Twitter per cinguettare tra internauti. In un messaggio il nuovo modo per comunicare

il 03/08/2009 - Redazione

Centoquaranta caratteri a disposizione per inviare messaggi istantanei ai nostri contatti e far parte, così, di una network che sta rivoluzionando il mondo della scrittura e dell’informazione. È il fenomeno Twitter, che ha svelato al pubblico di internauti le sue potenzialità perché è stato uno dei pochi strumenti che ha permesso di raccontare gli scontri avvenuti in Iran subito dopo le elezioni. Una grafica semplice, una homepage dove poter leggere tutti i messaggi pubblicati (tweets) dai nostri contatti, o meglio dalle persone che “seguiamo” (followers), e uno spazio dove in 140 caratteri, appunto, si può scrivere quello che stiamo facendo (what are you doing?). I messaggi, inoltre, possono essere caricati anche tramite sms. Il nome di questo social network deriva dal verbo inglese “to tweet”, ovvero, cinguettare. Una grande rivoluzione che permette di far circolare notizie e informazioni in maniera istantanea e veloce e così, sempre di più, giornali e tv internazionali si stanno orientando verso questo strumento per garantire la loro copertura giornalistica.

Questo nuovo prodotto del Web 2.0 che ha reso vincente la campagna elettorale di Barack Obama negli Stati Uniti, ci fa pensare al fatto che stiamo assistendo realmente ad un sostanziale cambiamento nel modo di fare comunicazione e informazione, sempre più rapida e diretta. Però basta fermarsi un secondo a riflettere e la mente fa un lungo salto nel passato, per la precisione nel lontano 1450, quando il grande tipografo tedesco John Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili, contribuendo al fenomeno dell’alfabetizzazione di massa. Dalla prima stampa della Bibbia a questo “cinguettio” virtuale sicuramente sono molte di più le persone che sanno leggere e scrivere ma per quanto riguarda la libera circolazione delle notizie? Uno dei grandi studiosi di comunicazione come Marshal McLuhan sosteneva che “il mezzo è il messaggio” allora possiamo solo augurarci un cambiamento reale e sostanziale del modo di fare comunicazione e soprattutto informazione.

Marta Santopolo

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