Un raffinato profilo dell'illustre intellettuale di origine russa, Bernard Berenson, e degli anni fiorentini che lo videro anima dei salotti d'arte è uscito con il titolo "Una visita al signor Berenson. Scritti critici e altri diletti" (per i tipi della Franche Tirature) di Roberto Papi. Il volume, curato dal nipote Leonardo Papi e preceduto da un'interessante introduzione del professor Antonio Paolucci, raccoglie oltre al saggio che dà il titolo al testo (uscito per Sansoni nel lontano 1958) diversi altri contributi, tra saggi, articoli e dissertazioni dello scrittore fiorentino.
La figura di Berenson - Apre il volume un bellissimo ritratto di Bernard Berenson. Americano di origine russa, egli è stato senza dubbio uno dei massimi conoscitori d'arte che il mondo abbia mai avuto. Scelse di vivere parte della sua vita a Firenze, nella Villa ai Tatti, forse per rimanere vicino a quell'immenso patrimonio artistico che la città custodisce e che Berenson ben conosceva. "La "grazia" - scrive Antonio Paolucci nella sua introduzione - è eleganza intellettuale, è rispetto e curiosità verso gli altri, è lo stile che non appare più tale perché è diventato consuetudine e costume". Roberto Papi affronta con tale grazia lo splendido ritratto di Bernard Berenson. Il critico d'arte, continua Paolucci "non aveva titoli accademici, né ruoli politici, né responsabilità burocratiche, eppure il mondo intero era affascinato dalla grazia preraffaellita di questo conoscitore squisito che praticava "en amateur", con gioia e stupore e sapienza infinita, Giovanni di Paolo e le sculture cinesi di epoca Tang, i rilievi egizi e Dante Gabriele Rossetti, la musica e la poesia, l'arte della conversazione e quella dell'abitare".
Racconto di una giornata insieme - L'ideale di intellettuale immaginato da Papi era Bernard Berenson. È, dunque, facile immaginare che su di lui, sulla sua dimora ai Tatti, sia stato in grado di scrivere "pagine bellissime, perché nel suo modello estetico si riconosceva". Una giornata passata in compagnia di uno dei più grandi cultori d'arte, Berenson appunto, diviene allora un viaggio nella storia dell'estetica, dell'arte, secondo una linea introspettiva che traccia il profilo di Berenson medesimo. Un'esistenza eletta, quella di Berenson, rivelata da appassionate narrazioni, speculazioni su arte, musica e architettura.
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