Fili di pioggia argentati attraversano l’aria e i fari delle macchine luccicano sull’asfalto bagnato, quando arrivo in via Enrico Mayer 11/13 a Firenze da Cuccumeo, “una libreria per ragazzi non vietata agli adulti”, come recita il motto sotto al logo. Spingo la porta a vetri e la mia entrata è annunciata da un suono leggero come il campanellino delle fate nelle fiabe e, dietro al bancone, capelli viola e occhi vivaci al di là degli occhiali, c’è lei, Teresa Porcella, la libraia e autrice che, insieme a Bianca Belardinelli, dirige questo negozio. Mi sorride e in un attimo ho la certezza che chi ho davanti sia una persona speciale: “Vieni! Sediamoci”, mi dice diretta e mi piacciono i suoi modi gentili, senza formalismi. Teresa non è una libraia qualunque: è stata per anni editor del settore ragazzi in Giunti, poi è divenuta lei stessa autrice e curatrice di varie collane per ragazzi, di cui l’ultima in ordine di tempo è Rivoluzioni presso Libri Volanti Editore; inoltre è stata docente universitaria di Letteratura per l’infanzia all’ateneo di Cagliari. È laureata in Filosofia del Rinascimento e – se proprio vogliamo dirle tutte – è stata pluripremiata, avendo ricevuto nel 2014, per Cuccumeo, il Premio Roberto Denti per la Libreria dell’Anno per Ragazzi, nello stesso anno il Premio Andersen per il miglior progetto editoriale come curatrice della Collana Mottajunior (Gruppo Giunti) e nel 2018 il premio Andersen per la Migliore Collana per Ragazzi come curatrice della Collana Rivoluzioni (Libri Volanti Editori) e, ancora nel 2018, la menzione speciale del Premio Rodari come autrice del volume Il Formichiere Ernesto (Coccole Books, 2018), illustrato da Ignazio Fulghesu. Ecco: ce n’è abbastanza per farmi tremare ma non mi scoraggio anche se, mentre parliamo, inizio a sentirmi piccola come una formica perché Teresa è colta, in gamba, ha un’esperienza enorme e il suo accento sardo fantastico, la sua ironia mordace e intelligente fanno apparire la realtà circostante più divertente e leggera di quanto la si possa avvertire di solito.
Cosa ci fa una laureata in Filosofia del Rinascimento dietro al banco di una libreria per bambini e ragazzi?
In effetti la mia vita sarebbe dovuta scorrere tra gli scaffali delle biblioteche, tra libri e ricerche. Ma qualcosa è andato diversamente, visto che quando avrei dovuto presentarmi per partecipare al concorso per il dottorato che verteva sullo stesso argomento della mia tesi di laurea, decisi di non presentarmi. E così, con questa scelta azzardata e solo poco tempo prima impensabile, cominciò la mia avventura. È vero anche che negli anni avevo avuto delle avvisaglie della mia natura libera e non propensa a lasciarsi condizionare, creativa e fantasiosa. Sebbene durante gli studi universitari il pensiero logico-filosofico avesse plasmato la mia mente, dimostrandosi perfettamente coerente con le mie idee, avevo comunque partecipato a corsi di teatro, di mimo, imparato a cantare e suonare due strumenti. In me c’era una vocazione artistica evidentemente...
E nel tuo lavoro di curatrice di progetti editoriali per ragazzi, di autrice di libri per bambini e infine di libraia, ti è stata utile la tua laurea in Filosofia del Rinascimento?
Moltissimo. Quando lavoravo in Giunti e nelle mie successive esperienze editoriali come curatrice devo dire che la mia preparazione logico-filosofica mi ha supportato moltissimo nel seguire un lavoro progettualmente complesso come quello di un libro per bambini o nel coordinare un team di redazione, perché ha dato una struttura al mio modo di pensare, mi ha consentito di imparare a fare ordine mentalmente per poi procedere secondo una sequenza logica corretta. Del resto, se è vero che pur cambiando, manteniamo sempre qualcosa del nostro passato, come scrivo ne Il Formichiere Ernesto, la grande svolta che ho dato alla mia vita mi ha consentito di uscire dal guscio, diventare ciò che sentivo di voler essere senza nemmeno saperlo ma al contempo di mantenere invariate parti di me che mi aiutano ogni giorno e una di queste è sicuramente anche il pensiero razionale.
