Si terrà da venerdì 26 a domenica 28 maggio la quattordicesima edizione dei Dialoghi di Pistoia, il festival di antropologia del contemporaneo promosso dalla Fondazione Caript e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da
Giulia Cogoli (
dialoghidipistoia.it).
Umani e non umani. Noi siamo natura è il tema dal quale muoveranno le riflessioni di antropologi, scrittori, filosofi, artisti, linguisti, sociologi e scienziati, protagonisti degli incontri che indagheranno, ognuno da un’angolatura differente, una delle tematiche più urgenti dell’attualità: il nostro rapporto con l’ambiente e con tutti gli esseri, viventi e inorganici, che lo abitano.
Qual è la nostra responsabilità verso gli altri abitanti del pianeta? Cosa ci distingue dagli altri esseri viventi? Come altre società pensano l’ambiente e la relazione con i non umani? E quali sono le battaglie e le buone pratiche per lasciare a chi verrà dopo di noi un pianeta vivibile? In seguito alla crisi climatica ed energetica, che sta travolgendo tutto il pianeta, la distinzione tra Natura e Cultura è stata messa in discussione da studiosi di varie discipline, e oggi si sta diffondendo una visione “relazionale” del mondo vivente. Non si tratta di rinnegare le prerogative dell’essere umano – come il linguaggio, il pensiero e la grande capacità di immaginare il futuro – ma di riconoscere la sua interdipendenza con gli altri esseri che popolano la Terra (viventi o inorganici). L’ambiente non è dunque un ammalato da curare, ma il prodotto di un tessuto di relazioni capaci di curarci, come l’antropologia ci insegna.
«Al di là di facili slogan di greenwashing, vanno individuate le battaglie e le buone pratiche per lasciare a chi verrà dopo di noi un pianeta vivibile. È in gioco il senso di responsabilità di generazioni di adulti nei confronti dei giovani di oggi e di domani – riflette la direttrice del festival
Giulia Cogoli. In un dialogo a più voci, studiosi e intellettuali si confronteranno su un tema chiave della contemporaneità, che è parte centrale di una nuova visione di un futuro sostenibile, che permetta di rispondere alla crisi climatica in atto. Perché noi siamo ambiente, natura e cultura».
«Questa edizione del festival – sottolinea
Lorenzo Zogheri, presidente di Fondazione Caript – si svolge su temi al centro del dibattito politico e della riflessione intellettuale, con un programma che propone tanti punti di vista diversi sul rapporto tra natura e cultura in grado di coinvolgere un vasto pubblico. È un’iniziativa che, anche con il sostegno di Intesa Sanpaolo, realizziamo per supportare l’offerta culturale del territorio e promuovere Pistoia nel panorama nazionale, con un contributo anche in termini di ricadute sul turismo e sul commercio».
«Quest'anno Dialoghi di Pistoia tratta l'argomento che deve necessariamente essere al centro dell'agenda politica mondiale. Non parliamo del futuro ma del presente. Sul riscaldamento globale siamo già in ritardo – dichiara il sindaco di Pistoia
Alessandro Tomasi. Come sempre, il Festival ideato da Giulia Cogoli mette a fuoco una questione primaria con estrema precisione, trattandola con una qualità di approfondimenti che rappresenta, da anni, il valore e dunque il successo di questa manifestazione. Pistoia, anche questa volta, è protagonista di una riflessione importante. Spero che tanti visitatori e tanti concittadini possano cogliere questa occasione».
Dopo gli incontri organizzati nei mesi scorsi con gli studenti e le studentesse delle scuole superiori, il convegno
I diritti della natura, organizzato il 19 maggio al Parco GEA da GEA - Centro di ricerca della Fondazione Caript, in collaborazione con il festival, sarà un’ulteriore tappa di avvicinamento al tema dei Dialoghi. Rivolta in particolare a studenti universitari, la giornata di studi prevede un confronto fra antropologi e costituzionalisti sulla opportunità di attribuire diritti formali a piante, animali, montagne e fiumi.
