Il carteggio tra lo scienziato Albert Einstein ed il cugino Robert, la corrispondenza con Benedetto Croce sul senso della guerra; la lettera in cui Robert Einstein annuncia il suicidio al fattore del Focardo; le foto d’epoca che narrano la vita alla Villa Il Focardo nelle campagne di Rignano sull’Arno; l’antifascismo nel Valdarno fiorentino. Questi alcuni dei documenti che caratterizzano le due mostre “Gli Einstein a Firenze e dintorni” e “Album di famiglia. Diario di una bambina sotto il fascismo” che dal 27 gennaio al 19 febbraio 2011 sono allestite in Palazzo Medici Riccardi per ricordare l’eccidio del Focardo: la tragedia della famiglia Einstein, ossia il massacro di una madre e due figlie nell’agosto del ’44 ed il conseguente suicidio del marito e padre, Robert, l’anno dopo.
Il dramma - Una strage testimoniata solo da un breve messaggio ritrovato sul luogo della strage, con le parole: “Abbiamo giustiziato i componenti della famiglia Einstein, rei di tradimento e giudei”. Il biglietto – la cui esistenza è stata testimoniata da più parti – è stato lasciato dalle SS sul luogo del massacro compiuto il 3 agosto del 1944, quando le milizie naziste trucidarono Cesarina Mazzetti (detta Nina), Luce ed Annamaria Einstein, rispettivamente moglie e figlie di Robert Einstein. Quelle poche righe oltre all’annuncio di un’orribile strage nascondono un’atroce menzogna: in realtà Cesarina Mazzetti, figlia di un pastore protestante, non era ebrea e così le due figlie. L’unica loro colpa era di portare il nome degli Einstein. Quella rappresaglia trasversale voleva colpire indirettamente Albert Einstein, di cui Robert era cugino, che all'insorgere del nazismo aveva lasciato la Germania. Hitler, che nutriva un’avversione particolare nei confronti dello scienziato tedesco sempre più simbolo dell’opposizione antinazista in America, oltre ad essere di religione ebraica, fece sì che fosse colpito negli affetti più vicini.
L’evento - In occasione della Giornata della Memoria 2011, la Provincia di Firenze intende approfondire dal punto di vista storico ed artistico questa vicenda così privata eppure anche così ‘pubblica’.
L’esposizone - Gli Einstein a Firenze e dintorni. Organizzata per pannelli esplicativi e teche, è la mostra che ricostruisce la vicenda a livello storico con materiali originali e riproduzioni di documenti ufficiali, lettere, testimonianze, foto d’epoca. Tra i pezzi originali, il carteggio del 1944 tra Albert Einstein e Benedetto Croce, proveniente dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Tra le lettere riprodotte in occasione della mostra anche quella in cui Robert Einstein annuncia al fattore Orando la sua intenzione di togliersi la vita, un anno dopo la strage, con queste parole: ‘Caro Orando, mi dispiace che con la mia morte devo recarti non soltanto un dolere, ma anche tanti fastidi. Ma preferisco morire anch'io al Focardo, dove hanno sofferto il martirio i miei e desidero essere sepolto quanto il più vicino sia possibile a loro’. E’ parte integrante della mostra anche uno speciale video che ricostruisce i fatti e le testimonianze dell’eccidio del Focardo.
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