Sono state aperte il 4 febbraio le nuove sale restaurate del Complesso Monumentale di Abbadia Isola. Presentando i lavori di restauro il Comune di Monteriggioni ha illustrato, grazie alla competenza dell’architetto Andrea Brogi, anche una pubblicazione curata dall’assessore all’Urbanistica ed alla Comunicazione Esterna, Adriano Chiantini.
Il volume - La pubblicazione si basa sulla stampa anastatica della rivista Emporium dell’agosto 1907, che conteneva fotografie di Monteriggioni che risalgono dunque a più di un secolo fa. Adriano Chiantini ha ritrovato la rivista in un negozio di antiquariato e la Giunta ha pensato di riprodurre le foto mostrandole e confrontandole con l’attualità. “All’epoca Monteriggioni - spiega Chiantini nell’introduzione- era un povero borgo rurale che molto aveva perduto del proprio splendore e aveva completamente perso la valenza militare. Le foto sono complessivamente una ventina ed alcune ci danno una visuale del castello prima degli interventi di fine degli anni 20, interventi che hanno sopraelevato la gran parte delle 15 torri della cinta muraria. Come il Castello anche Abbadia Isola è notevolmente trasformata sia nella facciata che nell’interno”.
Le immagini - Le foto quindi ritraggono un castello senza torri ed un’abbazia senza scalinata interna e con la riapertura del doppio portale, che appunto denota nella chiesa di San Salvatore e Cirino all’Isola una chiesa frequentata da pellegrini che in occasione di un afflusso di fedeli consistente permetteva di entrare da una porta e uscire dall’altra senza creare problemi al flusso delle persone. Chiantini ha spiegato anche che la lapide apposta sulle mura esterne del Castello reca una data che può trarre in inganno, collocando la data di fondazione nel 2 marzo 1213. “Purtroppo – continua Chiantini – non si era considerato il diverso modo di computare l’anno che era in vigore a Siena fino al 18^ secolo, perché l’anno non iniziava il 1 gennaio ma il 25 marzo, data dell’incarnazione di Cristo almeno fino al 20 novembre 1749 quando con una legge il Granduca stabilì che tutta la Toscana avrebbe iniziato il nuovo anno il primo gennaio. Pertanto il 2 marzo 1213 corrispondeva in realtà al 1214”.
La storia - Nella prefazione alla pubblicazione il sindaco Valentini mette in evidenza che “dal punto di vista demografico, in provincia di Siena, Monteriggioni non è stato il solo Comune a crescere e nemmeno quello che è cresciuto di più. Eppure nel passato di Monteriggioni c’è una differenza rispetto alla maggior parte degli altri Comuni, che spiega molto del suo presente. Mentre gli altri Comuni a cavallo della seconda guerra mondiale avevano una popolazione numerosa, che diminuì drasticamente negli anni sessanta (il cosiddetto “spopolamento della campagne”) per poi ricominciare ad aumentare negli ultimi 20-30 anni, i residenti a Monteriggioni nel dopoguerra erano pochi e sostanzialmente stabili. All’epoca del censimento del 1951, ad esempio, Asciano e Castelnuovo Berardenga avevano 10mila abitanti, Sovicille 8mila e Castellina in Chianti ed anche Casole d’Elsa tanti quanto Monteriggioni, e cioè circa 5mila. Da quel periodo Monteriggioni imbocca un sentiero di sviluppo progressivo e costante, con la crescita contemporanea di popolazione e posti di lavoro. La gradualità dello sviluppo ha consentito di assorbire meglio che altrove le trasformazioni e di integrare socialmente i nuovi arrivati nelle varie frazioni”. Questa pubblicazione non parte dalle origini, ma indaga un periodo relativamente più recente, con l’ausilio delle immagini. Proprio il confronto visivo che questo libretto stimolerà, non si limiterà ad indicare il cambiamento esteriore ma a suggerirne le ragioni, fornendo informazioni preziose per la comprensione di ciò che è diventato il paesaggio attuale.
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