Giunge alla sesta edizione il
Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia, attribuito ogni anno a una figura del mondo culturale che con il proprio pensiero e la propria opera abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane e contribuito a migliorare lo scambio interculturale. Quest’anno il riconoscimento sarà assegnato ad
Amitav Ghosh, antropologo e scrittore indiano di fama mondiale. I suoi numerosi saggi e romanzi indagano le urgenze della modernità, partendo dalle grandi questioni poste dal colonialismo, dall’antropocentrismo, dall’ecologia e dall’emergenza ambientale. Alla consegna del premio, sabato 27 maggio in piazza Duomo, seguirà l’incontro
Voci non umane, storie più che umane. In dialogo con lo scrittore Paolo di Paolo, Ghosh riflette sull’interdipendenza dell’umanità con gli altri organismi, entità e forze che abitano il nostro pianeta, partendo dalla storia esemplare dell’albero della noce moscata e dalla lunga parabola del colonialismo, considerato, con la sua furia devastatrice, alla base delle conseguenze irreversibili che vediamo oggi sul pianeta rispetto al clima. Negli scorsi anni il premio è stato assegnato allo scrittore David Grossman (2017); al Premio Nobel per la Letteratura Wole Soyinka (2018); alla fisica ed economista Vandana Shiva (2019); al germanista Claudio Magris (2021) e alla scrittrice Dacia Maraini (2022).
IL PROGRAMMA
VENERDÌ
Apre il festival la conferenza inaugurale
Un pianeta prezioso del sociologo e scrittore
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Negli ultimi anni abbiamo toccato con mano gli effetti della scarsità idrica. Ogni giorno abbiamo davanti agli occhi le immagini di campagne aride, di fiumi prosciugati e di ghiacciai che scompaiono. Il cambiamento climatico non è più solo oggetto di dibattito astratto ma ne subiamo ogni giorno le conseguenze. Carlo Petrini, che da oltre trent’anni è in prima linea nella promozione della biodiversità e di un “cibo buono, pulito e giusto”, propone una riflessione tra acqua, alimentazione, ambiente ed economia, per comprendere meglio il nostro pianeta, e immaginarne uno più sostenibile e generoso, in cui umani e non umani possano tornare a convivere in armonia.
Seguirà al teatro Manzoni
SANI! Teatro fra parentesi, spettacolo scritto e interpretato da
Marco Paolini, artista noto al grande pubblico per le sue narrazioni attente al mutamento del paesaggio, della società e della storia. Paolini racconta momenti di crisi, piccoli e grandi, personali e collettivi, che hanno cambiato il corso delle cose.
Sani è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, e riassume il senso di un teatro che mette insieme, creando ponti: è un abbraccio, un augurio, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare (lo spettacolo replica sabato 27 al teatro Pacini di Pescia).
Dal teatro alla letteratura, con il dialogo tra la giornalista e autrice
Caterina Soffici e lo scrittore Premio Strega 2021
Emanuele Trevi. Negli occhi dei cani e degli altri animali vediamo una parte di umanità da cui abitualmente distogliamo lo sguardo, come se gli ultimi, i diseredati, comunicassero attraverso i non umani. Da Virginia Woolf a Jack London, da Elsa Morante a Dino Buzzati, Trevi e Soffici raccontano come gli animali ci parlano delle nostre debolezze e paure attraverso le pagine della letteratura. Suggestioni e spunti per riflettere su come, attraverso le altre creature, gli esseri umani possono mettersi in ascolto per trovare risposte.
Chiude la prima giornata dei Dialoghi di Pistoia la proiezione del film
Voyage of Time – il cammino della vita di Terrence Malick. Cineasta tra i più acclamati del nuovo millennio, Malick realizza un’opera a metà tra documentario e film sperimentale, che ci conduce all’esplorazione della storia della Terra, dalla nascita delle stelle a quella della nostra specie. Un viaggio epico e spettacolare che si fa preghiera di ringraziamento per un pianeta generoso e fragile.
SABATO
Lo scrittore e classicista
Nicola Gardini indaga i difficili equilibri che regolano la vita degli esseri umani secondo uno dei più grandi poeti dell’antichità: Ovidio. Oltre che una meravigliosa galleria di miti di trasformazione,
Le Metamorfosi sono un potente discorso sul rapporto tra natura e cultura, tra biologia e civiltà. L’uomo, insieme a ogni forma vivente, è soggetto a un continuo rischio di mutazione, con conseguenze sul piano identitario e politico non trascurabili.
