La libreria Becarelli di Siena, dove sono diretta stamattina, è fuori dalle mura della città del Palio, ma insomma una gita in Piazza del Campo non me la sono negata comunque. Siena è una città piacevole, dove ancora, nonostante il numero considerevole di turisti, si respira l’aria tutta italiana dei luoghi in cui la macchina del turismo di massa non ha preso il sopravvento. Di più: Siena è una città giovane grazie alla presenza dell’Università e dell’Università per Stranieri e quindi di ragazzi sotto i trent’anni se ne incontrano moltissimi, con l’aria svagata di chi ha la testa piena di sogni e vede possibile l’idea di cambiare il mondo. Prima ancora che me ne renda conto, assorta come sono nei miei pensieri, eccomi arrivata in via Goffredo Mameli, pochi passi ancora e sono davanti al numero civico 14: la libreria Becarelli si apre ampia di fronte ai miei occhi, al di là della grande vetrina. Ho appuntamento con
Gabriella Guaiti per parlare di lei, della sua libreria e del suo mestiere e sono veramente curiosa di sentire una nuova storia fatta di carta, pagine e pensieri.
Buongiorno Signora Guaiti, lieta di conoscerla. La prima e inevitabile domanda non può che essere questa: come ha avuto inizio la libreria Becarelli di Siena?
Io e la mia famiglia siamo sempre stati nel settore editoriale e negli anni Novanta mi sono trasferita da Milano a Siena per motivi personali. Inizialmente non pensavo di aprire una libreria, per la verità non ci avevo mai pensato, ma la cosa che mi stupiva di Siena era che ci fossero molte librerie nel centro storico e nessuna fuori dalle mura. Questo mi comportava fare lunghi tratti di strada per comprare un libro e, come a volte accade, arrivata al negozio, non trovavo quello che desideravo. Iniziai allora a chiedere ad amici e conoscenti quale fosse il motivo per cui nessuno avesse pensato ad aprire una libreria fuori dalle mura. Spesso a questa mia domanda, la reazione era di puro divertimento, come se avessi chiesto qualcosa di un po’ stravagante. Alla fine, nel 2006, siccome sono una persona a cui non piace fermarsi davanti a ciò che non capisce, decisi di aprirla io una libreria fuori dalle mura… ed ecco nata la libreria Becarelli.
Che tipo di libri ospita all’interno del suo spazio?
La libreria Becarelli è anche un marchio editoriale dedicato alla glottodidattica, ai testi universitari e alla critica letteraria, ma da quest’anno abbiamo anche inaugurato una collana sul viaggio lento, chiamata InCammino. Per questo motivo, anche la libreria risente di questa impronta, ospitando, nella seconda sala dove facciamo anche incontri con gli autori e presentazioni, un ampio settore Universitario Professionale. Poi ovviamente in libreria si possono trovare volumi di ogni genere, dai romanzi classici alle ultime uscite, dalla saggistica alla poesia.
Come è fare il mestiere del libraio?
Per chi, come me, ama il libro, fare il mestiere del libraio è indubbiamente un lavoro bellissimo perché si è sempre in mezzo ai libri, perché si incontrano gli autori e perché si ha un rapporto estremamente proficuo con il pubblico. Tuttavia bisogna dire che, oggi come oggi, è un mestiere duro a causa delle difficoltà economiche in cui si trova il settore.
Quali sono, secondo lei, i problemi maggiori che affliggono la categoria dei librai?
Ho un nome solo da dire: Amazon. Lasci perdere la vendita sugli store online che è assolutamente normale, lasci andare l’avvento degli ebook che difficilmente arriveranno a sostituire il libro cartaceo, quello che rende la vita dei librai veramente complessa è Amazon. Perché? Perché Amazon non paga le tasse in Italia, perché non è regolamentato, perché applica sconti superiori al 15% e, anche segnalando una simile irregolarità a chi di dovere, bastano pochi giorni per veder ricomparire nuovi sconti superiori al 15% e ricordiamoci che il margine medio di guadagno su un libro per un libraio è del 30%, pertanto, applicando uno sconto superiore al 15%, lei comprenderà che il nostro ricavo è pressoché nullo. E potrei andare avanti per ore ad elencare tutte le irregolarità di Amazon…
Quali sono le caratteristiche che oggi deve possedere un libraio per essere all’altezza del suo compito?
Beh… fare il libraio è un lavoro trasversale, che incrocia cioè molte competenze. Pertanto serve un’ottima cultura generale. La mole di lavoro è notevole, gli orari non sono certamente confortanti, è faticoso perché bisogna tenere in ordine gli scaffali, rimettere gli ordini ed è necessario avere anche conoscenze adeguate a seguire il lavoro amministrativo e manageriale in senso stretto.
Quali strategie di promozione usa per la sua libreria?
Ovviamente utilizziamo i social network che sono imprescindibili oggi per pubblicizzare gli eventi in libreria e poi organizziamo varie iniziative, come i giochi nelle scuole, delle attività culturali legate alla vendita, incontri di poesia, seminari sugli argomenti più disparati e inoltre abbiamo un gruppo di lettura che si riunisce una volta al mese.
Lei, poco fa, ha parlato del rapporto con il pubblico. Le chiedo: è possibile oggi, nell’epoca di Internet e dei rapporti virtuali, arrivare a diventare un amico libraio, un amico dei propri clienti?
Indubbiamente sì. Tenga conto che la lettura è uno dei dati sensibili, degli elementi che caratterizzano nell’intimo una persona. Mettere a parte un altro dei propri gusti in fatto di libri, significa, in qualche modo, parlare di sé in modo chiaro, diretto, senza schermi. Per questo tra libraio e cliente si crea spesso un legame importante e per questo è molto importante che un libraio legga, perché solo così potrà dare dei buoni consigli al proprio pubblico.
Quali consigli di lettura darebbe ai nostri lettori?
Prima di tutto consiglierei “I Cantos” di Ezra Pound, (Mondadori), un grande poeta oggi assurdamente avvicinato alle ideologie di estrema destra, ma che invece deve essere riscoperto per il valore altissimo dei suoi versi. In questo senso ho pensato di organizzare un incontro in libreria chiamato “Leggere Ezra Pound a Siena”, mutuando il titolo dal celebre “Leggere Lolita a Teheran” così da cercare di farlo conoscere con l’aiuto e l’intervento di amici intellettuali e poeti. Poi consiglierei i lavori di due donne italiane, “I leoni di Sicilia. La Saga dei Florio” (Nord Edizioni) di Stefania Auci, veramente godibile e infine il bel libro di Romana Petri, “Pranzi di famiglia” (Neri Pozza)
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Qual è il suo sogno di libraia?
Per il futuro mi piacerebbe poter lavorare con maggiore serenità, fare degli orari più accettabili, magari anche qualche periodo di ferie… Un sogno, perché purtroppo il nostro lavoro, per le difficoltà che ci sono oggi, è veramente fagocitante.
Saluto Gabriella Guaiti ed esco. Siena mi aspetta per un altro giro e mentre ne ammiro le belle strade e i monumenti non posso fare a meno di pensare con amarezza che sempre più frequentemente il sogno dei librai che intervisto è lo stesso: lavorare con maggiore serenità. Un sogno apparentemente vicino, abbordabile, eppure nei loro sguardi e nelle loro parole avverto il timore di non riuscire ad afferrarlo.
Libreria Becarelli
Viale Goffredo Mameli, 14
53100 Siena
t. 0577 226427
http://www.labecarelli.it/wordpress/
info@labecarelli.it
editore@labecarelli.it