"Tre donne lucchesi nella Grande Storia” il 28 febbraio raccontano gli ultimi giorni di Napoleone all’Elba

il 26/02/2015 - Redazione

Un pomeriggio “napoleonico” a Lucca per scoprire particolari inediti della avventurosa partenza dell’Imperatore dall’Elba nella notte del 26 febbraio 1815. L’appuntamento è in programma sabato 28 febbraio (ore 16,30 - Archivio di Stato, piazza Guidiccioni 8).

Tre donne entrate nella storia - L’incontro, che rientra nell’ambito del progetto “Da Parigi alla Toscana”, sarà coordinato conduttore televisivo Paolo Del Debbio, mentre sarà Gabriele Paolini, dell’Università di Firenze, a riferire le vicende degli ultimi giorni di Napoleone all’Elba utilizzando proprio le testimonianze rese da tre donne lucchesi alla Polizia di Piombino. Imbarcate nel cuore della notte a Portoferraio una volta raggiunta Piombino saranno fermate dalla Polizia che vuol sapere da loro quello che hanno visto in quella notte all’Elba. Queste tre donne lucchesi, Tonina Simi di 34 anni, Anna Papini di 55 anni e sua figlia Teresa di 20 anni, a loro insaputa erano state coinvolte nella Grande Storia al punto da risultare testimoni oculari dell’inizio di una vicenda che poteva cambiare il corso dell’Europa. Grazie alle indagini sul Censimento della popolazione lucchese, importante documento conservato all’Archivio di Stato, è stato possibile risalire all’identità di due di queste tre donne: Anna e Teresa Papini. Originarie della parrocchia di San Frediano, si erano trasferite all’Elba per esercitare il “mestiere femminile”. La giovane Teresa risulta essere stata in intima amicizia con Jean Baptiste Antoine Lamourette, comandante della Piazza di Portoferraio. Sarà proprio lui, contravvenendo alle rigide disposizioni impartite da Napoleone che vietavano qualunque movimento nel porto, ad organizzare la partenza delle tre donne.

Il giallo del mercante d’olio - A completare il quadro della presenza lucchese nella fatidica notte della partenza di Napoleone dall’Elba entra anche la vicenda di Giovanni Landucci. Conosciuto come il “mercante d’olio”, era in effetti un agente al servizio dei Francesi che controllavano le mosse di Napoleone. Per intenderci era una spia, una delle tante che in quel periodo agitato bazzicava l’isola d’Elba. Invano cercherà di informare il console francese di Livorno, Mariotti, dei preparativi di Napoleone. Il blocco navale impedirà ai suoi dispacci di lasciare l’Elba.

L’oggetto dimenticato da Napoleone - L’incontro si concluderà con l’intervento di Bernard Chevallier, direttore onorario del Musée Nationaux de Malmaison et Bois-Préau e uno dei massimi esperti mondiali del periodo napoleonico. A lui il compito di presentare un oggetto personale che Napoleone dimenticò nel suo appartamento privato ai Mulini al momento della sua partenza dall’Elba.

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