Vita da ct in un libro. Sacchi: "Io come don Abbondio, vaso di terracotta in mezzo a tanti di ferro"

il 29/04/2015 - Redazione

«Firenze è da dove sono partito, dove ho studiato non solo calcio e dove ho capito i primi fondamenti della scuola di Coverciano». A raccontare i suoi esordi è Arrigo Sacchi, storico ex tecnico rossonero, e ct vice campione mundial ad Usa ’94 con l’Italia, a Firenze per presentare il suo libro “Calcio totale. La mia vita raccontata a Guido Conti”.

Vita da ct, spesso solitaria - Sacchi martedi’ sera era alla libreria Ibs insieme al giornalista del Corriere dello sport-Stadio Alberto Polverosi che ha fatto da Cicerone nelle tappe principali della carriera calcistica di Sacchi, partito come allenatore dal settore giovanile gigliato, e che ha interrotto la sua carriera dirigenziale nel luglio 2014 con l’abbandono del ruolo di coordinatore delle nazionali giovanili azzurre. Chi spera di trovare nel libro di Arrigo Sacchi un’aneddotica particolare sui suoi anni in panchina, sulla falsariga delle opere autobiografiche di certi calciatori, non può andare piùlontano da ciò che è “Calcio totale”. «Spero di aver descritto le sensazioni che provo io come amante dello sport che ho sempre praticato e seguito, anche quando ne sono rimasto fuori – ha spiegato - che sono le stesse che ho cercato di mettere in campo come tecnico, ovvero la ricerca delle bellezza, come quella che c’è quando guardi un bel dipinto ad esempio di Botticelli o un’opera d’arte del Buonarroti. Ho voluto raccontare la vita ad esempio dell’allenatore che spesso, se non sempre,è solo: uso spesso in questi casi la metafora di Don Abbondio ovvero l’unico vaso di terracotta in mezzo a tanti vasi di ferro. Io per fortuna ho avuto la fortuna di avere quasi tutti dirigenti pazienti e bravi nel saper capire ed aspettare che quello che facevo, totalmente contrario a quello che si faceva allora nel calcio italiano, avrebbe portato dei frutti. Sono spesso stato dipinto come un eversore e che andava al contrario di quello epico ed eroico che era stato raccontato fino ad allora. Ho sempre detto che il calcio doveva divertire e quindi ho cercato di insegnare un calcio che puntasse al merito. Mi sono sempre scontrato con alcuni calciatori, penso a Van Basten, che mi diceva che non lo facevo divertire. Alla fine ha dovuto cambiare idea».

Mourinho, Guardiola ed Ancelotti, il trio delle meraviglie - A tenere compagnia all’ex c.t. azzurro sono intervenuti molti personaggi del mondo del calcio: dal c.t. dell’Under 19 Alessandro Pane, al figlio di Ferruccio Valcareggi, Furio, all’ex d.s. Tito Corsi, passando per l’ex terzino di Milan e Fiorentina Stefano Carobbi. Sacchi nella chiacchierata fatta nel corso della presentazione del suo libro ha dato anche una pennellata sul momento attuale del calcio. «Oggi ci sono tre allenatori formidabili: Mourinho, Guardiola ed Ancelotti. Quest’ultimo è l’unico che, forse anche per l’esperienze accumulate da calciatore e da tecnico in paesi diversi, riesce a far stare insieme cose che sembrano impossibili. Il Barcellona di Guardiola ha dimostrato che l’armonia in uno sport individualità è possibile. Chi ha affrontato i blaugrana non può che essere rimasto affascinato dal suo gioco». Infine una considerazione sui recenti fatti di cronaca intorno al mondo del pallone italico. «Il calcio per noi è terreno di rivendicazione sociale: ci serve per essere un attimo vincenti senza però basi adeguati. Io mi sento controcorrente e non è un caso che abbia dovuto abbattere sempre tanti muri».

Luca Cellini

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