Quando siamo diventati umani e cosa ci ha reso tali? Benché non esista ancora una risposta semplice a questa domanda, oggi gli studi dei fossili, dei reperti archeologici e del DNA ci permettono di ricostruire con maggior precisione le tappe fondamentali del cammino evolutivo dei nostri antenati. Il genetista e scrittore
Guido Barbujani accompagna il pubblico alla ricerca della svolta che ci ha reso umani, per capire quando, come e perché lo siamo diventati.
La crisi ambientale e climatica, oltre a essere una catastrofe, può configurarsi anche come possibilità per un cambiamento di paradigma profondo. Ne discutono il filosofo
Leonardo Caffo e l’antropologo
Andrea Staid, a partire dall’analisi delle società che hanno elaborato cosmologie non antropocentriche. Erroneamente considerate primitive, queste esperienze potrebbero essere una strada verso la costruzione di una nuova cittadinanza ecologica, dove la natura viene pensata come un insieme di vite e di relazioni.
Un’altra importante occasione per riflettere sulle innumerevoli connessioni che l’ambiente rivela con gli aspetti della nostra esistenza è offerta dall’enciclica di Papa Francesco,
Laudato sì. Partendo dai punti principali della lettera apostolica, il
Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI, e l’antropologo
Marco Aime, si soffermano sugli sviluppi futuri del rapporto tra gli esseri umani e la Terra. Come recita il sottotitolo dell’enciclica,
Sulla cura della nostra casa comune, un domani è possibile solo se consideriamo il pianeta una risorsa condivisa.
Sono sempre più numerosi gli artisti che rinnovano il rapporto con la natura cercando non solo e non tanto di rappresentarla, ma di usarla, sollecitarla, chiamarla in causa come parte integrante della loro opera. La storica dell’arte
Angela Vettese accompagna il pubblico in una rassegna delle stupefacenti forme d’amore che legano l’arte contemporanea alla natura: partendo dagli anni Settanta con l’opera pioneristica di Joseph Beuys sino a oggi con Philip Parreno e Pierre Huyghe.
Partendo da un’analisi quantitativa, il meteorologo
Paolo Sottocorona, noto volto televisivo, spiega cosa è il cambiamento climatico e cosa non è (ma cosa può sembrare). Per far fronte all’emergenza climatica occorre agire tempestivamente, perché qualunque iniziativa non venga presa oggi condurrà a ineluttabili diseguaglianze domani. Si stima che i danni economici causati da eventi climatici estremi siano dieci volte superiori ai costi della mancata prevenzione. Questo dal punto di vista economico, ma quanto vale una vita umana? Sottocorona ci spiega cosa stiamo vivendo e cosa possiamo fare, perché la natura siamo noi, anche noi.
Per secoli gli animali selvatici in Europa hanno perso terreno a favore dei
Sapiens: quando gli umani non li hanno sterminati ne hanno colonizzato gli habitat – sostituendo foreste e boschi con città – compromettendone l’esistenza. Ma è possibile la convivenza con i selvatici dove vivono tante persone? È un dubbio solo umano: i selvatici non si formalizzano, sono tolleranti, incrinano la presunzione dell’uomo di essere al di là e al di sopra del resto del mondo naturale. L’antropologa
Irene Borgna racconta perché conservare i grandi carnivori sia allo stesso tempo una scelta politica, una fatica enorme, una lezione di umiltà e un’inestimabile opportunità.
In piena crisi climatica le parole per definire il nostro rapporto con l’ambiente ci sfuggono. Natura – ambiente – crisi climatica – antropocene – green economy: vecchi e nuovi termini si inseguono e si trasformano continuamente. In che modo la comprensione delle questioni ambientali è mediata dal linguaggio? E cosa succede al linguaggio quando attraversa le culture, quando ci si accorge, per esempio, che la parola “natura” è intraducibile in gran parte delle lingue del mondo e persino nei dialetti d’Italia? Un linguista,
Federico Faloppa, e un antropologo,
Adriano Favole, tentano di rispondere a questi interrogativi dialogando attorno alla nuova prospettiva dell’ecolinguistica.
