Settembre sangiulianese. Dal 26 al 29 settembre ospiti Cacciari, Carlotto e De Silva
San Giuliano Terme il 24/09/2020 - Redazione
La Libreria Ghibellina va in trasferta a San Giuliano Terme e curerà il Bookshop degli incontri con gli scrittori inseriti nell’ambito del “Settembre sangiulianese”. Le presentazioni si terranno in via Italia, nella piazza di fronte alle Terme (in caso di pioggia nel teatro di Pontasserchio), sono gratuite e organizzate nel rispetto delle norma anti-covid. In particolare ricordiamo gli appuntamento con Massimo Cacciari sabato 26 settembre alle ore 18, Massimo Carlotto domenica 27 settembre alle ore 18 e Diego De Silva martedì 29 settembre alle ore 18.
Il lavoro dello spirito – Massimo Cacciari presenta la sua ultima opera, "Il Lavoro dello spirito" (Adelphi). Tra il 1917 e il 1919 Max Weber tenne due confe¬renze dal titolo Die geistige Arbeit als Beruf, che po¬tremmo tradurre «Il lavoro dello spirito come professione». Formulazione quanto mai pregnante, perché rappresentava l’idea regolativa, il progetto e la speranza che avevano animato il mondo della grande cultura borghese tra Kant e Goethe, tra Ro¬manticismo e Schiller, tra Fichte e Hegel, e avreb¬bero costituito il filo conduttore dello stesso pensie¬ro rivoluzionario successivo, da Feuerbach a Marx. Il «lavoro dello spirito» è il lavoro creativo, auto¬nomo, il lavoro umano considerato in tutta la sua attuosa potenza, e volgersi alla sua affermazione si¬gnifica liberazione di ogni attività dalla condizio¬ne di lavoro comandato, dipendente, e cioè alie¬nato. Ma il suo dissolversi nella forma capitalisti¬ca di produzione, nell’universale macchinismo, che fagocita quella Scienza che pure è l’autentico mo¬tore dello sviluppo, finisce col delegittimare la stes¬sa autorità politica, che nella «promessa di libera¬zione» trova il proprio fondamento. La «gabbia di acciaio» è destinata dunque a imprigionare anche quel «lavoro dello spirito» che è la prassi politica? Lo spirito del capitalismo finirà col destrutturare completamente lo spazio del Politico, riducendolo alla forma del contratto? O tra Scienza e Politica sono ancora pensabili e possibili relazioni che ci affranchino dal nostro «debito» nei confronti del procedere senza mete né fini del sistema tecnico¬ economico? Sono le attuali domande che, un seco¬lo fa, nessuno ha posto con la drammatica chiarez¬za di Max Weber – e con le quali, oggi, Massimo Cacciari si confronta.
La signora del martedì - Massimo Carlotto presenta “La signora del martedì” (Edizioni E/O) e va oltre il noir. In questo libro non c'è più solo il lato oscuro e criminale della società. Bonamente Fanzago è un attore porno in disarmo. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna misteriosa paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto da poco dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i tre diventerà questione di vita o di morte scavare dentro di sé e nel proprio passato per tirarsi fuori dai guai.
I valori che contano - Diego De Silva presenta “I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)” (Einaudi). Se non vi è mai successo di nascondere in casa una ragazza in mutande appena fuggita da una retata in un bordello al quarto piano del vostro palazzo, non siete il tipo di persona a cui capitano queste cose. Vincenzo Malinconico lo è. Dovrebbe sapere che corre un rischio bello serio, visto che è avvocato, e invece la fa entrare e poi racconta pure un sacco di balle al carabiniere che la inseguiva e va a bussargli alla porta. È cosí che inizia I valori che contano (avrei preferito non scoprirli), il romanzo in cui Malinconico - avvocato di gemito, piú che di grido - oltre a patrocinare la fuggiasca in mutande (che poi scopriremo essere figlia del sindaco, con una serie di complicazioni piuttosto vertiginose), dovrà affrontare la malattia che lo travolgerà all'improvviso, obbligandolo a familiarizzare con medici e terapie e scatenandogli un'iperproduzione di filosofeggiamenti gratuiti - addirittura sensati, direbbe chi va a cena con lui - sul valore della pena di vivere. Un vortice di pensieri da cui uscirà, al solito, semi-guarito, semi-vincente e semi-felice, ricomponendo intorno a sé quell'assetto ordinariamente precario che fa di lui, con tutti i suoi difetti e le sue inettitudini, una persona che sa farsi voler bene, pur essendo (o forse proprio perché è) un uomo cosí cosí.
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