Hai detto che i libri per bambini sono progettualmente molto più impegnativi dei libri per adulti. Che significa?
Significa che ogni libro per bambini non è solo il “contenitore” di una storia ma è un autentico prodotto di design dove ogni singolo elemento, dalle parole che compongono il racconto alle immagini e alla forma, deve essere studiato con estrema precisione. Il libro per bambini prima di tutto viene scelto dagli adulti e poi indirizzato ai bambini; è quindi un tipo di prodotto mediato che non può piacere solo agli acquirenti ma deve riuscire a emozionare anche e soprattutto i destinatari. Esso deve quindi essere pensato in modo che chi lo compra possa comprenderne il valore ludico ed educativo e chi lo riceve possa divertirsi per i suoi contenuti e renderlo un oggetto significativo sia per la sua quotidianità che per la sua vita futura.
Nelle professioni di autrice/curatrice di progetti editoriali per bambini e di libraia per ragazzi, quanto è importante conoscere il mondo infantile ed essere in contatto con i bambini?
Secondo me moltissimo. È praticamente impensabile riuscire in questo tipo di mestieri senza essere a conoscenza del modo di pensare infantile, senza poter prevedere il genere di domande e di obiezioni a cui andrà incontro un progetto non ben delineato secondo i principi afferenti al mondo del bambino.
Quali sono le regole per costruire una buona storia per bambini?
Una buona storia è semplice, non semplificata: la semplicità è un distillato della complessità e non è per niente facile da raggiungere. I bambini possono capire tutto purché siamo in grado di parlare loro in modo adeguato, con parole a loro accessibili e sviluppando dei percorsi cognitivo-emozionali efficaci. Amano il linguaggio analogico e sono attentissimi alle sonorità delle parole e delle frasi. Per questo sono, naturalmente, degli amanti della poesia. Diciamo che, in generale, non si può lasciare niente al caso nei libri per bambini, tutto deve essere studiato in modo attento e approfondito, dalle parole usate alle immagini, dai contenuti che vogliamo trasmettere alla struttura fisica del libro stesso. Forme geometriche, fori, finestre che si aprono, pop-up… tutto deve essere confezionato in modo che il bambino possa comprendere, toccando, giocando e ascoltando.
E per i ragazzi?
Per i ragazzi non è meno semplice ma possiamo attingere a un vocabolario più complesso e, forse, usare un linguaggio, sia verbale che iconico, più simile a quello che normalmente adottano gli adulti. Ultimamente, per esempio, sto ragionando molto sul rapporto testo-immagini nel romanzo per ragazzi. E penso che sia una bella scommessa proporre romanzi indirizzato a un pubblico adolescente dove c’è un perfetto bilanciamento tra immagini, testo e grafica. Questo è quanto ho cercato di fare nella mia collana Rivoluzioni (Libri Volanti). Altra scommessa è mettere diversi livelli di lettura e di complessità. Ad esempio, ogni volume, che tratta di una grande rivoluzione storica, in realtà ospita al suo interno altre due rivoluzioni: una culturale, scientifica o di costume e quella personale dei protagonisti. E così le rivoluzioni per ogni volume sono tre… Questo per far comprendere ai giovani lettori che le vicende storiche vanno inevitabilmente a ripercuotersi nella vita di ciascuno e, allo stesso tempo, che la rivoluzione nell’interiorità di un adolescente ha un valore così profondo per la crescita personale, così come una rivoluzione storica lo ha per la società.
Fin qui abbiamo parlato del tuo impegno come autrice e come curatrice. Veniamo ora al tuo ruolo di libraia: come nasce questa libreria, oggi punto di riferimento per i giovani lettori fiorentini?
