Speciale di Sienalibri dedicato a Federigo Tozzi

il 28/09/2009 - Redazione

Se è difficile comprendere come uno scrittore ricorda la propria città è forse ancora più difficile comprendere come la città ricorda (o non ricorda) un suo scrittore. Queste pagine dedicate a Federigo Tozzi per iniziativa di Sienalibri non hanno la presunzione di voler risolvere questo dilemma, quanto casomai la semplice volontà che un grande scrittore senese possa essere conosciuto il più possibile. Conosciuto attraverso chi senza pretesa ne ha letto qualche scritto, attraverso i suoi stessi scritti, attraverso chi lo studia e lo ha studiato approfonditamente, attraverso chi ne conserva il cognome e ne cura la memoria. Dagli anni ’70, quando la figura di Tozzi è stata fortemente rivalutata dalla critica letteraria, a Siena si sono svolti tre importanti convegni che hanno visto il coinvolgimento di letterati di livello internazionale. Nel 1970, al quale intervenne anche Moravia; nel 1983, nel centenario della nascita dello scrittore; nel 2002 dal titolo “Tozzi: la scrittura crudele”. Anche uno dei poeti più amati da Siena si pronunciò in un libro-intervista sulla figura letteraria di Federigo Tozzi. Ecco quanto dichiarò Mario Luzi in un giudizio positivo e per certi versi anticonformistico. Un giudizio da poeta a scrittore. “Per me è un grande scrittore. Non ce ne sono come lui; neanche Svevo, che è molto intellettuale, anche perché proviene da quel crocevia di culture che è Trieste. Tozzi, invece, viene dal fondo della senesità: viene dall’ambiente, dalla realtà, dalla “zolla” senese. Ed è questa, forse, la ragione del limite che la sua risonanza ha avuto. Ma quando uno lo legge e c’entra dentro se ne innamora […] Magari in alcuni scritti può apparire oggettivamente angusto, però dentro i suoi libri c’è tutto. E, quando entri dentro, viene fuori tutto il senso e direi il non senso delle nostre vicende umane, delle nostre passioni. Se si pensa che ha scritto tutto in pochi anni, lasciandoci tre o quattro capolavori, c’è da chiedersi chi abbia fatto altrettanto. Nessun altro” (M.Luzi-R.Cassigoli, Frammenti di Novecento).

Cristian Lamorte

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