Tempi moderni. Requiem per la bellezza

il 03/02/2014 - Redazione

Il titolo dell’ultimo film di Paolo Sorrentino (La grande bellezza) è una cosiddetta antifrasi, allorché le parole vogliano far intendere il contrario di quanto affermino. Così grande bellezza sta per grande bruttezza, quella di un vuoto esistenziale, di personaggi negativi, di luoghi e situazioni desolanti. E la grande bruttezza fa tali anche le cose belle (nel caso specifico la città di Roma) o tantomeno le rende ‘invisibili’, irrilevanti. Tra le molte suggestioni della pellicola di Sorrentino – impietosa, talvolta sarcastica rappresentazione della società attuale – si coglie proprio questo nesso tra etica e estetica che nei nostri sconclusionati giorni procedono di pari passo verso lo sprofondo.

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