Tracce barbariche al castello, a Sarteano la mostra della Corte Transumante di Nasseta

il 23/07/2014 - Redazione

Sulle tracce della Corte transumante di Nasseta, libera compagnia di uomini cavalli e montagne fondata da Giovanni Lindo Ferretti. E’ l’invito che rivolge la mostra “Tracce”visibile a Sarteano fino al 17 agosto. “Tracce” nella duplice accezione del termine: tracce fotochimiche, ombre e luci rimaste impresse su carta sensibile, ma anche impronte umane di alto spessore artistico, orme e segni di visione equestre. Le foto sono di Alessandra Matia Calò e Andrea Grassi, accompagnate dai testi di Michele Rossi. L’organizzazione è del Comune, in collaborazione con le cooperative Il labiritno e Clanis.

Il cavallo nel XXI secolo - L’iniziativa ha lo scopo di far avvicinare a una straordinaria dimensione artistica, unica del suo genere in Italia, e contribuire alla diffusione del messaggio che la Corte ostinatamente si propone di lanciare tramite spettacoli “romantici e coraggiosi”, al contempo stimolo verso una riflessione sul significato e senso che conserva il cavallo nel XXI secolo, come succederà a Sarteano la sera dell’8 agosto, proprio nella piazza d’armi del castello. Dopo essere stato essenziale per l’umanità, utilizzato nel corso dei secoli per il trasporto delle merci e la circolazione delle persone, nelle battaglie e nei lavori agricoli, negli sport e nei giochi circensi, a cosa serve oggi il cavallo? Questa esposizione ne è una risposta: evoca nei visitatori una reminiscenza di tanta bellezza di forme, armonie, movimenti di cavalli e cavalieri.

“Saga, il canto dei Canti” - La bellezza in questa mostra è impressa nelle fotografie scattate nel 2013 dall’artista Alessandra Matia Calò e da Andrea Grassi nei chiostri benedettini di San Pietro di Reggio Emilia, dove la Corte tiene ogni anno, durante il solstizio d’estate, lo spettacolo “Saga, il canto dei Canti”. Seguire le tracce della Corte è mettersi in viaggio, l’inizio di un nuovo cammino. “Così è stato per la caccia, così è stato per la guerra, così nella ricerca della divina scintilla che abita l’uomo. Così è per noi”, dice la Corte.

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