Nonostante le grandi ombre rotonde sopra di me, il caldo è soffocante. Tutto intorno sento le grida. Cerco di concentrarmi, ma è così difficile. Guardo gli asteroidi in avvicinamento, sempre più grandi, le traiettorie andranno a incrociarsi, ma entrambi sono in rotta di collisione con la Terra. È impossibile rimanere freddi e concentrati. Ma il prescelto sei tu! Sei tu l’uomo decisivo che deve evitare la catastrofe. Mi asciugo la fronte e controllo l’energia disponibile nell’accumulatore del “raggio di forza”. Adesso è di nuovo sufficiente. Imposto il puntatore per colpire l’asteroide “A” per deviarlo sull’asteroide “B” e farli autodistruggere. Aspetto la sovrapposizione delle linee di mira guidate dal computer e schiaccio il pulsante di sparo. L’asteroide “A” è colpito! Lo vedo deviare verso “B”, ma non avviene nessun impatto gli asteroidi si sovrappongono e si oltrepassano ancora intatti.
− Ho sbagliato ancora la generatrice! − sbotto.
Mi concentro sullo schermo e analizzo. La traiettoria della sezione conica originata dall’incontro tra la retta generatrice del piano inclinato e l’asse del cono origine non è una parabola ma un’iperbole, devo impostare di nuovo il programma. Ammiro lo splendore del cielo così maledettamente bello con le sagome sempre più grandi di quei corpi celesti impazziti. All’improvviso un piccolo settore in basso s’illumina: − Impostare generatrice “A”. Devo iniziare di nuovo la sequenza per assecondare questo maledetto programma. Improvvisamente, intorno a me, è sceso il silenzio. Sento il peso degli sguardi; sono tutti atterriti in attesa dell’inevitabile. La tensione è alle “stelle”; è il caso di dirlo. Sulla console digito velocemente i dati che ho ricalcolato. Tra qualche attimo avverrà l’ultimo incrocio di orbite degli asteroidi prima dell’impatto col pianeta. Se la generatrice impostata è corretta, la deviazione li farà scontrare e si neutralizzeranno a vicenda, altrimenti sarà la fine.
Ci siamo! Il periodo di rivoluzione è quasi completo, gli astri sono di nuovo in rapido avvicinamento, non è più questione di prospettiva, questa volta non possono evitarsi.
− Ora! – grido, premendo il pulsante di sparo.
− Andiamo Gianni… smettila di giocare con quell’Ipad. Non senti che caldo? Invece di stare sempre sotto l’ombrellone a rimbecillirti il cervello con quelle cazzate perché non vai a fare un bagno?!
Guardo mio padre con odio. Riesce sempre a rovinarmi tutto. Sbircio ancora il tablet e vedo gli asteroidi sovrapporsi senza scontrarsi. Il pianeta è perduto e Asteroids ha vinto ancora.
− Fanculo – impreco.
− Come? – Papà mi guarda male.
− No niente. Vado a fare un tuffo… è meglio.
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