Episodi realmente accaduti si intrecciano alla fantasia nel nuovo libro di Giuseppe Vottari “Una tenebra liberatrice” (Mauro Pagliai Editore), un giallo storico ambientato nell’Italia del ventennio fascista con una trama fitta di delitti, sospetti e intrighi.

Paolo Guarnone, appena ventiduenne, anarchico convinto e militante, è il 'cucciolo dei beccamorti', il più piccolo in servizio all'obitorio di Lambrate, Milano. Ha appena finito di raccogliere i resti delle vittime dell'attentato dinamitardo alla Fiera Campionaria del 12 aprile 1928, diretto contro quel "campione formato mignon di Vittorio Emanuele III", insieme al suo collega Umberto, socialista da sempre. Ma non è finita lì: lo aspettano altri due corpi da portare all'Istituto di Medicina Legale. Due morti che però indossano la camicia nera e, come se non bastasse, uno dei due è il marito di sua sorella. Il giovane anarchico si ritrova ben presto in mezzo a una ragnatela intricata tra colleghi ricattati, poliziotti e spioni, fanatici e violenti squadristi, fascisti di alto grado, alcuni esistiti realmente, sui quali aleggiano chiacchiere e sospetti di essere sì 'duri' ma non proprio 'puri' come la prosopopea della camicia nera racconta. Mentre la morsa del regime sugli oppositori si fa più stretta, l'atmosfera per il giovane diventa sempre più pesante, e le domande più numerose e pericolose: che relazione c'è tra l'attentato e l'omicidio dei due miliziani? Chi ha portato via i soldi dagli uffici postali di Piazza Cordusio? Sono stati davvero i 'rossi' a nascondere la bomba davanti alla Fiera? La ricerca delle risposte si rivelerà una corsa ad ostacoli, narrata in pagine ricche di suspence e colpi di scena che lasciano però spazio a numerosi spunti di riflessione.