Siena tra immagine e realtà, in un libro il racconto di 20 anni di storia per conoscere la città di oggi

il 10/08/2010 - Redazione

Un ventennio di vita cittadina raccontato attraverso un’attenta ricerca tra giornali d’epoca e documenti d’archivio per conoscere come è nata la Siena di oggi. È stato pubblicato Siena: immagine e realtà nel secondo dopoguerra (1943-1963) un libro di Massimo Granchi edito dalla Betti Editrice. L’immagine di Siena all’interno e all’esterno è la chiave di lettura scelta dall’autore che affronta, a trecentosessanta gradi, le questioni economiche e sociali di un tempo molto difficile dove la linea di confine tra povertà e benessere, guerra e ricostruzione, passato e futuro era davvero molto sottile. Quello che viene fuori in queste pagine è un quadro ben dettagliato della Siena dei primi anni ’50, quella dell’incremento demografico e soprattutto del continuo dibattito tra la conservazione della città “vecchia” e lo sviluppo di quella “nuova”.

Il libro - Un carattere distintivo del municipalismo italiano è l’insieme delle sue “parti locali” e le rispettive marginalità che si tramutano in caratteri specifici quali elementi di forza della storia e dell’identità locale. Il caso Siena è, in tal senso, piuttosto emblematico in Italia in quanto la città è dotata di un “linguaggio visivo” talmente carico di valori da permettere un’interpretazione autentica della propria origine medievale. Essa si manifesta negli elementi architettonici ed artistici, in quelli antropologici e sociali, nelle contrade, nel Palio. Risulta possibile, inoltre, riconoscere a Siena l’esistenza di una fitta rete di relazioni umane, istituzionali e culturali che contribuiscono a perpetuare nel tempo i segni della lotta immemore tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione. Questo libro individua, in particolare, un preciso momento storico (1943-1963) in cui la città, dopo quattro secoli di apparente staticità, a partire dalla sconfitta a favore della rivale Firenze nel 1555, rivive contraddizioni storiografiche a lungo taciute, le quali conducono verso il più eloquente rinnovamento strutturale compiutosi negli anni’60 del XX secolo, comunque nel rispetto della tradizione.

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