La seconda giornata del festival si conclude con
Note per la Terra, il concerto speciale al teatro Bolognini. Protagonisti la voce straordinaria di
Petra Magoni e le note del contrabbasso di
Ferruccio Spinetti. Nel ventesimo anniversario del loro sodalizio artistico, che porta il nome di
Musica Nuda, il duo si esibirà con inediti tratti dal loro ultimo album e arrangiamenti di brani di artisti internazionali e italiani, dai Beatles a Fred Buscaglione, in una scaletta affascinante e ironica, che si configura come una dedica speciale alla natura.
DOMENICA
Molti studi scientifici dimostrano l’esistenza di un pensiero animale: la soluzione di problemi, l’orientamento nello spazio, l’uso dei numeri, sono fenomeni che accomunano molte specie. L’evidenza che gli animali pensino, tuttavia, non ci dice molto sul fatto che siano coscienti.
Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, svela la complessità della mente degli animali: dalle abitudini di api e mosche, ai labirinti dei primi neuroni, divagando tra romanzi, poesie e formicaleoni.
«Guasto è il mondo, preda di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula e gli uomini vanno in rovina.» Così scriveva lo scrittore Oliver Goldsmith nel 1770 e oggi, due secoli e mezzo dopo, ci accorgiamo che il pianeta ha un gran bisogno di manutenzione. Ma a chi spetta questo compito? Lo sguardo teatrale di
Marco Paolini e quello antropologico di
Marco Aime si incrociano sui grandi temi ambientali riportandoli nelle nostre piccole pratiche quotidiane, riflettendo su come queste possano trasformarsi in una nuova forma di politica.
Lo psicologo
Ugo Morelli approfondisce le modalità secondo le quali pensiamo l’ambiente che ci circonda e lo elaboriamo in paesaggio. È attraverso i paesaggi che immaginiamo e viviamo, che ci connettiamo all’ambiente. Proprio per questo oggi è per noi salvifico e indispensabile riconoscere di “essere natura”. I paesaggi della nostra vita, la loro vivibilità, per noi e per gli altri esseri viventi, sono nelle nostre mani e dobbiamo averne cura. In collaborazione con Fondazione Hapax – Synapsis.
Francesco Ferrini, docente ordinario di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree all’Università di Firenze spiega il legame imprescindibile fra gli esseri umani e gli alberi. Per il nostro pianeta, minacciato dall’inquinamento, gli alberi rappresentano il simbolo di una nuova crociata verde, quella che salverà la Terra e noi stessi. Abbiamo bisogno di più alberi in modo combinato, ben programmato, differente e, prima ancora, è urgente proteggere quelli esistenti.
L’antropologia, come altre discipline, si è resa conto che in molte culture gli uomini e le pietre “socializzano”. Non è un caso che in numerose tradizioni le pietre siano protagoniste di storie: crescendo, spostandosi, oppure, dando alla luce altre pietre. Dall’Europa al Sudamerica, dal Sahara alle Hawaii, l’antropologa
Emanuela Borgnino ci racconta di un dialogo, quello tra umani e pietre, che consente di ripensare come ci relazioniamo con la natura e con elementi a volte inaspettati.
Un antropologo con la matita che racconta il mondo e i suoi abitanti:
Altan da quasi cinquant’anni scrive e disegna le avventure della Pimpa – una cagnolina a pois che incontra personaggi di specie e culture diverse trattandole con rispetto e cura, come fosse un’antropologa – e vignette in cui i personaggi riescono a dire verità che di solito non dicono. In dialogo con il giornalista
Luca Raffaelli, il fumettista Altan si racconta, tracciando la storia della sua poetica, dei rapporti con il padre, noto antropologo, e dell’incontro, alla fine degli anni Sessanta, con la travolgente cultura brasiliana.
