"Utoya" di scena al teatro Magnolfi di Prato per tutto il mese di ottobre

il 12/10/2015 - Redazione

Due attori che rappresentano frammenti delle vite di tre coppie scosse, a diverso titolo e ragione, dalla strage di Utoya alternando i ruoli solo con l’aiuto di una giacca, tolta, rimessa e poi tolta, di un paio di occhiali inforcati e poi ricacciati in tasca. Solo due attori, una scenografia essenziale, un dialogo serrato e senza interruzioni per calamitare l’attenzione sulla strage nella quale il 22 luglio 2011 vennero uccisi 69 ragazzi laburisti impegnati in un raduno sull’isola di Utoya, in Norvegia. “Utoya” è in scena al teatro Magnolfi di Prato fino a domenica 25 ottobre. Uno spettacolo che Arianna Scommegna e Mattia Fabris hanno il merito di far vivere con intensità e partecipazione in un teatro, il Magnolfi, che è una deliziosa bomboniera che mette in simbiosi completa attori e pubblico. Lo spettacolo è  prodotto dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana in collaborazione il  Teatro Ringhiera ATIR e con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia.

Lo spettacolo
- Arianna Scommegna e Mattia Fabris raccontano, alternandoli con un ritmo che non concede pause, il dolore, l’indifferenza e lo stordimento di tre coppie travolte da una strage che mette in crisi antiche e consolidate certezze dell’universo scandinavo. Stereotipi travolti da un evento “impossibile” che, appena passata l’incredulità, mette le tre coppie a nudo, in faccia alle proprie certezze crollate. Di fronte al doppio orrore: quello di una strage e quello di un crimine atroce e premeditato perpetrato da “uno di noi”.Commesso da un norvegese di cui fa orrore pronunciare perfino nome e cognome. un orrore che confina pericolosamente con la rimozione.

Memoria di una strage - “Utoya”, un testo di Edoardo Erba di scena al Teatro Magnolfi di Prato, ha il merito di riportare alla memoria una strage troppo presto dimenticata e di scavare dentro una società, quella norvegese, che si riteneva immune al contagio della violenza, inconsapevole del pericolo costituito da una xenofobia strisciante e in apparenza ingenua e popolaresca. Il testo, messo in scena dalla regia di Serena Sinigaglia, prende spunto da un libro che un giornalista italiano, Luca Mariani, ha voluto dedicare a Utoya; “Il silenzio sugli innocenti” scava dentro le pieghe di questa storia troppo presto scomparsa dalla coscienza collettiva europea: la strage compiuta da “uno di noi” che è meglio dimenticare e archiviare in fretta anche dal punto di vista giudiziario, senza scandagliare troppo su appoggi e complicità.

Info - Durata 75' - I biglietti sono in vendita sul sito http://ticka.metastasio.it (sconto del 10%) oppure alla biglietteria Metastasio, via Cairoli 59, tel. 0574/608501, alla Tabaccheria Bigi, via Bologna 77, Prato - tel. 0574/46231 oppure tramite il Circuito Boc Office.

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