Un saggio che indaga una stagione nella vita letteraria italiana nella quale i libri, soprattutto a Roma, nascevano anche attraverso un incessante confronto con colleghi e amici, in una circolarità d’esperienze e di vissuti in cui ciascuno scrittore molto dava e molto riceveva in relazione al “mestiere di scrivere”. Si tratta di “Storie d’amicizia e di scrittura”, il nuovo libro di
Francesco Ricci che verrà presentato in prima assoluta martedì 13 ottobre alle ore 17,30 a Siena (Palazzo Patrizi, via di Città 75). Dialoga con l’autore
Raffaele Ascheri. Prenotazione obbligatoria scrivendo a
redazione@primamediaeditore.it. Posti limitati nel rispetto delle disposizioni contro la diffusione del Covid-19.
Il libro - La scrittura viene spesso associata all’idea di solitudine, raccoglimento, silenzio. È all’interno della sua stanza-tana-cella monastica, infatti, che il poeta solitamente compone i suoi versi e la stessa cosa può dirsi del romanziere, del drammaturgo, del critico. Il momento della “socialità”, di conseguenza, sembra per lo scrittore iniziare sempre dopo, quando l’opera, ormai conclusa e pubblicata, è presentata al pubblico, divenendo oggetto di discussione e di giudizio. C’è stata, però, una stagione nella vita letteraria italiana – il trentennio che grosso modo inizia con la conclusione della seconda guerra mondiale – nella quale i libri, soprattutto a Roma, nascevano anche attraverso un incessante confronto con colleghi e amici, negli uffici di una casa editrice, in una trattoria, in un caffè all’aperto, in un appartamento privato, dove, in una circolarità d’esperienze e di vissuti, ciascuno scrittore molto dava e molto riceveva in relazione al “mestiere di scrivere”. In Storie d’amicizia e di scrittura Francesco Ricci si sofferma su otto dei maggiori protagonisti di quegli anni, distribuiti in quattro coppie: Giacomo Debenedetti e Umberto Saba, Natalia Ginzburg ed Elsa Morante, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, Cesare Pavese e Fernanda Pivano. Con loro, pagina dopo pagina, come in un romanzo, anche altri personaggi si fanno incontro al lettore (Italo Calvino, Giulio Einaudi, Carlo Emilio Gadda, Cesare Garboli, Leone Ginzburg, Carlo Levi, Alberto Mondadori, Enzo Siciliano) consentendogli di tornare a respirare il clima, fatto di coralità e di collaborazione, di quella stagione ormai lontana.
Francesco Ricci - Francesco Ricci è nato a Firenze nel 1965. Critico letterario e docente, ha pubblicato Il Nulla e la luce. Profili letterari di poeti italiani del Novecento (Siena 2002), Amori novecenteschi. Saggi su Cardarelli, Sbarbaro, Pavese, Bertolucci (Civitella in Val di Chiana 2011), Anime nude. Finzioni e interpretazioni intorno a 10 poeti del Novecento, scritto con lo psicologo Silvio Ciappi (Firenze 2011), Un inverno in versi (Siena 2013), Da ogni dove e in nessun luogo (Siena, 2014), Occhi belli di luce (Siena 2014), Tre donne. Anna Achmatova, Alda Merini, Antonia Pozzi (Siena 2015), Pier Paolo, un figlio, un fratello (Siena 2016, Premio Rive Gauche di Firenze 2018), Laggiù nel profondo. Mondo letterario e mondo psicoanalitico in Lehane, McCarthy, Schnitzler, Serrano, Tobino, scritto con lo psicoanalista Andrea Marzi (Siena 2017), La bella giovinezza. Sillabari per millennials (Siena 2017), Prossimi e distanti. Gli adolescenti del terzo millennio (Siena 2019), Elsa. Le prigioni delle donne (Siena 2019). Inoltre, ha scritto il capitolo dedicato alla letteratura per il volume collettaneo interdisciplinare Il Postmoderno (Siena 2015) e l’ampio saggio Raccontare il Male: l’Avversario di Emmanuel Carrére per il volume Criminologia narrativa di Silvio Ciappi e Giulia Schioppetto (Padova 2018).