Nasce per un caso, come spesso avvengono le cose belle. Io abito in questa zona e da tempo avevo visto questo fondo commerciale apparentemente vuoto. Così decisi di contattare Bianca Belardinelli ed Elena Cavini per chiedere loro se fossero interessate ad aprire con me una libreria per ragazzi: accettarono con entusiasmo. Chiesi di vedere questo spazio e rimasi subito colpita: le grandi vetrine, le scaffalature in legno che vedi erano già presenti, la saletta sul retro sembrava fatta a bella posta per organizzare reading, presentazioni e piccoli spettacoli, per non parlare poi del piccolo giardinetto sul retro. E in breve Cuccumeo diventò realtà!
E perché un nome così inusuale?
Il nome è stato scelto perché ricorda sia cucù, che marameo, ossia il tipo di versi che spesso facciamo da bambini quando si gioca. In realtà poi, Cuccumeo in sardo significa civetta o gufo, ossia quegli uccelli simbolo di conoscenza, di saggezza che fin troppo spesso sono associati ai libri e alla cultura… ma nella versione sarda la parola acquisisce una musicalità che la rende divertente anche solo da pronunciare. Così io stessa volli che il logo richiamasse alla menta l’immagine di una civetta o di un gufo, disegnandolo e richiedendo poi al grafico di adattare il mio disegno. Tuttavia, questa libreria non è pensata solo per i piccoli, prova ne sia che il motto sottostante al logo indica che si tratta sì di una libreria per ragazzi ma “non vietata agli adulti”. In effetti organizziamo anche eventi per un pubblico più maturo: è il caso della presentazione del volume I superconnessi di Domenico Barillà (Feltrinelli 2018) che si terrà il 5 dicembre prossimo alle 18. Si tratta di un volume che analizza i difficili rapporti genitori-figli nel tempo degli smartphone e dei tablet e chi parla è uno psicoterapeuta di primo piano che ha la capacità di parlare in modo semplice e diretto, comunicando efficacemente anche con i ragazzi.
Una libreria per ragazzi risente come una libreria normale della crisi dell’editoria e della lettura?
Forse un po’ meno e forse no. Diciamo che non esiste una vera e propria crisi, intesa come condizione momentanea di malessere ma piuttosto delle politiche di lungo termine sbagliate nei confronti dell’editoria e della vendita dei libri, che ora appaiono in tutte le loro conseguenze. Consentire sconti del 15% su Amazon o nelle grandi catene comporta automaticamente soffocare i librai indipendenti e la piccola e media editoria in favore di scelte di mercato più ampie, come solo i grandi store e le grandi catene librarie possono fare. Ma non è solo questo, il discorso è complesso, perché la merce libro, di suo, sta subendo un calo massiccio di interesse nell’utenza. In ogni caso, calmierare lo sconto aiuterebbe, come avviene in Francia dove, oltre alle politiche di sgravi fiscali per le librerie e di promozione e valorizzazione del libro, si affianca la politica di calmieramento dello sconto, che è massimo del 5% per tutti: piccoli, grandi e Amazon.
La promozione di una libreria come questa in cosa consiste?
Nella fidelizzazione del cliente, perché un libraio per ragazzi è ancor più un professionista che deve essere in grado di consigliare i volumi prima ai genitori e anche saperli far apprezzare al pubblico dei più piccoli attraverso reading a misura di bambino, attività, laboratori, spettacoli. È un settore, quello per ragazzi, in cui il libraio deve essere una figura di riferimento e non un semplice venditore.
Qual è il tuo sogno di libraia?
Il mio sogno sarebbe vedere maggiore collaborazione tra i vari librai, più solidarietà: l’unione e la compartecipazione fanno la forza, la concorrenza è solo un modo per impoverirsi vicendevolmente.
Saluto Teresa Porcella ed esco: parlare con lei, sentirla cantare delle filastrocche, sfogliare i libri insieme a lei, mi ha fatto tornare un po’ bambina e, del resto, Cuccumeo è, per dirla con Antoine de Saint-Exupéry, una libreria per bambini, sì, ma anche per grandi che si ricordano di essere stati bambini.
Libreria Cuccumeo
Via Enrico Mayer, 11-13 R, 50134 Firenze FI
Tel. 055 483003 – libreria.cuccumeo@gmail.com
www.cuccumeo.it
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