L’Epifania segna anche una cadenza del tempo e delle stagioni, della città e della campagna, della festa e della ferialità. Tutto ciò è racchiuso anche in quelle efficaci sintesi di buon senso, saggezza, informazioni, che i proverbi rappresentano.


Da Natale alla Befana un passo di gallina.

I Re (magi) sono i cavalieri del freddo.
All'Epifania il più grande freddo che ci sia.
Quando viene la neve per l’Epifania, ci voglion sette streghe per mandarla via.
Per l’Epifania un freddo che fa rabbrividire.
L’Epifania se non la trova [la neve] la fa, altrimenti la porta via.
All’Epifania le giornate cominciano ad allungarsi.
La notte dell’Epifania parlano il chiù e la civetta.
Per l’Epifania i cànteri (i pitali) in mezzo alla via.

Il dì d’Epifania, lasagna in casa mia.
All’Epifagna chi non focaccia né lasagna tutto l’anno magagna.

La pianta di piselli entro l’Epifania, carica fino alla cima.
Befana in giove, vendi la cappa e gettala ai buoi. (Se l’Epifania viene di giovedì, ci sarà scarsità di fieno)
Se la Vecchia non sbava (piove), poco fieno e meno fava.
Pasqua di Befana [nelle campagne toscane si chiamava Pasqua ogni festa maggiore], la rapa perde l’anima.
Pasqua Befana, non si tesse e non si fila, non si mette il filo all’ago, non si mette il pettine in capo.

L’Epifania tutte le feste porta via.
Per la Vecchietta le feste nella sacchetta.
L’Epifania tutte le feste porta via; arriva Carnevale, ricominciano a arrivare.
Ogni festa va via con l’Epifania, ma di nuovo vale con Carnevale
A Pasqua Epifania tutte le feste prendono la via. Risponde la Candelora: “Ci sono io ancora”.
L’Epifania tutte le feste le porta via; poi vien San Benedetto, se ne riporta un bel sacchetto