Zucchetti e kippah. Il volume del vaticanista Bartoloni svela i segreti della Santa Sede

Firenze il 18/09/2023 - Redazione
Cosa scrisse Edith Stein a papa Pio XI per denunciare i pericoli del nazismo? Qual è l’origine dell’inno ufficiale pontificio? Perché a tanti membri del clero è tacitamente vietato portare la barba? Cosa si cela dietro cappe, tiare, flabelli, cattedre, simboli ecclesiastici di potere e riverenza? Ce lo rivela Bruno Bartoloni in "Zucchetti e kippah" (Mauro Pagliai Editore), prezioso scrigno di curiosità, memorie e racconti che ci portano dentro le mura del Vaticano.

Bartoloni la Santa Sede ce l’aveva “in tasca”, proprio come suo padre Giulio, il primo dei “vaticanisti”. Per più di cinquant’anni ha seguito gli ultimi sette papi a partire da Pio XII. È stato redattore dell’Agence France Presse, collaboratore della Reuters, del Corriere della Sera, di Epoca e Panorama, del Messaggero, del Giornale di Sicilia, di Paris-Match, e di moltissimi giornali e periodici di tutto il mondo, compreso L’Osservatore Romano. Ha girato l’Italia con papa Roncalli (che chiamavano “Johnny Walker”), ha fatto il giro del mondo con Karol Wojtyla (a cui in un’occasione ha rubato gli sci), e ha viaggiato da clandestino nell’aereo che riportava papa Montini da Firenze a Roma. Ha conosciuto il potentissimo cardinale Marcinkus, che regnava sulle finanze pontificie, e raccontato vita, morte e miracoli di tutti i personaggi d’Oltretevere, dai direttori del giornale vaticano al podologo dei prelati. Molte delle sue esperienze, avventure e disavventure rivivono in "Zucchetti e kippah", dove ci spiega che nella Guardia Svizzera potrebbero essere ammesse delle donne – ad esempio alabardiere – e che in Vaticano esiste ancora una “sedia stercoraria”, utile a verificare il sesso dei papi appena eletti mediante un foro nella seduta, dopo la strana vicenda della papessa Giovanna. Non mancano approfondimenti su questioni che, di tanto in tanto, tornano agli onori della cronaca o al centro del dibattito pubblico, come le motivazioni dietro al celibato ecclesiastico o le relazioni tra ebrei e cristiani.
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