02/07/2012
Raccontare il Palio ai bambini dovrebbe essere impresa facile, dal momento che la festa senese è immersa da sempre in un clima di fiaba. Un’aura di leggenda dilata le cronache della sfrenata carriera. Non di rado episodi saporosi son tramandati col gusto che si riserva alle aneddotiche e fulminanti novelle di un’accreditata tradizione orale. Invece, a pensarci bene, il compito appare piuttosto arduo. Sono talmente spesse le stratificazioni amministrative accumulatesi nei secoli e da ultimo si son fatte così complicate e macchinose le fasi di preparazione, così lambiccati i meccanismi gestionali che sfrondare il racconto in modo da proporlo con la lineare e schietta intelligibilità necessaria richiede un grande e delicato sforzo di scrittura. Non basta usare vocaboli comuni per tradurre in una lingua accessibile i moduli di un rito barocco: occorre andare al sodo, non disperdersi, recuperare una scansione narrativa priva di fronzoli.
Ti racconto il Palio di Siena - Marianna Gepponi con i testi e Daniela Pedretti con le illustrazioni hanno insieme composto un libro (“Ti racconto il Palio di Siena”, Pacini Editore) che si segnala per eleganza grafica ed efficacia didattica. Marianna ha confidenza con i libri e sa modulare la lingua avendo ben presente il suo pubblico. E Daniela accompagna la divertita spiegazione con tavole che stilizzano con garbo paesaggi e momenti. Si comincia con Senio e Ascanio sorpresi “in una bella vallata ai piedi di tre verdi e dolci colline” e si finisce con quello stesso paesaggio, luminoso dello stesso sole, intatto e appena punteggiato da rari e aguzzi cipressi. In mezzo il racconto del Palio, espressione di una città di pittori e mercanti, di ricche dame e sfarzosi costumi. In fondo il premio assegnato a chi vince è un prezioso “pallium”, “un lungo drappo di tessuto prezioso”, simile agli abiti che portavano le Madonne delle tavole sugli altari. Dall’alto cavalli e fantini che girano attorno al Campo sembrano simulare il vortice di una giostra. La mappa multicolore di Siena ha l’enigmaticità di un’isola del Tesoro, piena di inimmaginabili scoperte.
Un linguaggio a portata di bambino - “ I nomi e i simboli delle Contrade prendono spunto da animali, reali e fantastici” dice Marianna al suo attento uditorio. E non si potrebbe far intendere meglio il mix di terrestre realismo e spigliata mitologia che alimenta sogni e rivalità. Non per caso si intrattiene con puntiglio sulla severità della selezione operata dai veterinari, a dimostrazione di una cura che attesta un autentico riguardo per i protagonisti dell’aspra tenzone. E il barbaresco dorme accucciato nella stalla, poggiando la testa sulla pancia del suo cavallo in segno di protezione affettuosa e non disinteressata. Del corteo storico viene messa in risalto la funzione civica: “Il corteo storico è una bellissima sfilata di tante persone vestite come nel Medioevo, ognuna delle quali rappresenta un pezzo di storia della città di Siena” fa osservare Marianna. Ed è proprio così. Il corteo è come un puzzle che si può scomporre e ricomporre smontando la pretesa continuità della storia in una serie di araldiche figure allusive: come un mazzo di tarocchi. I disegni di Daniela sono morbidi di una geometrica rotondità, risentono originalmente di soluzioni alla Emanuele Luzzati, incaricato giustamente anni fa di dipingere un drappellone che resta tra i memorabili. Come in ogni sussidiario che si rispetti è sollecitato un intervento del giovanissimo lettore. Il fantino vittorioso è lasciato in bianco. Dovrà essere colorato a cura di chi ha sfogliato il volume. Che così, personalizzato e datato, serberà i lineamenti d’una leggenda scrutata a occhi aperti: una superstite fiaba italiana. Non sarebbe male che anche chi è in là con gli anni ritrovasse nel Palio i puri elementi che l’anno sottratto alla dimenticanza. “La cosa più bella di questa storia – ammonisce l’autrice con lapidaria e saggia sentenza – è che il Palio esiste ancora oggi”.
Articolo pubblicato su Il Corriere di Siena del 29 giugno 2012 (p. 25)
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