Una famiglia leggera. I legami non tradizionali al centro del romanzo di Maria Pia Perrino
Firenze il 25/03/2024 - Redazione
Un racconto ricco di eventi lieti e avvenimenti tragici, tutti con un unico comune denominatore: scoprire che nelle proprie radici, oltre agli affetti familiari, si sono depositati legami altrettanto intensi, parentele non consanguinee che hanno inciso nella formazione lasciando tracce indelebili. Sentimenti di amicizia, di condivisione di un modo di sentire affine che accompagnano lungo il percorso di crescita.
Di questo parla, in sintesi, il romanzo di Maria Pia Perrino “Una famiglia leggera” (Scatole Parlanti) che vede come protagonisti Rosa, una ragazza pugliese che vive a Milano, e suo marito Renzo. Lei si è appena laureata, tra loro c’è un rapporto d’amore, di rispetto e di rifiuto delle differenze di ruolo. Renzo muore improvvisamente in un incidente stradale, lo stesso giorno in cui Rosa scopre di essere incinta. Questi due eventi concomitanti sconvolgono i piani di Rosa e lei deve decidere se affrontare o meno una maternità solitaria. Sceglie di mettere al mondo Eva, sua figlia, confortata dal sostegno di Marta e Arturo che le sono vicini con affetto durante la gravidanza e con curiosità per un’esperienza genitoriale non prevista nei loro programmi di vita.
I tre amici sono accomunati da esperienze dolorose vissute nelle loro famiglie di origine: Rosa ha perso il padre in gioventù, i genitori di Marta si sono separati e il padre di Arturo si è risposato dopo la morte della moglie. Casualmente si ritrovano a convivere e spontaneamente nasce tra loro una “famiglia leggera” in cui ognuno si prende cura dell’altro, senza essere ingabbiato nei ruoli della famiglia tradizionale dove il fluire dell’affetto è considerato un dato scontato.
Il confronto tra la loro esperienza e la famiglia biologica ricorre spesso nel romanzo dove si legge: “Nel corso del tempo alcuni di questi legami non c’erano più, si erano svuotati. Ci si incontrava solo nelle celebrazioni di matrimoni, nascite e morti, eventi in cui i partecipanti seppure uniti dal rito restavano distanti, ognuno nella propria gabbia esistenziale. A loro la vita si era incaricata, per caso, di regalare nuove e diverse trame affettive, di amore e di accudimento, che avevano placato ansie e solitudini”.
Rosa inizia a lavorare e fatica a trovare un riconoscimento della propria professionalità. Eva è al centro dell’attenzione della “famiglia leggera” e durante l’infanzia cresce serena. Marta è avviata a una brillante carriera in campo letterario e Arturo, dopo la laurea in architettura, spinto dalle necessità economiche, sperimenta lavori precari e insoddisfacenti che lo conducono lontano da Milano. La lontananza vissuta come l’incombere di un destino avverso, fa esplodere differenze di carattere e di prospettiva tra Marta e Arturo che non riescono ad affrontare e risolvere i loro conflitti.
Col tempo i rapporti si diradano, ognuno prende la sua strada e, nei fatti, si esaurisce l’esperienza della “famiglia leggera”. Arturo si ammala gravemente. Rosa, Marta ed Eva, che è diventata adulta, lo accompagnano nella malattia. Nel momento più drammatico il legame risorge. La solitudine, la riconversione delle loro esistenze, una fase più matura della vita sono passaggi impegnativi e duri ma l’esperienza della “famiglia leggera”, con il suo portato di affettività, rappresenta ancora per tutti una risorsa interiore a cui attingere nei momenti difficili.
Maria Pia Perrino è nata a Ceglie Messapica (BR) nel 1957. Laureata in Giurisprudenza, ha lavorato per la Regione Toscana occupandosi a lungo di diritti dei detenuti, minori e difesa civica. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro, Finché vola l’aquilone (Porto Seguro Editore), segnalato nell’ambito del premio internazionale “Mario Luzi”. Una famiglia leggera è il suo secondo romanzo.
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