"Se la casa è vuota", nel nuovo saggio di Isabella Bossi Fedrigotti uno spaccato delle famiglie di oggi

il 21/01/2011 - Redazione

"Se la casa è vuota" Longanesi Editore, il nuovo libro di Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista e scrittrice, parla della condizione di tante famiglie, dove i membri del nucleo familiare si incrociano sempre meno all'interno delle mura domestiche, con il risultato appunto che la casa rimane troppo spesso vuota.

L’autrice - "La casa ormai è vuota da qualche anno- esordisce la scrittrice trentina – tante case sono vuote, e non solo case disagiate. Nei racconti di queste pagine parlo anche di famiglie, cosiddette "bene" di quelle di cui parlano le insegnanti come di famiglie a posto, con mezzi economici e con cultura, dove però i genitori non riescono ad essere sufficientemente presenti nella vita dei propri figli".
La casa vuota è quella percepita dagli occhi dei bambini, che guardano l'orologio in attesa che le lancette si posizionino nella posizione x, quella in cui la mamma ritorna. "In queste pagine parlo della differenza tra le famiglie di qualche decennio fa quando disolito si abitava in case più grandi, dove c'era posto anche per i nonni e per gli amici, alla solitudine di piccoli appartamenti in città. Troppo spesso – prosegue Isabella Bossi Fedrigotti- bambini di dieci, undici anni vengono lasciati da soli in casa, una volta ogni tanto va bene, ma non deve diventare la regola."

Il volume - L'autrice rivela in queste pagine tanti aneddoti, alcuni attinti dalla vita propria, altri da quelle di amici oppure dalle lettere che gli arrivano al Corriere della sera. Si tratta di episodi vari dove viene evidenziato il bisogno dei più piccoli di essere accuditi, educati, protetti, anche dalla solitudine.
Ma come rendere la casa meno vuota? "Fare più figli sarebbe un modo di riempirla, come anche essere più presenti. Da qualche anno mi sono resa conto che i bambini hanno bisogno di tanto tempo, di tante ore che gli vengano dedicate. Quando il pomeriggio dovevo rientrare al giornale, i miei figli mi supplicavano di non andare, io rispondevo che andavo per guadagnare i soldi per fare poi un bel viaggio tutti insieme, e loro ribattevano che del viaggio non gliene importava niente. Solo ora capisco quello che volevano dire. Non è comunque che io sono contro il lavoro delle donne, assolutamente, nei brevi periodi in cui sono stata a casa ero molto infelice, tuttavia, anche lavorando i genitori devono riuscire ad essere più presenti nella vita dei loro figli, a non tornare quando questi stanno già dormendo." In "Se la casa è vuota", Isabella Bossi Fedrigotti fa una panoramica di una situazione così comune, eppure così sottovalutata, di cui poco si parla. Mettendo insieme la sua attitudine al lavoro di cronista, attenta ai dettagli, con la dedizione della scrittrice che elabora il tutto e lo mette insieme, la scrittrice trentina induce il lettore a riflettere, e a porre rimedio alla casa è vuota, perché non tutti i ragazzi riescono a sopportare la solitudine della casa vuota, alcuni si perdono, tra internet e i videogiochi, dopodiché è difficile recuperarli.

Chiara Masini

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