“Le società non sono mai implose per essersi aperte, ma per essersi chiuse”. Questa la posizione di Cosimo Calamini che dopo il successo di "Poco più di niente", uscirà in primavera con un nuovo romanzo sul “cortocircuito” che provoca la costruzione di una moschea in un paese della provincia toscana. Dopo il romanzo d’esordio edito da Garzanti Libri, Calamini tornerà in libreria con un’altra questione delicata, molto vicina alla provincia senese, per la costruzione della moschea di Colle Val d’Elsa. Calamini nato a Firenze nel 1975, nel 2003 è stato tra i finalisti del Premio Solinas per soggetti cinematografici e nel 2004 si è diplomato in sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Attualmente lavora a Roma come sceneggiatore cinematografico e autore di documentari per La7, History Channel, Studio Universal e RAI 3.
Quale messaggio volevi mandare con "Poco più di niente"?
Il messaggio principale è racchiuso nella frase che appare anche sulla copertina: “Scommettere anche senza possibilità di vittoria significa sempre sperare”. La speranza è una delle parole chiave del romanzo, ma c'è un'altra frase significativa. È una frase di Jean Dubuffet: “La vera arte è sempre là dove non la si attende, dove nessuno pensa a lei, né pronuncia il suo nome”. La speranza è un po' come l'arte in quella frase che Vanni ama citare. I protagonisti cercano in una “soluzione improbabile” una possibile via d'uscita dai loro problemi economici, non rendendosi conto che i loro veri problemi non sono legati soltanto al lavoro e quindi alla precarietà, ma anche all'incertezza delle scelte, alla maturità, all'acquisizione di consapevolezza.
Stai per pubblicare il secondo romanzo, di cosa parlerà?
Racconterà la storia di un piccolo paese, sito nel cuore della Toscana, in cui costruiscono una grande moschea…Il cortocircuito sarà inevitabile!
Sceneggiatore a Roma, com'è la Toscana vista da fuori?
E’ un luogo in cui si torna sempre con grande piacere…
Qual è il rapporto tra cinema e letteratura?
E’ un rapporto profondo, soprattutto per chi fa il mestiere dello sceneggiatore. Scrivendo soggetti o sceneggiature si lavora su una forma scritta molto simile al racconto o al romanzo, almeno a livello strutturale. Non è un caso che “Poco più di niente” nasca come soggetto per un film.
SOTTO TORCHIO
L’ULTIMO LIBRO LETTO
Totem e Tabù di Sigmund Freud
LIBRO E AUTORE PREFERITO
Musica per Camaleonti di Truman Capote
IL LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI
Soldati di Salamina di Javier Cercas
LEGGERE E’…
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