Il mito e la fiaba hanno affidato a figure simboliche come le Sirene, i Centauri, le Arpie, i Minotauri, ma anche l’Uomo Ragno e l’Elephant Man – metà umani e metà animali – il compito di esplorare i confini dell’identità, sempre sospesa fra singolare e plurale. La loro doppia natura consente di cambiare continuamente il loro messaggio, adattandolo a ogni epoca, a nuovi valori, paure e speranze. L’antropologa
Elisabetta Moro racconta di questi esseri sorprendenti, che sopravvivono al trascorrere dei secoli, galleggiando nel mare dell’immaginario globale.
Dalle esplosioni atomiche alle fughe moderne verso luoghi di improbabile salvezza, passando per le “primavere silenziose” e il collasso degli ecosistemi. Le crisi degli ultimi anni ci ricordano con insistenza che le cose possono precipitare da un momento all’altro. Anche se l’Apocalisse è ormai un’idea alla moda, la nostra psiche è davvero in grado di contemplarla? Le scienze di descriverla e la letteratura di raccontarla? Chiude la XIV edizione dei Dialoghi di Pistoia lo scrittore
Paolo Giordano, con una riflessione sulle nostre inquietudini nel tempo dell'impensabile.
Tornano anche quest’anno i
Dialoghi online, con il ciclo di video-interviste a cura di Elisa Brivio e Giulia Cogoli, dal titolo
Noi siamo natura. Dalla teoria alle (buone) pratiche. Dal 2 al 18 maggio, ogni martedì, giovedì e sabato, saranno intervistati da Elisa Brivio: Marco Bianchi, Mia Canestrini, Francesco Cara, Sara Furlanetto, Stefano Liberti, Deborah Lucchetti, Elisa Nicoli e Sara Zambotti.
I Dialoghi di Pistoia per i più piccoli, a cura di
Manuela Trinci, fondatrice e presidente dell’associazione culturale Orecchio Acerbo, propongono 18 appuntamenti ideati appositamente per nutrire la creatività dei partecipanti: letture animate, atelier e laboratori tra arte e gioco accompagneranno bambini e bambine, ragazzi e ragazze alla scoperta della magia della natura. I genitori potranno così affidare i propri figli ad animatori esperti per l’intera durata degli incontri a cui vorranno partecipare. Il programma è realizzato anche quest’anno con il supporto di Unicoop Firenze.
I Dialoghi di Pistoia si confermano un vero e proprio sistema culturale attivo tutto l’anno. Il progetto scolastico di approfondimento, che in 14 anni ha coinvolto oltre 34.000 studenti da tutt’Italia include, per il secondo anno, un laboratorio di scrittura creativa realizzato in collaborazione con il Centro Formazione Supereroi di Milano che approderà alla pubblicazione di un volume scritto dai ragazzi sotto la guida di Edoardo Brugnatelli, editor e presidente di CFS:
Manuale di zoologia fantastica. Sarà presentato al festival sabato 27 maggio e sarà in vendita alla libreria nei giorni del festival.
La serie di libri edita da UTET, con l’ultimo titolo in uscita il 23 maggio “Loro e Noi. Sei racconti per esplorare il confine tra umano e animale” arriva a quota 22.E poi un ricco archivio con oltre 650 registrazioni audio e video originali che ripercorrono la storia del festival e offrono preziose occasioni di approfondimento e riflessione, fruibile gratuitamente sia sul canale YouTube dedicato, che conta circa 3 milioni e mezzo di visualizzazioni, sia in formato audio con il progetto podcast sulle piattaforme Spotify, Google Podcasts e Apple Podcasts
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Anche per questa XIV edizione dei Dialoghi sono stati chiamati a raccolta ragazze e ragazzi delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado e studenti universitari, che ogni anno prendono parte al festival come volontari e lo rendono possibile con il loro prezioso supporto ed entusiasmo. In 13 edizioni i volontari sono stati più di 4.300.
Biglietti in vendita dal 28 aprile in piazza Duomo 12 a Pistoia e sul sito
www.dialoghidipistoia.it. (conferenza inaugurale gratuita | € 3 incontri | € 7 concerto e spettacoli). I biglietti dello spettacolo al teatro Pacini di Pescia sono in vendita anche presso la Fondazione POMA Liberatutti, piazza San Francesco 12, Pescia.
Informazioni e programma completo:
www.dialoghidipistoia.it e sulla App del festival.