese a Pisa, Adelphi (sebbene loro siano distribuiti per noi da Messaggerie) e poi con SUR e altri editori indipendenti. È la qualità delle pubblicazioni che ci interessa e che, crediamo, determini di fatto l’identità delle nostra libreria.
La vostra libreria sta aperta sette giorni su sette e fa orario continuato: perché una scelta tanto onerosa?
Perché ci siamo accorte che ai nostri concittadini fa piacere. Spesso a Pisa i negozi chiudono alla pausa pranzo, nonostante ormai sia una meta turistica. Noi abbiamo compreso invece l’importanza di mantenere aperta la nostra libreria per dare un punto di riferimento, per offrire un luogo dove sostare e magari per dare la possibilità di immergersi nella consultazione dei nostri titoli e dei nostri volumi, così da rilassarsi, allontanare la mente dai problemi di lavoro oppure passare un po’ di tempo tra i libri magari durante la domenica pomeriggio.
Qual è il sogno di una libraia orgogliosamente “vecchio stampo”?
Il mio sogno è di continuare a consigliare libri fino a 90 anni e magari di vedere uno dei miei figli proseguire la mia attività... ecco questo sarebbe veramente bellissimo!
Le sorrido e spero proprio che la Libreria Ghibellina continuerà questa tradizione che retrodata fino all’Ottocento: una tradizione tutta pisana, che parla di donne, di amore per la lettura e di storia locale.
Libreria Ghibellina
Borgo Stretto, 37, 56126 Pisa PI
050 580277
libreriaghibellina@gmail.com