Lunedì 1 agosto alle ore 21, all'Hotel Eden di Cinquale, introdotto da
Sabrina Giannetti, presidente di Federalberghi Costa Apuana, l'ex ministro On.
Valdo Spini, saggista e presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli presenterà il volume di
Federico Binaglia “Un angelo tra le belve di Sant’Anna” (Pacini Fazzi Editore). Un incontro promosso dall’Anpi di Montignoso – rappresentato dal presidente
Piercarlo Albertosi - e dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli che vuole essere non solo un invito alla lettura del romanzo che Binaglia ha voluto dedicare alla tragica strage che il 14 agosto 1944 ha segnato per sempre la coscienza civile dell'Europa, ma anche e soprattutto un appello alla memoria e alla coscienza di ciascuno di noi per non dimenticare, per capire e per condividere quanto il presidente del Parlamento europeo
Martin Schulz ha scritto nella premessa al volume dichiarando: “Sant'Anna sia il simbolo del perdono da cui l'Europa intera possa saper attingere”.
La storia – “Se c’è stato uno spiraglio di luce nel baratro in cui precipitò l’umanità il 12 agosto del 1944, quando 120 bambini (oltre agli oltre 400 adulti)
furono scientemente massacrati a Sant’Anna, forse esiste una speranza di fronte alla ferocia dei fondamentalismi”. Con queste parole Federico Binaglia, autore del romanzo, introduce il lettore alla storia narrata dal suo romanzo; anzi alle storie: quella di
Peter Sauer, il “tedesco buono” (il nome è di fantasia perché nonostante la sua esistenza sia testimoniata da alcuni superstiti, mai ne è stata scoperta la vera identità) che non esitò a disubbidire agli ordini per salvare un gruppo di bambini dalla fucilazione e quella dei fratellini
Edifizi di Montignoso, di due e cinque anni, vittime assieme alla loro mamma dalla furia dei nazisti delle SS. “La storia qui raccontata di Peter Sauer - continua Binaglia - dimostra che, in qualsiasi contesto, anche in quelli più ideologizzati e perfino militarizzati, esiste sempre per il singolo la possibilità di ascoltare la propria coscienza e prendere le distanze dalla barbarie in nome del principio universale del rispetto del valore della vita”.
Il libro - Il motivo conduttore è la follia dell’ideologia che si trasforma in violenza sui civili inermi; un argomento purtroppo ancora oggi di scottante attualità visti gli orribili crimini che continuano a essere perpetrati in nome della fede, piuttosto che di un credo politico o dell’affermazione della supremazia di una nazione o di un’etnia su un’altra. Il libro ha due filoni narrativi che s’intrecciano. Da una parte la vicenda del soldato tedesco “buono”; dall’altra viene raccontata la storia degli Edifizi, la famiglia di Montignoso che nell’eccidio perde la madre e un figlio di quattro anni. L’altro figlio, Uriano, di un anno e mezzo, anche lui tra le vittime con la mamma nella piazza di Sant’Anna, si salva nonostante le gravissime ustioni su tutto il corpo grazie proprio a Peter Sauer, che lo sottrae al rogo dei corpi dopo la fucilazione dinanzi alla chiesa del paese. Ma la malasorte continua ad accanirsi sugli Edifizi: scampato miracolosamente all’eccidio, il piccolo Uriano, a distanza di un anno, muore dilaniato dall’esplosione di una mina che accidentalmente aveva raccolto da terra giocando nei pressi di casa sua.
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