Siena piange la scomparsa di Giancarlo Targetti

il 23/05/2011 - Redazione

Per qualche ora le macchine tipografiche di Siena si sono fermate per ricordare Giancarlo Targetti, figura storica dell’editoria senese. Ci piace usare questa metafora per ricordarlo, visto che il lavoro è stata la sua vita, giusto un gradino sotto la famiglia, all’adoratissima nipotina, alla moglie Anna ed i figli Elisabetta e Gianluca, ai quali ha trasmesso i valori più autentici della senesità e dell’onestà nel lavoro. Il primo pensiero va a loro ed a tutti quelli (e sono tanti) che hanno conosciuto e volevano (e vorranno) bene a Giancarlo. Ha lottato più di quaranta anni in tipografia ed ha vinto tutte le battaglie, meno l’ultima, contro il male che lo ha trascinato con sé. “A luglio vince il Montone” diceva anche nelle ultime settimane, con tutto l’ottimismo degli artigiani onesti, delle persone per bene. Questo fondamentalmente era Giancarlo, una persona per bene, corretto, un uomo vero ed onesto. Prima la Fim, poi l’Industria Grafica Pistolesi, la casa editrice Il Leccio, con un’infinità di libri pubblicati, molti su Siena ed il Palio. Il suo era un amore vero ed autentico per la tradizione. Ha sorriso e scherzato sempre, fino agli ultimi giorni. Dentro di sé sapeva però che era iniziato l’ultimo giro di Piazza, anzi, aveva già girato il Casato e vedeva il bandierino. Quando ha iniziato a sentire il rullare del tamburo che segna la fine della Carriera sul Campo ha avuto vicino a sé tutta la famiglia, proprio come quando il fantino vince il Palio e tutti si stringono attorno per trasmettergli affetto, amore e gratitudine. Poi tanti amici e tutto il Montone, che si è stretto attorno a lui. In chiesa non mancava proprio nessuno: tanti senesi, tantissimi colleghi, ex dipendenti, persone semplici e delle istituzioni, tutti presenti per l’ultimo saluto a Giancarlo. Per l’ultimo Palio ha voluto con sé anche il fazzoletto del Montone ed un libro, l’ultimo che aveva curato in prima persona e che amava moltissimo. Giancarlo era un tipografo vecchio stampo, uno di quelli che amano il profumo dell’inchiostro, i rumori della sua azienda che conosceva alla perfezione, il soffice soffiare della carta quando esce dalla macchina, preceduto dal ritmo del girare dei rulli. Tutte le contrade sono passate da lui per stampare il giornalino o il numero unico della vittoria. Era un’istituzione in materia, sapeva i tempi, conosceva le persone, preveniva i bisogni, come solo chi ama veramente il suo lavoro e la propria città sa fare. Anche per questo il ricordo di Giancarlo non morirà mai, sarà vivo e forte, proprio come i suoi libri. Tambus descrisse bene i senesi che ci lasciano e che si ritrovano per il Palio, tutti vicini su una nuvola a guardare sotto, magari cercando di favorire la propria contrada. Nello spicchio tinto di rosa ci sarà anche Giancarlo adesso, vicino a Lello Brogi, arrivato anche lui da poco, Dedo Pianigiani, che magari darà informazioni sui cavalli, oppure uno dei tanti senesi che ha conosciuto e che lo avevano preceduto nelle foto dell’ultimo Numero Unico che ha stampato, quello della sua vita. Ciao Giancarlo.

Lello Ginanneschi

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