Sulle tracce di Holmes e Doyle. Il Criterion e il St Bart’s, dove tutto ebbe inizio

il 31/12/2013 - Redazione

Adesso non è semplice seguire un ordine logico o cronologico. Muoversi per Londra significa comunque e sempre ripercorrere le orme di Holmes, Watson e Doyle. Non c’è strada della City o dei quartieri dei dintorni nei quali lo scrittore scozzese e le sue due creature letterarie più note e citate non siano passati, anche di fretta, almeno per una volta. E allora dare scansioni temporali o accennare ai percorsi che in un dato giorno abbiamo deciso di seguire sarebbe fare un vuoto esercizio di diaristica. Quello che conta, adesso, sono solo le emozioni. Intendo raccontare quelle magari solo accennando – e forse anche tralasciando – alcuni luoghi che sherlockiani lo sono e che un rimando alle storie narrate da Doyle lo hanno, ma che non hanno avuto su di me la forza di sprigionare il battito del cuore, la commozione, il sogno. È così ad esempio per lo “Sherlock Holmes Pub” di Northumberland Road. Un luogo caratteristico e al tempo stesso canonico. Dove ora sorge il pub, infatti, aveva sede il Northumberland Hotel in cui soggiornarono Sir Henry Baskerville e il dottor Mortimer, prima di partire alla volta del Dartmoor (vedi La maledizione dei Baskerville). Sì, caratteristico e canonico. Nel locale si mangia e si beve birra, naturalmente. Ma il pezzo forte è la collezione di oggetti, tutti riferibili a Sherlock Holmes e alla sua epoca, che fu acquistata in blocco nel 1957 quando rientrarono a Londra dopo il tour mondiale del “Festival of Britain”. Rimanere insensibili non è possibile. Il fascino di fine Ottocento è avvolgente. Tanto più al primo piano, nella sala ristorante, dove si fa apprezzare una bella ricostruzione del salotto di Holmes e Watson (a mio giudizio migliore di quello ricostruito nella casa di Baker Street). Tuttavia – e il problema forse è sempre il solito, vale a dire il flusso di persone e un certo sapore di attrazione turistica – qui non ho sentito palpitare il flusso di emozioni che ho provato altrove. Insomma, questa è una tappa obbligata per chi viene a Londra spinto dalla passione per Sherlock Holmes, ma a mio avviso non è questo il luogo dell’anima sherlockiana.

Clicca qui per leggere nell’area scritti l’articolo completo di Luca Martinelli

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