Finalmente arriva anche a Firenze (Teatro di Rifredi, 9 e 10 marzo alle ore 21) il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, per la regia di Alessandro Benvenuti, che ha debuttato a Mosca nel 2010, nell'ambito della rassegna internazionale del monologo che si è tenuta al Teatro Na Strastnom. Tratto dall'omonimo poema in versi di Elia Marcelli, Li Romani in Russia racconta l'orrore della guerra attraverso la voce di chi l'ha vissuta in prima persona, come in un ideale incontro tra il mondo delle borgate di Pasolini e le opere di Rigoni Stern. Un teatro civile che si presenta nuovo soprattutto per la forma del testo, mediante l'utilizzo di due elementi: la metrica dell'ottava classica (quella dei grandi poemi epici) e il dialetto romanesco (la lingua del Belli) che rende la narrazione ancora più schietta e veritiera. Il risultato è un affresco epico che non omette particolari crudi e rimossi dalla storia ufficiale e che diviene quanto mai attuale in un'epoca di bombe intelligenti e guerre umanitarie.
Lo spettacolo - Simone Cristicchi, attore naturale e credibile, interpreta una nutrita galleria di grotteschi personaggi, raccontando con passione e coinvolgimento questa tragica epopea, in un monologo corale, unico nel suo genere, in cui trovano spazio anche momenti ironici, divertenti, emozionanti e drammatici. In scena le vicende di un gruppo di giovanissimi soldati spediti a morire da Mussolini nella famigerata e drammatica campagna di Russia (1941-1943). Con le false promesse sull'esito positivo delle operazioni, i treni del regime si portarono via una generazione sorridente, giovane, sicura di tornare. Quella che doveva essere una passeggiata si trasformò ben presto in tragedia: armi, abbigliamento e viveri insufficienti, inadeguati e ridicoli; un esercito di straccioni e sbandati a cui rimasero solo fame, freddo, paura e il sapore della disfatta. Elia Marcelli è tra i pochi reduci che riportarono a casa non solo il dolore e la rabbia ma anche il dovere di testimoniare questa scomoda verità, raccontando passo passo la spedizione: la retorica religiosa della guerra giusta, l'addio a Roma, il lungo viaggio a piedi, i combattimenti, l'arrivo del Generale Inverno, il nemico; la solidarietà del popolo russo e l'egoismo assoluto dei soldati che rende l'uomo simile alla bestia. Cristicchi ha raccolto le storie dei reduci nel suo ultimo libro in uscita in questi giorni: “Il mio nonno è morto in guerra” (Ed. Mondadori)
Info - Ingresso: intero € 14-ridotto € 12 tel. 055 4220361/2 Punto Box Office: dal lunedì al sabato ore 16-19 www.toscanateatro.it
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